Calzolari Collezione
Peruzzi
Pier Paolo Calzolari (Bologna 1943) Pier Paolo
Calzolari esordisce con opere vicine alle ricerche neodadaiste
americane. Nel 65 realizza i suoi primi dipinti che espone nel suo atelier di
Bologna (Studio Bentivoglio). Tra il 67 e il 70 Calzolari matura il suo
progetto artistico e stabilisce il suo vocabolario plastico: l'artista si
volge a un lavoro più complesso operando sul piano dell'installazione e
dell'azione in tempo reale mostrando la sua precisa volontà di
"contaminare" l'arte con la vita e i suoi ritmi e materiali,
contribuendo a elaborare il linguaggio artistico dell'Arte Povera. Adotta
elementi naturali come foglie di tabacco e di banano, cera, sale, margarina,
muschio e altri di natura tecnologica come la luce al neon. Nel 69 partecipa
alla mostra “When Attitudes
Become Form”, organizzata alla Kunsthalle
di Berna. Nel 1970 presenta alla Biennale di Parigi un dispositivo composto
da dodici lampadine elettriche pendenti dal soffitto con intorno una parola
realizzata con un filamento neon che si trasforma ogni volta mentre tre
altoparlanti diffondono le stesse parole mormorate a voce bassa. Se fino al
72 egli ha privilegiato l'uso di sali, ghiacci, animali, vegetali, nel
decennio successivo la sua attenzione si è focalizzata su "azioni"
che utilizzavano elementi dell'architettura, della danza, del teatro, del
cinema, con soluzioni e innesti dalla letteratura e dalla musica. Nel 79 è la
pittura ad avere il sopravvento e a modificare il quadro di riferimento. La
produzione di opere moltiplicate è scarsa e poco significativa. |
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CP154 CALZOLARI 1992 Senza titolo multiplo |
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