corrispondenza Collezione
Peruzzi
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CORRISPONDENZA
SIGNIFICATIVA
Depero Egregio Dott. Peruzzi, Le scrivo in ragione delle Sue competenze e ricerche in
materia di acqueforti, incisioni e litografie perché son in possesso da un
po’ di anni di un interessante acquaforte a firma di Depero. Ho eseguito delle ricerche, ma non anticipo nulla, mi
limito a inviarLe delle foto (talune anche sottoposte a luce) al fine di
sentire la Sua preziosa opinione e magari confrontarci. Non
esistendo un catalogo ragionato dell'opera grafica di Depero, non è possibile
alcuna valutazione scientifica della stampa. I
vendita pubblica non è mai apparsa una stampa simile. La
firma, a mio avviso, è apocrifa. Ho
notato che la stampa di cui allega le immagini è stata posta in vendita su
Subito a Gennaio. Multiplo PVC Castellani Buongiorno, Facendo tesoro delle considerazioni da Lei espresse tempo
addietro sull'oggetto in pvc di Fontana, ritenendolo sostanzialmente un mero
progetto editoriale. Cosa ne pensa dell'oggetto in pvc di Enrico Castellani? A mio avviso, salvo il fatto che nel 68 l'autore fosse in
vita, mi pare si possa giungere alla medesima conclusione riguardante il
progetto editoriale su Fontana. Tra l'altro parliamo del medesimo editore e
relativo progetto, o sbaglio? L’esempio riportato per
il contenitore del libro di Fontana è corretto se non per il fatto che il
libro ed il contenitore spacciato per multiplo postumo furono realizzati da
due editori, Sergio Tosi (Milano) e Gustavo Gili (Barcellona), alcuni
contenitori bianchi e altri rossi. Gentile
Peruzzi, sul PVC di
Castellani devo contraddirla. Il fatto che non sia stato firmato e numerato
dall'autore non gli toglie la classificazione di multiplo. E' stato
realizzato con Enrico Castellani in vita quindi certamente autorizzato.
Tant'è che è anche pubblicato sul catalogo ragionato dei multipli di
Castellani edito da Corraini. Il catalogo ragionato dei multipli è stato
anch'esso pubblicato con Castellani in vita con la supervisione di Renata
Wirz (direttrice dell'Archivio Castellani). Va da se che non ci sono dubbi
sul fatto che sia un multiplo e che ne fosse stata autorizzata la
realizzazione. La prego di pubblicare questo appunto nel seguito della sua
corrispondenza. Il
libro di Agnetti non riporta alcun accenno al fatto che sia accompagnato da
un multiplo originale di Castellani. L’aggiunta di un multiplo con proprio
portfolio separato, senza alcuna dichiarazione di Castellani o di Agnetti, è
un’iniziativa autonoma dell’editore Mauri. Il fatto che non sia firmato e/o
numerato conferma la tesi della mera operazione editoriale. Il fatto che
l’operazione e la citazione nel catalogo di Corraini sono avvenute con
Castellani ancora in vita e “quindi certamente autorizzato” e “che ne fosse
stata autorizzata la realizzazione” sono mere supposizioni non essendoci
alcun riscontro (anche il catalogo di Corraini non dà alcuna indicazione
sull’argomento registrando solamente l’esistenza di questo multiplo con
tiratura 1.000). Considerando che ce ne sono numerose copie in vendita su
eBay al prezzo anche di 3.000 Euro (e chissà quante ce ne sono in
circolazione: mancando la firma, la numerazione e qualsivoglia certificazione
i falsi non editi da Mauri abbonderanno), il collezionista che desidera
un’opera seriale originale di Castellani consideri che sul mercato per quel
prezzo ne esistono molte firmate, numerate e catalogate da Corraini. Alla
pagina consigli del sito vi è un’ampia trattazione di ciò che si
può definire opera seriale originale di un artista. Delocazione di Claudio Parmiggiani Egregio Ing. Peruzzi, la contatto perché vorrei chiederle, se non fosse troppo
disturbo, un chiarimento su di un'opera che ho acquistato recentemente a
un'asta, e che è presente anche nella sua collezione, anche se in forma
diversa come suppongo. Ho acquistato una litografia di Claudio Parmiggiani,
del 1970, che presumo (poiché non c'erano indicazioni, ma credo di avere
scoperto in internet) sia una Delocazione, del 1970 appunto. Cercando in rete
vedo che qualcuno vende una litografia della stessa serie a una cifra
sostenuta (su ebay). Nell'annuncio è riportato che quest'opera è presente
anche nel catalogo della Collezione Peruzzi, che non conoscevo. Allora mi
imbatto in rete nel sito della sua bellissima collezione, che sicuramente
verrò a visitare, e vedo che effettivamente l'opera è presente nel suo
catalogo, ma mi accordo che non di tratta di una litografia, ma di una
fotoserigrafia (se non erro). Bene. Vorrei chiederle se mi può chiarire le
differenze, e se mi può anche dare qualche indicazione sull'opera, che io ho
acquistato quasi per caso con la curiosità di approfondire il lavoro di
Parmiggiani nel suo insieme. Le allego delle foto della mia lito. Vorrei
ringraziarla di persona, magari al telefono, nel caso possa dedicare del
tempo alla mia richiesta. La ringrazio in anticipo e le auguro una buona
giornata e un buon lavoro nella sua collezione. Di quest’opera esistono 2 versioni: una fotolitografia in 10 esemplari
realizzata dalla Ed. Christian Stein, Torino ed una fotoserigrafia
(erroneamente definita da alcune case d’asta fotolitografia) realizzata in
100 esemplari dalla Edition La Nuova Foglio, Pollenza di Macerata che ha
apposto il proprio timbro a secco. Il valore di mercato è ovviamente diverso
(dalle migliaia alle decine di euro) come certificano i risultati d’asta che
le riporto per documentazione. Consideri comunque che conta il valore di
aggiudicazione e non le stime dei lotti non aggiudicati. Come vedrà, chi ha
tentato di accomunare il risultato d’asta della tiratura da 10 con quello da
100, proponendo la stessa stima, è rimasto all’asciutto. Quindi, anzitutto, si tratta di fotolitografie o fotoserigrafie:
ovvero una stampa fotografica realizzata con tecniche litografiche o
serigrafiche, accomunabile ad un manifesto stampato in offset (quindi nulla a
che spartire con una litografia o serigrafia originale). Mi sembra di capire che il suo esemplare sia quello battuto nella
recente asta dello Studio d’Arte Borromeo di Senago dove la stima dell’opera
era 10 Euro ma non viene comunicato il valore di aggiudicazione. Se si tratta di una fotolitografia o di una fotoserigrafia è
accertabile osservando la parte inchiostrata con una lente d’ingrandimento:
se si vedono i forellini della tela serigrafica attraverso cui è passato
l’inchiostro si tratta di una fotoserigrafia. Comunque, dato che si tratta in ambedue i casi di realizzazioni
fotografiche, quello che incide sul valore è la tiratura. Nel suo caso
100 esemplari. Senza
titolo (1970) Lotto n° 2 Stampa-Multiplo Litografia Ed. 39 / 100 50 x 70 cm Non
comunicato Prezzo di
partenza: 10 € (10 € ) Arte Moderna
e Contemporanea 29/05/2023 Studio
d'Arte Borromeo Senago MI,
Italia Dettagli Firmato
datato Senza
titolo (1970) Lotto n° 514 Stampa-Multiplo Litografia Ed. 15 / 100 50 x 70 cm Non venduto Prezzo di
partenza: 1.000 € (1.000 € ) Stima: 1.000
€ - 1.500 € Grafica
internazionale e Multipli d'Artista 20/05/2022 Finarte Roma, Italia Dettagli Firmato alla
mano Timbro « Edition La Nuova Foglio, Pollenza di Macerata » basso
a destra Riproduzione pagina 140-141 del catalogo Delocazione Lotto n° 16 Stampa-Multiplo Fotolitografia/pellicule
transparente Ed. 1 / 10 40 x 50 cm Prezzo di
aggiudicazione: 2.200 € Prezzo incluso
spese : 2.640 € Prezzo di
partenza: 1.000 € (1.000 € ) 18/06/2019 Studio
d'arte Martini Brescia,
Italia Dettagli basso a
destra Provenienza: Prov. Galleria Multimedia Arte Contemporanea,
Brescia Prov. Collezione Privata Riproduzione
pagina 7 del catalogo Buonasera ing. Peruzzi la ringrazio tanto per la sua celere ed
esaustiva risposta. Si, le confermo che ho acquistato quella che lei mi dice
essere una fotoserigrafia dalla Casa d'aste Borromeo. In realtà la loro stima
era 300-400 euro con base d'asta di 10 euro. Alla fine l'ho pagata 250,00
compresi i diritti d'asta, perché sostenevano fosse una litografia. Dunque,
potrebbe almeno valere i soldi che ho speso, se non ho capito male. La
ringrazio tanto per la sua disponibilità e la sua competenza. Spero di venire
al più presto a visitare la sua collezione. Mini-multipli Edizioni Flaviana Gentile Ingegnere Peruzzi, Gradirei sapere cosa ne pensa dei mini-multipli edizione
Flaviana di Locarno; ossia se si possano definire davvero multipli originali
o solo un progetto editoriale storico. Nello specifico, sarei interessato a un multiplo di Gianni
Colombo che le allego in foto, dato anche che dell'artista non trovo nulla di
storico e "piacevole". Ringrazio anticipatamente e saluto. I
mini-multipli della Edizioni Flaviana di Lugano sono dei multipli non firmati
né numerati dall’artista la cui tiratura è sconosciuta. Non è dichiarato
sull’edizione che l’artista abbia partecipato in alcun modo alla sua
ideazione. Ritengo, quindi, debbano considerarsi una mera operazione
editoriale illustrativa dell’artista. Sicuramente non un multiplo originale
dell’artista. Litografia di Afro Buongiorno dott. Peruzzi, mi sono imbattuta "felicemente" nel suo sito riscontrando
un sincero amore per l'arte e la grafica di artisti Italiani. Cosa non comune
in un mondo ormai compromesso e sporcato da interessi di critici e galleristi
narcisi. Le scrivo per chiederle un suo parere su una litografia di Afro che
abbiamo da tempo e su una sua possibile valutazione. E' stata stampata da
Erker Press St-Gallen come da timbro a secco su carta BFK Rives. Misura
65,5x50,3 cm incorniciata. Le allego qualche foto dell'opera. La ringrazio
infinitamente per l'aiuto e la sua disponibilità, voglia ricevere i miei
migliori saluti. La
sua opera è illustrata e catalogata nel Enrico Crispolti : Afro - Catalogo
Ragionato delle Incisioni e Litografie (Top Graphic 1986) al n.24. Di
seguito la scheda. Verifichi
che tutti i dati corrispondano al foglio in Suo possesso, soprattutto le
dimensioni del foglio e della parte impressa. Io,
purtroppo, dalla sua immagine sul foglio leggo 20/40 quando la tiratura è di
50. Ma è una mia interpretazione della pessima calligrafia. Verifichi ed
interpreti anche Lei. Un
esemplare della sua litografia non è mai stato posto in vendita pubblica e,
quindi, non vi è un riferimento certo. A
mio avviso, ammesso che tutti i dati corrispondano, inclusa la tiratura, alla
scheda di catalogo, stimerei il il risultato ottenibile in una vendita
pubblica in una forchetta tra 850 – 1.100 Euri (a cui detrarre i diritti
d’asta). Gentilissimo dott. Peruzzi, la ringrazio infinitamente per l'aiuto, è stato veramente
un amico! Ho controllato tutte le misure e concordano con il catalogo. Sono
solo un po' perplessa perchè si parla di litografia e come supporto è
indicata lastra (come per incisioni acquaforte...). Ho guardato con attenzione poi la numerazione ed
effettivamente il 4 è un 5 perchè si intravvede come un ricciolo nella parte
superiore. La persona che me la vendette la acquistò direttamente dalla Erker
Press e quindi non ho dubbi sulla sua autenticità. Per
lastra, in questo caso, s’intende lastra di pietra litografica. Valutazione cretto nero calcografia Burri Buongiorno Dott. Peruzzi, innanzi tutto mi voglio complimentare con Lei per la
competenza e professionalità per i numerosi consigli dispensati ai tanti
collezionisti che costantemente richiedono un suo parere. Inoltre è da lodare
il notevole impegno profuso per il sito, il museo e innumerevoli servizi
collegati. Con l'occasione le allego alcune foto e certificato di garanzia
di una grafica che ho ereditato da mio padre che acquistò nel 1987 presso
ITALARTE FINEPRINT di ROMA. Le chiedo cortesemente un suo parere in merito
all'opera e, se fosse possibile, una valutazione sull'originalità e valore
commerciale. In attesa di un suo commento mi è gradita l'occasione per
porgere i migliori saluti. Sono
estremamente perplesso dalle immagini e dal certificato che mi ha inviato. L’opera
potrebbe essere il Cretto Nero C - 1971 (cartella Cretti 1971 - 7 neri e 1
bianco) di Alberto Burri , ma dalle sue immagini non appaiono né la firma di
Burri né la numerazione del foglio che devono essere ben visibili sulla parte
inferiore dell’opera. L’opera dovrebbe essere un’acquaforte e acquatinta di
Alberto Burri edita dalla 2RC nel 1971 e tirata in 90 esemplari + 15 prove d'
artista, tutti numerati e firmati. Le dimensioni dell’opera dovrebbero essere
67 X 96,5 cm. Il
certificato di ITALARTE FINEPRINT riporta dati completamente errati rispetto
all’edizione 2RC: definisce l’opera un Monotipo e le dimensioni indicate sono
65 X 95. Allo
stato delle immagini e del certificato che mi ha inviato, ritengo che l’opera
non sia attribuibile all’edizione della 2RC di Alberto Burri a meno che
l’opera non sia stata rifilata tagliando la parte inferiore dove sono apposte
la firma e la numerazione: anche in questo caso, comunque, l’opera non ha
alcun valore commerciale. la ringrazio per la tempestiva risposta. Non vorrei abusare
della sua disponibilità e soprattutto pazienza; mi sono reso conto che le
immagini che le ho inviato (conservate da qualche anno nel computer) non
consentono una lettura ottimale. Dopo la sua "sentenza" ho tolto la
grafica dalla cornice per verificare alcuni dei suoi commenti; vale a dire: -il foglio è stato ritagliato!!!! -sul foglio in basso a destra ho notato la firma di Burri
ma sulla sinistra manca la numerazione (monotipo?) -la misura del foglio è di 65 x 95 anzichè come
giustamente indicato da Lei 67 x 96,5 cm. Mi permetto di inoltrare ulteriori immagini compresi due
ingrandimenti della firma per un eventuale sua conferma definitiva della
"sentenza". Ritengo
che, vedendosi la firma , ma non la numerazione, essendo ambedue poste in
linea al fondo dell’opera, il fondo dell’opera sia stato tagliato (infatti il
foglio è 2 cm più piccolo in verticale e 1,5 cm in orizzontale) per eliminare
la numerazione, che avrebbe dimostrato trattarsi di un’opera seriale, e sia
stata aggiunta una firma falsa. Il tutto per tentare di farla passare come
opera unica. Monotipi calcografici di cretti di Burri, oltretutto identici
alla serie della 2RC, non esistono. Le
confermo che il foglio non ha alcun valore commerciale. Richiesta parere Gentile Vittorio Peruzzi, Ho beneficiato in passato di una Sua consulenza, e spero
non importunarLa con questa nuova, rispettosa richiesta. Ho acquisito di recente in asta (omissis) l’esemplare
88/90 del Cretto A di Alberto Burri, della famosa serie di multipli del 1971.
Nell’entusiasmo del momento mi sono fidato delle note della casa d’aste, con
cui peraltro ho da tempo un buon rapporto, e non ho verificato le dimensioni
dell’opera in asta con il catalogo ragionato dell’opera grafica del Maestro.
(Errore, spero, che non finirà per essere imperdonabile…) Come per le suddette note l’opera è difatti in ottime
condizioni, ma scopro soltanto ora che le misure - cm 95,3 x 66,3 -
differiscono da quelle originali dell’edizione (cm 96,5 x 67). Il dubbio
della discrepanza mi è venuto dopo aver visto, come per la foto in allegato,
che il numero 90 era soltanto parzialmente visibile in basso a sinistra. Le chiedo se tale probabile rifilatura, operata chissà
quando, comporti un necessario ridimensionamento dell’opera sia dal punto di
vista collezionistico che da quello economico. Ovviamente la somma dedicata
all’opera - diecimila euro circa - e’ stata notevole, in linea credo con il
valore commerciale della stessa ove le condizioni fossero dignitose. Secondo
Lei quei 7 e 12mm di differenza ne intaccano il valore? Il suo parere mi sarà
utile anche al fine di interloquire con cognizione di causa con la casa d’asta. Grato per la cortese attenzione, porgo i più distinti
saluti. Premettendo
che è normale trovare delle piccole discrepanze tra le dimensioni dei fogli e
quelle riportate sui cataloghi, discrepanze dovute al naturale deformarsi nel
tempo della carta, secondo quanto riportato dal Maurizio Calvesi : Burri -
Grafica - Opera completa (Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
2003), le dimensioni dei Cretti sono cm. 67 x 96,4. Dalle dimensioni che
rileva, 66,3 x 95,3, in cui le discrepanze sono in questo caso eccessive,
nonché dall’immagine che mostra la mancanza di parte dell’apposizione
numerica, risulta evidente che l’opera è stata rifilata. Occorre,
anzitutto, considerare che l’intero foglio è parte impressa e che, quindi, la
rifilatura è intervenuta sull’opera e non solo sul foglio (come sarebbe stato
se la parte impressa dell’opera fosse stata di dimensioni inferiori a quella
del foglio); la rifilatura ha, inoltre, interessato parte dell’apposizione
numerica. Ritengo, quindi, che il danno apportato all’opera dalla rifilatura
sia da considerarsi rilevante, con tutte le logiche conseguenze sul suo
valore commerciale. Informazioni su manifesto / litografia di Afro 1974 Spettabile Signor Vittorio Peruzzi, posseggo questo manifesto/litografia di Afro Basaldella
che qui di seguito descrivo: stampato su carta Fabriano molto spessa,
dimensioni 67x91 centimetri. Firmato in basso a destra Afro 74 e numerato in
basso a sinistra 95/145. Vorrei sapere se è autentico, se proviene proprio dalla
galleria 2RC, e se si deve considerare solo un manifesto od una vera e
propria litografia e se è pubblicato. Ho contattato l'archivio Afro a Roma ma sono caduti dalle
nuvole e la Galleria 2RC non mi ha nemmeno risposto... Può darmi tutte le informazioni del caso per cortesia? Grazie infinite. Sono
rimasto perplesso: si tratta
indubbiamente di un manifesto stampato in litografia offset della mostra
della 2RC del 1974 (testo critico di Nello Ponente) che rappresenta un’opera
grafica originale di Afro che però non è riportata nel Afro - Catalogo
ragionato delle incisioni e litografie, come non è riportato il manifesto. Il
fatto che il manifesto sia firmato, datato e numerato non lo rende un’opera
grafica originale: è e rimane un manifesto (a volte accade, in occasione
delle mostre, che alcune copie del manifesto della stessa vengano firmate e
date in omaggio ai partecipanti della vernice; la numerazione, se apposta,
certifica solamente il numero delle copie firmate, ma non la tiratura
effettiva che è sconosciuta e può raggiungere anche le migliaia di copie). In
ogni caso ho trovato che una copia del manifesto è stata aggiudicata in una
vendita all’asta. Le allego la scheda. Buongiorno Signor Peruzzi, Lei quindi sostiene che non è una opera grafica originale
però è stampato su carta Fabriano molto spessa, ha la tiratura 95/145 ed è
firmato a matita AFRO 74. Se fosse solo un semplice manifesto sarebbe stampato su
carta comune sottile e senza ne firma ne tiratura; allora si che forse ne
avrebbero stampate migliaia di copie. Inoltre ho trovato un altro esemplare del mio stesso
manifesto, però tagliato della parte inferiore, messo in vendita da
Ambrosiana Casa d'Aste Via Sant'Agnese 18, 20123 Milano Asta N. 23 - Arte Moderna e Contemporanea Prima Sessione -
dal lotto 1 al lotto 149 martedì 6 novembre 2018 ore 18:00 Stima 1.500,00 / 2.000,00 € Base d'asta 1.000,00 € Basaldella AFRO (Udine 1912-03-04 Zurigo 1976-07-24) Senza
titolo 1974 fotolitografia cm. 70 x 67N. Ponente "Afro. Opere grafiche
1970-1974", 2RC, Roma 1976, copertina del catalogoEdizione di 145
esemplari Numerazione "81/145" (in basso a sinistra); firma
"Afro" (in basso a destra) Etichetta della Galleria Apax, Roma (al
retro) Edizione di 145 esemplari Numerazione "81/145" (in basso a
sinistra); firma "Afro" (in basso a destra) Etichetta della
Galleria Apax, Roma (al retro). Infine è addirittura pubblicato sulla copertina del
catalogo Afro Opere Grafiche 1970-1974 edito nel 1975 dalla Van Straaten
Gallery di Milano. Le allego tutte le foto che provano le mie ricerche! Come vede il mio pezzo non è un semplice manifesto, ma una
vera e propria opera d'arte con tanto di tiratura, pubblicazioni e
aggiudicazioni d'asta. Alla luce mie ricerche, cosa ne pensa lei? Mi faccia sapere per favore, grazie. La
carta su cui è stata stampata in offset non ha alcuna importanza, se non
quella di favorire le truffe di chi taglia la parte della scritta per
spacciare il manifesto come stampa originale, salvo chiarire, per prudenza,
nella descrizione dell’opera che si tratta di una fotolitografia (una
riproduzione stampata in offset, un manifesto) e non una stampa originale. E’
probabile che i manifesti da destinare ad omaggio, firmati e numerati, siano
stati stampati sulla carta Fabriano e quelli per l’attacchinaggio su carta
normale. Le ricordo l’assoluta assenza di tale opera dal catalogo ragionato
delle opere di Afro e, da quanto da Lei riportato, dall’archivio Afro. Le
confermo il mio parere, ulteriormente confortato da quanto da Lei riportato
nelle sue due emails. Opera M. Cattelan Gentilissimo Vittorio Peruzzi, ci siamo già sentiti
qualche anno fà (a ottobre 2012 per la precisione) riguardo alcune opere di
Cattelan ("Acchiappamosche", "Fisica dolce", "Tavolo
mi girano le palle" e "Canta Napoli") per le quali mi aveva
dato delucidazioni preziose. Ora mi capita in visione l' opera (ma non ho immagini) di
Maurizio Cattelan del 1989 "Antico Adagio" - (ferro, due ampolle di
vetro, specchio, ossigenatori, tubo in plastica - cm. 57x36x36,5
ciascuna struttura), firmata e datata a retro, che sarebbe stata fatta
in occasione di una inaugurazione di un centro commerciale, poi esposta in
mostra presso la Galleria Neon di Bologna (Catalogo Essegi) nello stesso anno
e poi chiusa in casa del proprietario fino a quest'anno. Nel 2021 esposta in
una mostra collettiva sugli anni 80. Cosa ne pensa? Può essere un multiplo (anche se mi sembra
improbabile considerando la complessità dell'opera)? La ringrazio per la attenzione e la cortesia. Attendo sua
risposta.
Un cordiale saluto
Poiché questa
segnalazione di una nuova opera di Cattelan mi ha incuriosito moltissimo, ho
verificato a fondo il catalogo generale delle opere, tutto lo storico delle
aste, i cataloghi della personale e della collettiva alla Galleria Neon, ma
non ho trovato alcun riferimento od immagine. Escludo nella maniera più
assoluta che possa trattarsi di un multiplo. Le primissime opere di Cattelan,
anni 86, 87, 88, 89, sono estremamente semplici e si contano sulle dita di
una mano: Dama (sopra riprodotta ed esposta alla Neon), Trifidi (sopra
riprodotta ed esposta alla Neon), Rulo, Vesuvia, Untitled, Ripetente, quindi
non complesse come quella che descrive. Dalla descrizione direi che non si
tratti di un oggetto d’arredamento (settore in cui Cattelan ha realizzato i
primi lavori). E’ quindi quantomeno strano che appaia all’improvviso, dopo 30
anni, un’opera che, se avesse dei riferimenti storici/bibliografici, potrebbe
valere tra i 20.000 e i 120.000 Euri. Sarei molto cauto. Chagall Gent.mo Dott. Peruzzi, ho potuto apprezzare la sua collezione e il suo sito. Volevo sapere , affidandomi alla sua cortesia, cosa ne
pensa di un'opera che ho preso su Catawiki.it e mi interesserebbe un suo
parere anche sullo stesso sito. Una litografia di Marc Chagall con timbro dell'artista. Secondo lei quanto può valere? E il timbro d'artista e
affidabile? E la certificazione? Le invio foto dell'opera e della certificazione. Grazie. Cordiali saluti.
Si
tratta di una riproduzione fotografica di un’opera di Chagall stampata con
tecnica litografica offset (la firma è quella dell’opera che viene riprodotta
e stampata dalla fotografia). E’ un semplice manifesto realizzato per una
mostra. Non si tratta di una litografia originale. Il suo valore è quello di
un manifesto (qualche decina di euro). Capogrossi Gentile dottore Peruzzi, avendo per anni comperato molta grafica del gruppo
Transavanguardia (Chia e Cucchi, ma ho tralasciato Palladino, chissà se ho
fatto bene, però?) e del gruppo di San Lorenzo (Ceccobelli e gli altri) Di
questo secondo gruppo mi intriga la rarità dei loro lavori grafici chi può
vantare una grafica di Marco Tirelli in effetti? Da un pò di tempo sto
spostando la mia attenzione su due autori Bonalumi e Capogrossi. Le scrivo,
in effetti, per questo ultimo autore, ma mi dica pure un suo giudizio sugli
altri autori che sto collezionando e se secondo lei avranno una
rivalutazione. Vorrei comprare una grafica di Capogrossi in galleria
specializzata, il prezzo è buono considerando i risultati dei pezzi unici. Ma le volevo chiedere se l'opera è pubblicata nel catalogo
di riferimento, perchè ahimè non riesco a reperirlo e ho letto molto riguardo
all'importanza di cui lei parla riguardo alla pubblicazione dei multipli in
catalogo. Grazie, buona giornata. Prendendo
in esame i risultati d’asta di Giuseppe Capogrossi (1900-1972), i valori di
aggiudicazione, quindi il reale valore di mercato, nel 2020 della serie i
Quarzi del 1970 variano tra i 240 e gli 800 Euri (media circa 400 Euri). La
serie è considerata la più brutta tra quelle eseguite da Capogrossi e i due
lavori che Le vengono proposti lo testimoniano. Io
sconsiglio sempre l’acquisto di esemplari che non facciano parte della
tiratura approvata dall’autore e, quindi, con la numerazione dell’edizione. I
fogli prova d’autore, come sono quelli che Le vengono proposti, sono delle
prove, appunto, giudicate dall’autore non valide per iniziare la tiratura
dell’edizione, possono differire anche in maniera sostanziale dalla tiratura
approvata e la loro quantità presente sul mercato è indeterminata. Inoltre, è
proprio tra questi fogli che si annidano con più probabilità i falsi, non
essendoci una numerazione di riferimento. Tutto ciò a detrimento del loro
valore. Verifichi
attentamente la misurazione della parte impressa dei fogli che, secondo il
catalogo Erker, deve essere 45,8 X 40,2 cm per il Quarzo Nr. 2 e 46,4 X 40,2
cm per il Quarzo Nr. 10. Mi
spiace dover essere così negativo con Lei, ma la Transavanguardia e le due
scuole romane, che io non ho mai amato, hanno quotazioni in costante discesa
e, ritengo, visto il giudizio della critica d’arte internazionale su questi
movimenti, che sarà così anche per il futuro. Gentile dottor Peruzzi, accipicchia....da 3.000 a 400 euro mi sembra una
differenza veramente sostanziale. Grazie per il suo interessamento. Non ho
capito come fanno i prezzi le gallerie...rispetto alle aste, e io che pensavo
che fosse meglio la galleria al mare magnum delle varie aste online. Ma forse
mi sbagliavo. Non si preoccupi per il
suo giudizio, la sua franchezza è ben accetta. IL suo giudizio è negativo
anche sul lavoro di Bonalumi? ho visto che anche lei ne ha uno in collezione. grazie. Buona giornata. Purtroppo
(o per fortuna per chi acquista) il mercato si è notevolmente depresso in
questi ultimi anni, tranne naturalmente per i grandi maestri come Fontana,
Burri, Afro, Castellani, Vedova, Manzoni, l’Arte Povera, Cattelan, Beecroft.
Ma è sempre stato così: solo gli artisti internazionalmente riconosciuti
(presenti in tutti i musei del mondo) mantengono il loro valore e gli
italiani contemporanei annoverabili in questo gruppo si contano sulle dita di
2 mani e poco più. I
risultati d’asta che Le ho riportato sono quelli di tutte le case d’aste
mondiali, dalle più importanti alle minori. E’
evidente che tra il prezzo di mercato fissato dalle aste e il prezzo di un
gallerista serio ci può essere un moltiplicatore di 2 – 2,5 , ma non di più. Le
consiglio di abbonarsi ad ARTPRICE che riporta tutti i risultati d’asta
aggiornati. Io
ho sempre acquistato in asta o da privati. Tamara De Lempicka La ho già contattata per avere un Suo parere e giudizio su
un'incisione di Lucio Fontana (concetto spaziale 1963 - visto si stampi -
carta Fabriano - 2RC) che alla fine, dopo lunga trattativa ,ho acquistata a
un prezzo abbastanza elevato (Suo parere) ma
che soddisfaceva i miei desideri poco razionali. Vorrei sottoporle un altro quesito del tutto inusuale ma
interessante. Ho contattato una prestigiosa galleria franco-svizzera per
chiedere il prezzo di una opera seriale (litografia - acquatinta in verità)
di Tamara De Lempicka. Bellissima, entusiasmante ma sempre opera seriale: hanno
chiesto 45.000 eu.!!! Ho trovato un disegno (deliziosa testina) matita e
acquarello di un dealer che forniva tutte le garanzie del caso. Richiesta
40.000 eu.!!! Domanda: pur sapendo che De Lempicka è autrice affermata e
di "moda" si può trovare una acquatinta sul mercato qualche cosa
(opera seriale)che abbia un prezzo più normale pur con la documentazione del
caso? Mi interessa la sua opinione come sempre perché validissima. La
ringrazio molto. Le allego alcuni risultati d’asta del
2019 (nel 2020 ci sono state aste solo in Polonia con risultati proposti da
operatori incerti). Tenga conto che
al prezzo di aggiudicazione va aggiunta la commissione della casa d’aste
(circa il 25 %). Non
esistendo un catalogo ragionato delle opere seriali c’è poi molta confusione
sulla tecnica esecutiva, la datazione e le dimensioni delle opere (la stessa
opera viene descritta in maniera differente). Le sconsiglio in queste
condizioni l’acquisto di un’opera della De Lempicka (artista di secondo
piano). Comunque a
queste cifre in asta si comprano le opere dei massimi maestri internazionali
da Mirò a Bacon, da Chagall a Fontana. Carissimo Peruzzi, Come sempre impeccabile (non si può mai obbiettare nulla alla
sua concisa chiarezza) e veloce nelle
risposte. Seguirò i suoi suggerimenti. Mi asterrò (pur affascinato da una
donna come Tamara). La ringrazio per i suoi inputs non discutibili. Un consiglio Egregio Dott. Peruzzi, un consiglio volante: mi scuso se approfitto della Sua
competenza. Mi trovo nella condizione di acquistare on line questa
Litografia di G. de Chirico "La Musa della Storia" (catalogo ediz.
Bora 1967-1977 n. 10). Chi la vende è
un mercante francese, che mi ha fornito queste foto, senza però
documentazione della stamperia Caprini. Possiedo altre incisioni del Maestro,
acquisite in forme più tradizionali e certificate. A me, questa litografia,
parrebbe (per quanto concerne timbri e firma) autentica, ma mi aiuterebbe un
Suo parere. Ovviamente, comprendo che la "distanza" e la qualità
non eccelsa delle foto potrebbero essere di ostacolo. La ringrazio in anticipo. La
cosa più importante quando si acquista una stampa originale è che, come in
questo caso, l’opera sia catalogata. A
questo punto, l’importante è che tutti i dati riportati dal catalogo
corrispondano esattamente a quelli rilevabili sull’opera: dimensioni del
foglio, dimensioni della parte impressa, numerazione, apposizioni (firma e
titolo), timbri a secco. Ovviamente,
poi, la presenza di una certificazione, verificabile con l’estensore della
stessa, è un valore aggiunto. Faccia
le verifiche sul catalogo, se incontra discordanze, mi scriva che le
valutiamo. Egregio Dottor Peruzzi, anzitutto La ringrazio per la Sua cortesia e competenze.
Poiché Lei stesso me lo chiede, mi permetto di fornirLe altri dettagli. Il
venditore dichiara quanto sotto: La Musa Della Storia 1970 Color Engraving Hand-signed in pencil by Artist Reference: Catalogo Dell-Opera Grafica 1969-1977 Edoardo
Brandani N9 Stamped by Printer Alberto Caprini Roma Size: 70 x 49 cm Tutto è conforme all'edizione Bora (di cui allego foto, ce
l'ho in casa) ma penso che il venditore si sbagli sulla serie: De Chirico ha
fatto 3 serie diverse da 48 esemplari l'una di questo soggetto, e quello in
vendita non è il 9 (come dichiarato)
ma il 10 (parrebbe dal colore, ma ancor più dal particolare del
timpano del tempietto sullo sfondo, che appare leggermente diverso). Sulla valutazione non saprei. Chiede 850 euro (che penso
trattabili...). In realtà, come Lei sa, non è semplice valutare la grafica,
anche perché da ultimo - soprattutto nelle aste - le valutazioni di partenza
sono sempre abbastanza basse. Ma al li là del prezzo (ovviamente proverò a
chiedere uno sconto) mi interessava un parere sui timbri, che a me paiono
quelli consueti di Caprini stampatore (e che ho visto però malamente imitati
in qualche esemplare...). Capisco comunque che il "parere a distanza"
solo con immagini (neppure eccellenti) non possa essere del tutto preciso. Grazie davvero per il tempo che ha voluto e vorrà
dedicarmi. Io
credo Lei abbia ragione e l’esemplare sia lo stato 10 : la matrice è molto
più incisa rispetto allo stato 9 (veda il cielo e tutte le parti in ombra).
La colorazione conta poco perché dipende anche dai settaggi fotografici, dal
tempo e dallo stato di conservazione (esposizione alla luce nel tempo). Le
allego i timbri di Caprini come dovrebbero apparire sul foglio: non ho capito
perché quelli che mi ha inviato sono in negativo; appaiono così sul fronte
del foglio secondo il venditore ? Le
allego l’ultima aggiudicazione (le stime dell’invenduto non contano) della
opera stato 10. Questo è il valore attuale di mercato. Oltre
che la dimensione del foglio è necessario verificare anche la dimensione
della parte impressa. Come
giudizio finale direi che, se i timbri appaiono in negativo invece che
leggibili correttamente, e considerando il prezzo troppo basso per un
venditore professionale che sbaglia anche l’identificazione dello stato, non
sarei tranquillo nell’acquistare quest’opera.
Grazie ancora, davvero, Lei è gentilissimo. Forse mi sono espresso male: certamente è lo stato 10 (il
venditore aveva detto 9) della litografia. Io Le avevo segnalato un
particolare, ma ce ne sono altri. Quanto al timbro a secco, avevo allegato il
"negativo" perché la foto era migliore. Ho ingrandito e un po'
contrastato con photoshop il lato in rilievo (glielo allego, con immagine
timbro de Chirico e veduta d'insieme della lito). Da questo punto di vista mi
paiono "corretti" entrambi i timbri. Quanto alla valutazione, l'asta è su ebay, dove Lei sa si
annidano veri e proprio negozi "professionali" a venditori
"eclettici" (come quello che ha questa lito). Non mi pareva troppo
bassa, ma forse mi sbagliavo. A me interessa questo soggetto (che non è frequentissimo),
e dunque accetto da Lei anche qualche consiglio sul reperimento (quella di
Boetto non l'avevo vista...). Grazie. Per farmi perdonare della "scocciatura"
plurima, Le mando (in altra mail) un mio articolo abbastanza recente su
Giovan Battista Piranesi, incisore di altra epoca di cui sono appassionato,
collezionista e - dato che mi occupo di antichità classiche - anche (almeno
un po') studioso. Un piacere, davvero, questo confronto. Parere su opera di Afro Gentile dott. Peruzzi, Mi scuso per il disturbo, non ci conosciamo, sono un
appassionato da non molto tempo di grafica d’arte. Ho letto e apprezzato
molto i suoi articoli che denotano una competenza vastissima sulla grafica
contemporanea. Mi permetto di disturbarla su questo tema: ho la
possibilità di acquisire da gallerista un foglio de L’isola di Cleopatra, una
delle mie opere preferite di quel periodo di Afro (purtroppo l’ultimo) che lo
vede collaborare con 2RC in autentici capolavori (a mio gusto)
dell’acquaforte e acquatinta. L’esemplare ha corretta numerazione, firma,
timbro a secco dell’editore/stampatore, condizioni piuttosto buone (alcune
pieghe non evidentissime nella carta più piccolissime macchie). Quale potrebbe essere a suo avviso una forbice di prezzo, anche
ampia, per pagarla una cifra abbastanza in linea con il mercato? Non le chiedo una stima alla cieca, solo se possibile
un’indicazione molto generale. La ringrazio in anticipo se vorrà/potrà darmi un riscontro
indicativo. “L’isola
di Cleopatra” è stata l’ultima opera seriale eseguita da Afro (è morto durante
la finalizzazione dell’edizione e 50 esemplari sono rimasti senza timbro a
secco della 2RC). E’
molto famosa in quanto frontespizio del catalogo generale delle opere
grafiche di Afro. In
questo momento il mercato delle opere seriali è generalmente depresso e le
aggiudicazioni in vendita pubblica sono molto ballerine. La
serie delle acqueforti acquetinte realizzate da Afro con 2RC vengono
attualmente aggiudicate in asta con una forchetta tra i 1.500 e i 2.500 Euri. Il
massimo che L’isola di Cleopatra ha realizzato in vendita pubblica è stato di
5.000 Euri nel 2008 alla Finarte, ma erano altri tempi. Credo
che il valore di riferimento di mercato (che è quello della vendita pubblica)
per quest’opera si possa affermare essere 2.500 – 3.000 Euri. Gentilissimo, Grazie molte, siamo dunque nella cifra che mi è stata
richiesta. Non voglio abusare della sua cortesia, ma le dico che
l’ultimo dubbio me lo ha fatto venire parlando di ben 50 esemplari non
timbrati a secco. Quello che mi è stato proposto ha una sorta di doppio
timbro a secco 2RC, in parte sovrapposto, come se, chi lo ha eseguito, avesse
visto che non era riuscito bene e lo abbia ripetuto, in parte
sovrapponendolo. È possibile? Sembra operazione un po’ grossolana. In sostanza dovrei pensare che si tratta di una delle
poche con timbro a secco in commercio. Anche la firma di Afro mi pare un po’
diversa da altre che ho visto. La carta riporta a secco logo e scritta
Fabriano, che può essere un indizio di autenticità. Più che confrontare misure e tutti i parametri del
catalogo Afro a Ravenna (quello cui fa riferimento edito da Top Graphic è per
me irreperibile, nonostante molte ricerche) non posso fare, e un timore di
incorrere in un falso un po’ mi rimane. Cosa ne pensa? Mi spiacerebbe restare bloccato da timori, magari non
giustificati, ma anche espormi a una truffa, anche se inconsapevole, del
gallerista. Se ho abusato della sua gentilezza, non si preoccupi, mi
ha già molto aiutato. Nel
timbro a secco 2RC la C è parzialmente sovrapposta alla R. In effetti probabilmente mi sono espresso male, quello che
intendevo è una sorta di doppia timbratura, poi le giro la foto. Effettivamente
lascia perplessi. Potrebbe anche essere che lo stampatore, visto il cattivo
risultato della timbratura, l’ abbia ripetuta. Fossi in Lei chiederei un
parere alla 2RC. Aggiungo che la valutazione di quotazione che Le ho inviato
è per un’opera scevra di difetti. Buongiorno dott. Peruzzi, ho avuto risposta da 2RC, rapidi e gentilissimi, e mi
hanno confermato che il timbro è il loro originale e può succedere il caso di
una sorta di doppia timbratura. Questo dovrebbe sgombrare il campo da ogni dubbio di
originalità. È rimasto tuttavia un ultimo aspetto dell’opera che non so
come interpretare. Dalle mie misurazioni artigianali, le misure del foglio
corrispondono al catalogo (50 x 70) mentre l’immagine è più piccola, anche se
di poco, rispetto a quanto dichiarato a catalogo: 32,5 invece di 33, 43
invece di 44,4. Non so se il catalogo si riferisce alla misura della
lastra (leggermente più grande dell’immagine) o proprio all’immagine finale e
quindi ci sia da preoccuparsi. Grazie per il suo parere. La
carta nel tempo subisce deformazioni (allargamenti o restringimenti). E’
quindi normale trovare piccole differenze dalle dimensioni originali. Mimmo Rotella serigrafia Gentilissimo ing. Peruzzi, approfitto ancora della sua
disponibilita'. Ho in collezione da un po' di anni una serigrafia e collage
di Mimmo Rotella, edita nel 1987, tratta da un'opera del 1962. Acquistata da
me presso una nota galleria lombarda. L'opera è su carta acquerello
Fedrigoni, edizioni Triperti, stampato da Ellea' serigrafia di Bernacchia e
Ciaschini. Ho acquistato questo esemplare poco prima che il maestro
utilizzasse in modo esagerato o quasi sproporzionato questa tecnica. Alla
luce dei fatti avrei evitato di mettere in collezione una sua grafica. Ma il
motivo per il quale le scrivo non è questo: da qualche mese ed in modo quasi
repentino ho notato un marcato dissolvimento del colore rosso della scritta
HEROS e dell'interno delle fauci della tigre (ho indicato nella foto con la
freccia la parte più rossa che è rimasta perché protetta dal pezzo di carta
del collage). Ho sempre avuto cura di non esporla alla luce diretta e di
tenerla ad una certa distanza dai caloriferi. L'opera è stata sempre alla parete
da quando nel 2002 l'ho acquistata. Volevo chiederle se la perdita del colore
è fisiologico oppure dipende da un mio involontario errore. La ringrazio per
il tempo che mi ha dedicato e la saluto cordialmente. Purtroppo,
la perfetta conservazione di una stampa la si ottiene solamente tenendola
riposta protetta dalla carta velina in una cartelletta dentro un cassetto. Se
la stampa è esposta alla luce, anche se non diretta e in condizioni di
umidità accettabili, si degrada inevitabilmente. La
scelta è tra godersela continuamente appesa ad un muro di casa, accettando
l’inevitabile degrado, o saltuariamente, estraendola dalla cassettiera per
ammirarla e poi riporla, ma conservando così la sua sostanziale integrità. Fotolitografia Guttuso Gentilissimo ing. Peruzzi, approfitto della sua competenza
e gentilezza, per avere alcune notizie riguardo ad una Fotolito di Renato
Guttuso, facente parte di una serie di 12 fotolito da 6 e 18 colori dal
titolo "LO ZODIACO" del 1977, tutte con tiratura di 240 esemplari
con numeri arabi XXX esemplari con numeri romani e 30 prove d'artista.
Stampatore ed editore Sigart Roma tutta la serie misura mm. 500x700 (il
foglio) e 360x500 mm. (la parte disegnata). Questa dicitura è riportata sul
catalogo "Guttuso opera Grafica di Paolo Bellini, edit. Club amici
dell'arte. L'esemplare in mio possesso e': LO SCORPIONE , pubblicato a pag
152 del Bellini, tavola nr.350. E' una
pda e firmato a matita a destra e timbro a secco Sigart di Franco Cioppi. Ho
acquistato questo esemplare in una piccola ma nota casa d'aste italiana e contemporaneamente all'aggiudicazione, ho
prenotato il catalogo di Paolo bellini. Premetto che la casa d'aste dichiarava sul catalogo
on-line che l'opera fosse una litografia, ho scoperto che si trattava di una
fotolitografia quando ho avuto l'opportunità di controllare sul Bellini, ma
purtroppo dopo avere fatto l'acquisto. Ho anche riscontrato che le misure del
disegno dell'esemplare in mio possesso sono leggermente diverse da quelle
dichiarate sul Libro (mm. 360x500 sul Bellini contro i 361x530 mm. sul foglio
in mio possesso) mentre sono corrette (500x700 mm.) quelle dell'intero
foglio. Le chiedo se questa piccola differenza riguardante le misure può
essere un indizio di contraffazione. La ringrazio per il tempo che mi ha
dedicato e la saluto cordialmente. L’apposizione
“pda” (prova d’artista) significa, appunto, che si tratta di una prova che
differisce, a volte anche in maniera sostanziale, dall’esemplare con
l’apposizione “bonne à tire” che, terminate le prove, avvia la stampa
dell’edizione ufficiale. Nel suo caso, trattandosi di una fotolitografia, è
molto semplice variare le dimensioni dell’immagine da stampare. Di
solito, le pda di una litografia su matrice da pietra litografica, se vere
prove, sono numericamente pochissime e, certo, non variano le dimensioni
dell’area stampata, ma solo dettagli o colori. L’elevato numero di pda è
un’indicazione di poca serietà nell’edizione (che vuole commercialmente
sfruttare la falsa diceria che le pda, in quanto diverse, valgano di più
della tiratura normale, mentre, invece, è esattamente il contrario). In
questo caso, essendo dichiarata dal catalogo la tiratura delle 30 pda,
ritengo altamente probabile, differendo in maniera sostanziale la misura
della parte impressa (non giustificabile dalle normali piccole differenza tra
un foglio e l’altro dovute al restringersi o allargarsi nel tempo della
carta), che si tratti di un falso. Sconsiglio sempre l’acquisto di una pda,
non solo perchè è dove più facilmente si annidano i falsi, ma, soprattutto,
perché si tratta, appunto, di una prova non ritenuta un risultato valido
dall’artista per l’edizione. Christo Buonasera ing. Peruzzi, non essendo un esperto di grafica,
faccio tutt'altro nella vita, mi rivolgo a lei in quanto uno dei massimi
esperti in Italia in questo settore. Sono un grande ammiratore del lavoro
dell'artista Christo e avrei deciso di regalarmi un lavoro grafico del
maestro per il mio compleanno: Non avendo io gli strumenti necessari, e dopo aver letto
sul suo sito l'importanza dei cataloghi e delle pubblicazioni, volevo
chiederle se è effettivamente pubblicata. Visto che comunque sarebbe anche un
piccolo investimento. Grazie, mi scuso per il tempo che le ho rubato. Non
sono al corrente che esista un catalogo generale dell’opera seriale di
Christo. Il
prezzo di 2.500 Euri che chiedono per l’opera è assolutamente spropositato. Le
elenco i risultati d’asta per “Wrapped Fountain, Spoleto (1968/2002)” : le
aggiudicazioni in Europa variano tra i 300 e i 600 Euri (a cui vanno aggiunti
i diritti d’asta, mediamente 25%). Le
sconsiglio vivamente l’acquisto. Si ricordi che il valore di un’opera lo
stabilisce il mercato delle aggiudicazioni in asta (a cui deve aggiungere
circa un 25% di diritti d’asta). L’opera
acquistata da un gallerista /mercante non può valere più di 500-800 Euri. Come
sempre, consiglio in ogni caso l’acquisto in asta. Domanda studentessa laureanda Buonasera sig. Peruzzi, sono una studentessa
laureanda della scuola di Specializzazione in beni artistici. Sto
scrivendo una tesi sulle grafiche di Alberto Burri (mi volevo in particolare
soffermare sulla questione di Burri a Firenze dove realizza una mostra ad
Orsanmichele esponendo però solo le opere pittoriche e sculture e soprattutto
nel 1994 regala al Gabinetto di stampe e disegni di Uffizi tre cicli della
sua opera grafica - una scelta abbastanza inconsueta in quanto si separava
molto difficilmente dalle sue opere e soprattutto una scelta non chiara
perchè proprio Firenze e perchè non regala un quadro ma la opera grafica). Mi dispiace disturbarla ma visti i tempi in cui ci
troviamo con le biblioteche e università chiuse speravo di chiederLe alcune
cose se in possibilità di aiutarmi per
la mia ricerca: 1. Ho visto che la collezione Peruzzi conta tantissime
opere di Alberto Burri: è stato davvero così sperimentale con l'arte grafica
come si sostiene molto spesso nelle monografie? 2. La sua diversità è nella tecnica impegnata e stravolta
in tanti casi; Oppure la peculiarità di Burri nella grafica è di distaccarsi
proprio dalla sua attività pittorica (sacchi, plastiche, ferri vs. serigrafie
coloratissime, serie di bianchi e neri ecc.) 3. ci sono altri artisti che hanno sperimentato in questo
senso quanto lui dentro la vostra collezione (ho visto l'articolo molto
interessante sulla mostra organizzata da voi che mette in confronto le opere
sulla carta di Burri e Fontana - premesso che non ho studiato molto la
grafica di Fontana ma le sue opere mi sembrano abbastanza simili a quelle
pittoriche ossia facilmente etichettate sotto il nome di Fontana; al
contrario vedere un opera grafica di Burri di primo impatto non è
immediatamente associabile a lui da un occhio abbastanza laico - eccezione
fatta ovviamente per i Cretti, Muffe e Combustioni che sono immediatamente
attribuibili al Burri)? Mi scuso un'altra volta per il disturbo e per il tempo
impegnato, La ringrazio tantissimo, Cordiali saluti.
Sia
Burri che Fontana sono stati altrettanto rivoluzionari rispetto all’arte
grafica quanto lo sono stati nelle opere uniche. Nel
caso di Burri fondamentale, per i risultati strabilianti raggiunti, è stata
la cooperazione con l’editore 2RC (Valter ed Eleonora Rossi) e la sua
stamperia Vigna Antoniniana. Collaborazione che ha espresso il massimo nelle
acqueforti acquetinte delle serie Cretti, Combustioni e Cellotex Bianchi e
Neri raggiungendo risultati impareggiabili nell’innovazione ed espressione
artistica. Certo,
Fontana è più facilmente riconoscibile, ma altrettanto, gli strappi e i tagli
nelle acqueforti acquetinte hanno rappresentato una rivoluzione nelle opere
seriali su carta. Pensi che il catalogo delle stampe originali della
collezione del MOMA ha come copertina l’immagine di una acquaforte acquatinta
nera con strappi di Fontana edita da 2RC. Collezione Gentile sig. Peruzzi, complimenti per la sua collezione. Ho da poco iniziato anche io una piccola collezione e
vorrei chiederle un suo parere. Per il momento mi sto muovendo con gli
artisti legati al Gruppo Forma 1 ( Dorazio, Accardi, Perilli), ma non è
facilissimo e c'è solo un catalogo su Dorazio, nemmeno completo (Dorazio,
L'opera Incisa). La mia idea sarebbe anche quella di vendere ogni tanto
qualche pezzo per rifinanziarla, e forse questi autori non sono un buonissimo
investimento visto il grande numero di opere su ebay e in aste nazionali.
Comunque mi piacerebbe fare una bella collezione e vorrei arrivare anche a
Burri, Fontana e Capogrossi. Per il momento Capogrossi forse è quello più
abbordabile. Sono ancora una studente. Ho visto questo bel lavoro su ebay e
vorrei acquistarlo. Per quanto riguarda la grafica internazionale invece ha
qualche consiglio da darmi? Io pensavo ad Hartung e Tàpies, Sonia Delaunay e Max Ernst. Perchè non
posso permettermi gli americani, Picasso, Hockney o gli atri. Grazie in
anticipo. il
mio consiglio è quello di evitare gli acquisti su Ebay: i prezzi sono sempre
fuori mercato. Il valore di mercato delle opere lo fissano i lotti realmente
venduti (non stimati) nelle case d’asta. Opale n.2 è una delle più brutte
opere seriali di Capogrossi ed il prezzo proposto è assurdo. Negli ultimi
anni la quotazione media di una litografia di Capogrossi è compresa tra i 250
e i 450 Euri per i lotti aggiudicati in asta (più diritti). Ti consiglio di
abbonarti ad Artprice per essere aggiornato sui valori di mercato ed essere
informato sulle prossime aste a cui ti consiglio di rivolgerti per gli
acquisti. Il rivendere opere acquistate per finanziare nuovi acquisti ed
incrementare il numero delle opere in collezione è illusorio: le nuove opere
costeranno come quelle già in possesso, anzi, di più perché, proseguendo
nella collezione, si cerca di aumentare il livello e la qualità degli
acquisti. Per
quanto riguarda la scelta degli autori, Capogrossi è un buon inizio (molto
meno lo sono Dorazio, Perilli ed Accardi). Gli
autori esteri di livello sono più costosi rispetto agli affermati
internazionalmente autori informali italiani
come Fontana, Burri, Afro, Castellani, Capogrossi, Vedova….. o come
quelli dell’Arte Povera. Litografie Campigli Le scrivo perché la seguo e la ritengo una voce
professionale nel campo della grafica d'autore. Posseggo il libro originale delle Poesie di Verlaine
illustrato da 20 litografie originali di Massimo Campigli. Volevo gentilmente
sapere se le litografie originali sono quelle applicate al testo o quelle a
parte su carta zender. La ringrazio infinitamente. Buona giornata. Di
ciascuna litografia, catalogate dal Meloni/Tavola dal n.71 al n.86, a parte
alcune prove in parte firmate, sono stati tirati 55 esemplari su carta Pescia
per il Volume “Verlaine - Poesie” e 52 esemplari su cartoncino Zender allegati a ciascun volume. Un
esemplare del volume (numerato A) è stato firmato da Massimo Campigli e
dall’Editore ed ha allegati 10 studi originali di Campigli oltre alle 52
litografie ripetute su cartoncino Zender; un
esemplare del volume (numerato B) è stato firmato dall’illustratore ed ha
allegati 2 studi originali di Campigli oltre alle 52 litografie ripetute su
cartoncino Zender; 50
esemplari del volume (numerati da 1 a 50) con allegate le 52 litografie
ripetute su cartoncino Zender; 3
esemplari fuori commercio con allegate le 52 litografie ripetute su
cartoncino Zender. Ritengo
si potrebbe affermare che ambedue le serie, quella facente parte del corpo
del volume su carta Pescia e quella allegata a fogli sciolti su cartoncino
Zender, siano ambedue “originali”: certo che quelle del volume, essendo
numerate dal volume stesso e stampate su carta Pescia, hanno una dignità ben
maggiore (semplificando: il valore di un volume è estremamente superiore al
valore di una serie su cartoncino Zender senza numerazione). Parere su multipli Giuseppe Penone Buongiorno, inizio subito con i complimenti, doverosi, per la sua
splendida collezione; mi è molto dispiaciuto non aver potuto visitare la sua
casa-museo a Milano, spero quanto prima di poterlo fare nella nuova location,
parimenti interessante. Le chiedo, se possibile, un parere su una serie di opere
che ho visto far parte della sua collezione, cioè la raccolta di Giuseppe
Penone "33 erbe"; potrei acquisire una parte della cartella (6
opere) ma sono dubbioso su una simile operazione: possiedo alcune cartelle
complete di artisti che colleziona anche lei, ma non ho mai trovato nulla di
Penone, quindi sarei portato ad acquisire qualcosa di suo; parimenti non sono
sicuro che possa aver senso prendere solo una parte di tale cartella. Il discorso ovviamente è estensibile a tutte le occasioni
(innumerevoli, purtroppo) in cui ci si trova cartelle o raccolte parziali
facenti parte di un corpus che l'artista ha pensato come unico. A margine, poichè possiede la cartella, le volevo chiedere
se le opere sono firmate e numerate singolarmente o solo in frontespizio (non
ho trovato nessuna indicazione certa al riguardo), visto che mi sono state
proposte incorniciate ma non ho trovato ispezionandole nessuna firma o
numerazione visibile. Le
“33 erbe” di Giuseppe Penone non sono una raccolta di opere diverse, ma
costituiscono un’opera unica indivisibile
che, infatti, è titolata, firmata e numerata su una litografia apposita, la
34. L’acquisto di singole litografie non avrebbe alcun senso, sia artistico
che commerciale. Paolini Volevo cortesemente abusare della tua pazienza per
chiederti una consulenza : Oggi sono andato da Marconi per vedere una grafica di
Paolini visto che di lui non ho nulla
ma tu mi insegni che ciò non è un peccato veniale . Sicuramente tu hai il catalogo delle grafiche "
Impressions Graphiques di Noire anno 1992 " e volevo chiederti se è
presente su tale catalogo e se eventualmente ci sono delle info che io non ho
e che nemmeno la ragazzina del negozio
di Marconi sapeva E' una litografia ,serigrafia e collage del 1984 dal
titolo "trionfo della rappresentazione" (ce ne sono alcune versioni
diverse con lo stesso titolo ) tirata in 100 esemplari. Ti allego un'immagine dell'opera. Se quando avrai tempo e voglia mi fai questo favore , ti ringrazio infinitamente. L’opera
è catalogata sul Noire al numero 52 con la seguente descrizione: Trionfo
della rappresentazione litografia
e collage tiratura
di cento esemplari numerati e firmati cm
91.5 x 72 Studio
Marconi ed. Milano
1984 Afro Buon giorno ho recentemente acquistato dagli Stati Uniti un opera di
Afro Basaldella dal titolo Sagra degli uccelli del 1961. Non sono riuscito a reperire materiale riguardante questa
litografia. Il foglio si presenta in ottime condizioni e misura 77.5 x
52 cm., i colori sono,a mio parere, vividi e non scoloriti, la carta sembra
fatta a mano. Potrebbe aiutarmi ? Scusi l'ignoranza in materia ma mi piace l'arte. Ringrazio moltissimo. L’immagine
che mi allega corrisponde all’opera catalogata al numero 17 con il titolo
“Sagra degli uccelli” dell’ Afro – catalogo ragionato delle incisioni e
litografie curato da Enzo Crispolti. I
dati di catalogo riportano: 1962 Litografia Lastra
430 x 560 Foglio
515 x 675 Edizione: 90
esemplari numerati da 1/90 a 90/90 15
esemplari numerati da I/XV a XV/XV con la scritta “prova d’artista” 16
esemplari numerati da 1/16 a 16/16 con la scritta “prova di stampa” Tutti
gli esemplari sono numerati a matita in basso a sinistra e firmati a matita
in basso a destra Stampatore
ed Editore: Enrico Castelli – Roma Verifichi
che le caratteristiche della stampa corrispondano ai dati di catalogo (la
data ad esempio…….) Serigrafia Lucio Fontana 1965
concetto spaziale ovale rosso S 4 libro Ruhé Rigo pag. 121 Gentile Sig Peruzzi, la disturbo con questa e mail, se puo' dedicarmi qualche
minuto del suo tempo libero, per chiederle, in quanto esperto nazionale sulle
litografie di Fontana e di altri artisti, un parere sulla litografia del
maestro Lucio Fontana, del 1965, pubblicata sul libro Ruhé Rigo a pagina 121,
S 4, serigrafia su carta 70 x 50 cm, ovale rosso con strappi, esemplare
66/100, che ho acquisito in
asta. Cosa ne pensa? Si puo' sapere chi la pubblico'
nel 1965? Ha altri dati al riguardo?
Purtroppo,
a mio avviso, l’opera da Lei acquistata non è la serigrafia S4 menzionata a
pag. 121 del catalogo Ruhé Rigo. La serigrafia di cui mi allega le immagini
non risulta catalogata in alcuna parte del Ruhé Rigo. Le
allego la pagina 121 del catalogo dove è riprodotta l’immagine della
serigrafia S3, con buchi apposti manualmente, e dove è catalogata anche la
S4, senza immagine della stessa, ma con la descrizione della serigrafia che
dichiara come la stessa sia di identico colore e immagine della S3, ma con la
differenza che i buchi, invece di essere apposti a mano, sono riprodotti a
stampa (incisione). La sua serigrafia ha apposti tagli, non buchi, non ho
capito se apposti a mano o riprodotti stampati. Buonasera Dr Peruzzi, dal libro Ruhé la serigrafia S4 dovrebbe essere la stessa
della S2 a pagina 120, con tagli di Fontana, in colore blu, solo che in
colore rosso, cosa che corrisponde alla perfezione con l'esemplare in
mio possesso. L'esperto è lei ma non ho dubbi ragionevoli sul fatto che non
sia un'esemplare della S4. La corrispondenza tra l'esemplare in mio possesso
e la S 4 è perfetta. Attendo sue notizie La
descrizione del catalogo della S4 a pag.121, a cui fa riferimento anche la
casa d’aste, mi sembra univoca: dice che la S4, di cui non riporta
l’immagine, è identica nel colore alla S3 e con i fori stampati invece che
apposti a mano. gentile sig Peruzzi, una buona notizia a completamento delle e mail alle quali
ha pazientemente e gentilmente risposto: la Fondazione Lucio Fontana ha
registrato favorevolmente a mio nome nella cartella insieme alle altre
opere, la serigrafia ovale rosso 70 x 50 cm, esemplare 66/100 con tre
stappi del 1965 descritta a pag 121 del libro Ruhè Rigo come
S4. Purtroppo non rilascia archivio scritto. Ma direi che può
andare bene lo stesso; l'opera ha il benestare della galleria Boetto di
Genova e quindi della ANCA (associazione casa d'asta
italiane) e il parere favorevole con registrazione a mio nome
nella Fondazione Lucio Fontana di Milano. Credo che possa valere metterla in collezione. Ringrazio ancora per la cortesia e la pazienza. Libro di poesie di Catullo con
litografie di Cassinari Alla Gent. Attenzione del Sig. Peruzzi Buongiorno, le scrivo perchè sono in possesso di una
raccolta di poesie di Catullo dove al suo interno vi sono 10 Litografie di
Cassinari, sono libri in possesso dalla mia famiglia da anni. Gradirei, sempre se possibile, avere una valutazione della
raccolta. Rimango a disposizione per eventuali delucidazioni e
chiarimenti. Attendendo vostra risposta, vi ringrazio anticipatamente
e chiedo scusa per il disturbo. Buona Serata Il
libro a cui Lei si riferisce dovrebbe essere: Catullus,
Gaius Valerius Dal
libro di Catullo, a cura di Mario Ramous, con dodici litografie di Bruno
Cassinari Bologna
1966 137
p., 12 litografie, 33 cm Ed.
di 150 esempl. num. 1-150 più 15 f. c. num. I-XV [BNI]
6613329 in
cui però sono contenute 12 litografie e non 10 come da Lei indicato. L’unica
aggiudicazione in vendita pubblica risale al 2008 ed è stata di 1.200 Euri al
netto dei diritti d’asta. Un’aggiudicazione
recente di un’opera comparabile, “Per via di cavalli” del medesimo Editore e
tiratura, con scritti di Vittorio Alfieri e con 12 litografie a colori (va
segnalato che l’esemplare in vendita conteneva un disegno a china e
acquarello pezzo unico) ha realizzato nel 2015 650 Euri al netto dei diritti
d’asta. Considerando
che le stampe originali di Cassinari di dimensione 70 X 50, siano esse
acqueforti acquetinte o litografie, vengono aggiudicate tra i 50 e i 100
Euri, ammesso che il libro e le litografie siano in buone condizioni (e che
siano 12), credo che il valore di mercato si possa collocare tra i 600 e i
900 Euri. Enrico
Castellani "The Life And Death Of Julius Caesar" Salve Ing. Peruzzi, le scrivo per avere la seguente
consulenza, se possibile. Possiedo un volume (libro
d'artista) edito da Colophon Arte nel 2012 dal titolo "The Life And
Death Of Julius Caesar" contenente due incisioni di Enrico Castellani
tirate in 50 esemplari delle dimensioni di 50x35. Il libro è esaurito presso
l'editore. Quale è a suo parere il valore dell'opera? Grazie mille. Considerando che le
estroflessioni multiple di piccola dimensione, storiche, anni 70 - 90,
vengono attualmente aggiudicate in asta tra i 500 e i 1000 Euri, considerando
che il libro è del 2012 e le estroflessioni sono minuscole, credo che il
valore di vendita pubblica non possa superare gli 800 - 1000 Euri. Grazie
delle informazioni. Per
quanto riguarda i prezzi dei mercanti, non avevo dubbi che avessero molto
fantasia. Riproduzioni di opere di
Picasso definite litografie originali Buongiorno, ho ricevuto in eredità queste due
litografie di Pablo Picasso, di cui allego dettagli e foto. Sarei interessato alla vendita
e vorrei sapere se fossero di vostro interesse e che valutazione dare. Grazie mille LITOGRAFIA "FIGUERES" Edizione limitata - 250 copie Provenienza: collezione privata
Nizza, Francia Dimensioni: 28,2 x 38,2 cm LITOGRAFIA "TORROS" Edizione limitata - 250 copie Provenienza: collezione privata
Oxnard, California Dimensioni: 39,5 x 49,5 cm
(litografia) - collocata all'interno di una cornice nera con passe-partout da
73 x 63 cm Entrambe firmate e numerate in
basso a sinistra e corredate da certificati che ne attestano la piena
autenticità. Come
chiaramente desumibile dai dati riportati nei certificati allegati alle due
opere non si tratta di litografie originali di Pablo Picasso, ma di
riproduzioni postume eseguite in tiratura limitata con tecnica foto
litografica di opere di Pablo Picasso: nei fatti sono dei manifesti/posters
stampati in offset in tiratura limitata. Il valore di mercato è quello dei
manifesti/posters incorniciati. Il
mercato è pieno di queste riproduzioni, non solo di Picasso, ma di tutti i
grandi maestri, dove mercanti con pochi scrupoli giocano con il termine
litografia, originale, tiratura limitata, distruzione delle matrici vendendo
dei manifesti/posters. In questo caso almeno è stata dichiarata la data di
esecuzione della stampa, 1990 in un caso e 2008-2009 nell'altro, quando
ricordo che Picasso è morto nel 1973. Acquatinta Afro Buonasera
Dott. Peruzzi, sono un
giovane collezionista di grafica di 30 anni. Ho iniziato fin dall'adolescenza
a comprare opere grafiche per continuare la collezione di mio nonno. Recentemente
mi hanno proposto una acquatinta di Afro ma ho qualche esitazione. Nonostante
abbia tutte le caratteristiche indicate nel catalogo generale (formato,
numerazione, tipo di carta e filigrana), non presenta il timbro a secco dello
stampatore 2RC. Puó
trattarsi di una dimenticanza? Secondo
lei come mi dovrei comportare? Afro mi
piace molto come artista e non ho ancora nulla di lui. Io sono a
conoscenza di una sola opera di Afro edita dalla 2RC in cui metà
dell'edizione manca del timbro a secco: si tratta di Isola di
Cleopatra, ultima opera di Afro che vide la morte del Maestro durante la sua
edizione che trovò metà di essa firmata ancora a casa di Afro e su cui 2RC
non appose il timbro a secco. Tale circostanza è certificata dall' Archivio
Afro. Fossi al suo
posto eviterei l'acquisto, non fosse altro che per la difficoltà che avrebbe
poi in caso volesse rivenderla. Grossolano
falso di Alighiero Boetti Buongiorno Dr. Vittorio
Peruzzi, mi sono innamorato di questo
pezzo che mi è stato presentato come un’opera di Alighiero Boetti chiamata
“Buchstabentafel” 1980/86. Solo ad un esame attento e
ravvicinato mi sono accorto che il solo passe-partout è firmato e numerato
1/16 mentre l’acquerello è attaccato al retro dello stesso. La
provenienza è austriaca e mi è stato garantito più volte che il vecchio
proprietario dell’opera, un grande collezionista di grafica moderna
internazionale, lo teneva con sé da svariati anni nella libreria
antiquaria che adesso è chiusa dopo la sua morte. La ringrazio per il suo parere. Grazie e buona giornata. Boetti non ha mai realizzato opere
simili e la firma non è sua (Boetti ha sempre firmato in corsivo e mai in
stampatello). La tecnica poi non può essere un
acquarello (che senso avrebbe mettere un passe-partout con una numerazione
progressiva ad un'opera unica). Probabilmente si tratta di una stampa, ma
certamente non di Alighiero Boetti. Su ebay http://www.ebay.pl/itm/Alighiero-Boletti-Ital-Buchstabentafel-AQ-Papier-sign-guter-Zust-um-1980-86-/371552999529?hash=item568248d869:g:rbUAAOSwe7BWvghg
stanno vendendo quest'opera smaccatamente falsa nell'attribuzione. Interventi
manuali di Fontana sulle edizioni Gent.Le Dott. Peruzzi, Gli strappi i tagli sulle opere seriali
di Fontana sono parte del loro processo realizzativo. Che siano stati
eseguiti direttamente da Fontana o dallo stampatore non fa alcuna differenza. Non ho informazioni, ma non credo
proprio che Fontana, dopo aver eseguito gli interventi sull'esemplare bonne à
tirer, passasse le sue giornate a fare strappi e tagli sui fogli
dell'edizione. Emilio
Vedova - Immagine del tempo Egregio dottor Peruzzi Anzitutto le
consiglio vivamente di sostituire al più presto la cornice perchè l'attuale
lascia passare la sporcizia, i parassiti e l'umidità. I fogli del
ciclo "Immagine del tempo" tirato nel 1959 in 40 esemplari hanno una
dimensione di 47,5 x 64,5 cm. Lei invece misura 42 x 58,5. Io credo che la
spiegazione, osservando l'attuale cornice del foglio che avrebbe dovuto
lasciar rovinare in maniera palese tutto il contorno del foglio e che,
invece, appare perfetto, sia che il foglio sia stato rifilato per eliminare
la parte ammalorata che probabilmente, se era stato incorniciato nel medesimo
modo, si evidenziava. Il valore di
mercato già scarso, in questo momento, di queste litografie di Vedova crolla
in maniera sostanziale in caso di rifilature. L.
Fontana E-2 Gent.Le
Dott. Peruzzi, Da quanto si
può giudicare dalla immagine fotografica, l'impressione è che l'opera sia
"buona". Il fatto che
il catalogo delle opere seriali di Fontana di Camillo Rigo e Harry Ruhé,
l'unico esistente, non riporti la tiratura delle prove in numeri romani, e
che tale tiratura altrettanto non risulti alla Fondazione, è però un fatto
importante che sconsiglia, a mio avviso, l'acquisto da parte di un
collezionista in quanto, all'atto di una eventuale futura cessione
dell'opera, questo elemento peserebbe molto negativamente. Per
valutazione Litografia Afro, Sottobosco, numerata e firmata Gentile dottor Peruzzi Le scrivo da Roma. Sono in
possesso di una litografia firmata Afro, numerata, 55/90 che da una sommaria
analisi dovrebbe intitolarsi Sottobosco del 1959. La stessa identica che ho
trovato dopo una certa ricerca nel suo sito. Avendo constatato la sua perizia
in materia e disponibilità, mi chiedevo se fosse possibile inviargliene una
qualche immagine per avere intanto una sommaria indicazione in merito. Il
pezzo risale agli anni 60, con cornice d’epoca e alquanto ben conservato. Lo
posseggo da diverso tempo e mai prima mi ero deciso a farlo valutare. L’ho
smontata e ho potuto constatare la strana carta, mi pare in tre/quattro
colori. Poi, ultimamente, grazie al consiglio di un amico appassionato, mi
son detto perché no! come potrei procedere nel caso lei fosse interessato a
visionarlo? Un cordiale saluto. Se le
condizioni di conservazione del foglio sono buone (assenza di macchie,
fioriture, spiegazzamenti, impronte di nastro adesivo, incollaggi), l'attuale
possibile prezzo di aggiudicazione in vendita pubblica si colloca in un
intervallo tra i 1.000 e i 1.800 Euro, diritti d'asta esclusi. Galera Gentile Dott.Peruzzi, Le invio un pò di immagini di
un soggetto a Lei ben noto e che amo particolarmente. L'esemplare che mi è stato
offerto presenta però parecchi piccoli puntini di foxing lungo il margine
frontale del foglio ( poco visibili nelle foto). Il retro, a parte
l'ondulazione tipica delle incisioni, è perfetto. Mi chiedevo se il foglio, nelle
condizioni in cui si trova, valga la pena dell'acquisto, anche nella
prospettiva conservativa futura... Cordialmente. Galera è una
splendida acquaforte acquatinta di Afro e l'esemplare di cui mi invia
l'immagine mi sembra molto ben conservato, considerando che è stato stampato
nel 1974. Gli inevitabili difetti minori indotti dal tempo non compromettono
il valore dell'opera. Informazioni
su multiplo di Jannis Kounellis Buonasera, Senza titolo
1977-1987 Serigrafia
in B/N su cartoncino compensato bianco da cartotecnica con una cartolina a 2
battute di colore assemblata mediante fermaglio. Cm 68x91 firmata e
numerata dall'artista sul fronte. Edizione in
100 esemplari ed alcune P.A Opera
facente parte della cartella "Contrappunti - 7 notazioni visive di
Accardi, Boetti, Buren, Kounellis, LeWitt, Paolini e Pistoletto" edita
da A.E.I.O.U Edizioni d'arte (Roma) a cura di Bruno Corà , stamperia Multiplo
Serigrafico di Città di Castello. Aldo
Spoldi Salve, come posso fare per avere una
stima delle serigrafie su pannelli di Aldo Spoldi ? Mi mandi le immagini, il titolo,
dimensioni, anno di edizione, editore. Ecco le foto credo si tratti di
Sell Brother's di Aldo Spoldi, 1988, 135 x 200 cm circa, Serigrafia su
carta, in n. 7 pannelli. Cordialità. Aldo Spoldi ha un mercato estremamente ristretto, ancor di più
nell'opera seriale dove le vendite pubbliche degli ultimi anni si contano
sulle dita di una mano e i valori di aggiudicazione sono ridicoli (anche se mai sono sono
state bandite opere seriali della qualità di "Sell Brother's" o
della consorella "I giochi di Shakespeare" ambedue edite da
Marconi). L'unica
aggiudicazione che può aiutare nella valutazione è la seguente opera unica: Lotto numero
239 Maestro
Pulce (1981) Pittura ,
Tempera/carta , 195 cm x 205.0 cm, in 10 pannelli Stima:
3.300 € - 3.600 € Prezzo di
aggiudicazione: 3.000 € Il Ponte
Casa D'aste Srl, Milano ITALIA,
16/12/2014 Io direi che
l'opera seriale Sell Brother's potrebbe essere proposta alla vendita
pubblica, purché in perfette condizioni di conservazione, a 900 euro. Libri
d'artista Gradirei conoscere la sua
opinione circa i libri d'autore che riportano allegate o all'interno
litografie firmate e numerate dall'autore. Queste litografie hanno un
reale valore artistico o possono essere considerate piacevoli riproduzioni ? Credo
inoltre che gli specialisti del settore tendano a vendere singolarmente le
litografie contenute nel libro per incrementare i profitti o per aumentare le
possibilità' di vendita.Grazie per una sua risposta. Cordialità'. Per i libri
d'artista la casistica è varia: ci sono quelli in cui le grafiche contenute
fanno effettivamente parte dell'opera costituendone un corpus unico
essenziale ed inscindibile per la costruzione del significato dell'opera (ed
il dividerle dal libro costituisce uno sfregio dell'opera ed una
inaccettabile mutilazione) ed altri in cui fin dall'origine l'accoppiamento
libro con opere grafiche è una banale (e spesso volgare) operazione
mercantile volta solo ad incrementare le vendite dell'opera, semplicemente
accostando due nomi famosi, includendo una grafica che nulla ha a che vedere
con il testo del libro. Per meglio
chiarirmi le porto un esempio per ciascuno dei due casi con due libri
d'artista che fanno parte della mia Collezione e che possono ben
rappresentare i due limiti estremi della casistica: "Das
Reich" libro d'artista con testo di H. Heibenbuttel e 10 serigrafie di
V. Adami, Maeght (Parigi) 1974 - 150 + 25 (hdc) + 450 + 10 esemplari numerati
e firmati, in cui le grafiche illustrano splendidamente la genesi storica del
Terzo Reich; "Ero e
Leandro" con testo di C. Marlowe e litografia (recto) con superficie
specchiante (verso) di M. Pistoletto, Edizioni Rizzardi (Milano) 1990 - 120 +
XXX esemplari numerati e firmati, in cui l'accostamento tra il testo e
l'autoritratto fotografico di Pistoletto nulla c'entra con il mito greco
della tragica storia d'amore tra la sacerdotessa di Afrodite ed il giovane
Leandro. Questo naturalmente nulla toglie al valore artistico delle due
singole opere. Edizione
notturna di Kounellis Buongiorno Dott. Peruzzi, Possiedo
anch'io l'opera. Dimensioni :
76 X 57 cm. Editore :
Galerie Kluser + Editions Schellmann (Monaco) 1987 - 90 + XXX + 10 esemplari
numerati e firmati. Pubblicato :
al N.199 del catalogo Art Editions 4 delle Editions Schellmann (Monaco 2004)
e al N.21 del catalogo Kounellis 1972-1990 (Editions Schellmann 1991). Multipli
di Bonalumi e Castellani Egregio dottor Peruzzi, ho notato (con piacere) -
visitando il suo sito - che spesso e volentieri presta la sua competenza al
servizio di appassionati che intendono confrontarsi con lei su tematiche
connesse a multipli, quotazioni e stampe d'arte. Sono stato ospite nella sua
bellissima casa un paio di anni fa (un sabato mattina) ed ho avuto modo,
anche se per poco tempo, di apprezzare la sua collezione (sicuramente non
ricorderà, ma all'epoca le chiesi se fosse interessato a cedere il Giovenale
I - stamperia Carini di Zorio, ricevendo un cortese ma ovvio diniego), ma
anche la sua persona. Ciò premesso, in questi giorni
sto valutando l'idea di acquistare dei multipli riconducibili ad una corrente
(spazialismo) e ad un supporto (plastica/pvc.. credo che renda al meglio
l'idea del movimento artistico): ho letto la sua opinione riguardo al controverso
"portalibro" di Fontana e ho accantonato il proposito. Viceversa, volevo conoscere la
sua opinione sul multiplo di Castellani annesso al volume "Enrico
Castellani Pittore", Achille Mauri 1968 (me ne hanno offerto uno ben
montato a € 1.800) ma, soprattutto, sapere da Lei se ha notizie del multiplo
di Bonalumi che si vede in questa pagina: io lo trovo bellissimo ma in
rete non trovo nessuna ulteriore corrispondenza. La ringrazio per tempo che
vorrà dedicarmi. Un caro saluto. Il multiplo
di Bonalumi è molto bello: le allego il riferimento che ho trovato. Il multiplo
di Castellani è grazioso ma lo trovo molto caro per un'edizione di 1000
esemplari non firmata e non numerata. Rotella
- La bella Monica Gent.le Dott. Peruzzi, In questi giorni una galleria
mi ha proposto un esemplare di un decollage di Rotella appartenente al ciclo
"Vanity fair"... Il soggetto è molto bello e
accattivante, recente nella produzione del Maestro ma di sicuro effetto e
certamente meno scontato rispetto ai classici manifesti cinematografici. Lei pensa che il soggetto sia
meritevole d'attenzione oppure trascurabile? Rotella nei
due anni che hanno preceduto la sua morte ha realizzato 50.000 stampe con
tecniche fotolitografiche di opere precedenti screditando completamente il
suo lavoro di artista seriale. Se l'opera appartiene a quei lotti di opere le
sconsiglio vivamente l'acquisto. Il soggetto
di questa opera è tratto dalla copertina del primo numero del periodico
Vanity Fair che risale al 2003.L'opera in questione quindi non replica alcun
vecchio soggetto di Rotella se non il suo originale che assieme ad altri
soggetti rappresentò una specifica mostra del 2004. Esiste, ma Lei credo lo
sappia, una pubblicazione specifica al riguardo. Il catalogo
di Paola Jacobbi e Pierre Restany della mostra Vanity Fair che si è tenuta
alla Triennale di Milano nel 2004 riporta i decollages originali di Rotella
realizzati per la mostra. Le fotolito dei decollages originali che sono state
realizzate negli anni successivi, rappresentanti Monica Bellucci, Penelope
Cruiz e altre stars, non sono a mio avviso definibili opere seriali originali
ma semplici manifesti numerati e firmati. La questione dei manifesti firmati che non possono considerarsi vere
e proprie opere seriali l'ho letta sul suo sito e ne condivido il
ragionamento ma in questo caso non vedo come poter definire questi soggetti
dei meri manifesti dal momento che l'autore non si è solo limitato ad apporre
una firma, bensì ne ha stabilito una tiratura e ha fatto (o ha fatto fare)
degli interventi manuali su di essi affinché ogni esemplare fosse in parte
diverso l'uno dall'altro. Se l'originalità di un soggetto passa attraverso il fatto che esso
non sia stato precedentemente eseguito come pezzo unico (così mi pare di
intendere), allora gran parte delle opere seri-litografiche di vari autori
sono dei semplici poster o manifesti. Che dire ad esempio di Giuseppe Capogrossi? Quasi tutti i suoi
soggetti discendono da una superficie pezzo unico e l'elenco di opere ed
artisti potrebbe continuare.... La questione è effettivamente complessa ed è in questa complessità e
mancanza di univocità di giudizi, regole e comportamenti che si inseriscono
le operazioni commerciali come quelle create sull'opera di Rotella da editori
e mercanti disinvolti che determinano la distruzione del mercato della stampa
originale - opera seriale d'autore - in Italia. L'artista contemporaneo ha a disposizione una estrema varietà di
tecniche per la realizzazione di un'opera seriale: dalle più tradizionali
fino all'utilizzo della foto litografia e foto serigrafia (e qui i puristi
della tradizione inorridiscono); ma non è la tecnica utilizzata a decretare
se la realizzazione sia un'opera seriale dell'autore o una semplice
riproduzione: è la volontà di ciò che vuole realizzare l'artista che
decreta se sia stata prodotta un'opera seriale o una semplice riproduzione di
un'opera singola. Nel caso delle 50.000 stampe realizzate negli ultimi due anni prima
di morire da Rotella, in cui sono state foto litografate/serigrafate opere
singole firmate realizzate nel passato, foto ritoccandole per nascondere la
firma (che avrebbe reso palese l'origine del lavoro), siamo senza dubbio di
fronte a semplici riproduzioni/manifesti firmati e stampati in tiratura
limitata. Questa operazione ha purtroppo distrutto il mercato dell'opera
grafica originale di Rotella e costituisce uno degli esempi più eclatanti di
pratiche commerciali al limite della correttezza avvenute in Italia nel campo
della grafica d'arte. Sconsiglio vivamente l'acquisto di queste stampe che si trovano in
vendita a migliaia a prezzi accattivanti sul web e, purtroppo, presso
mercanti e gallerie. Nel mondo dell'arte il tempo è un giudice infallibile e
impietoso nel decretare il valore artistico e commerciale delle opere degli
artisti. Per
Mann di Afro Da tempo, tra i miei vari
interessi, c'è quello rivolto all'opera grafica di Afro
intitolata "Composizione per Mann". Ciò che però mi frena dalla sua
acquisizione è la questione non molto chiara circa la sua tiratura e natura
realizzativa. In buona sostanza: quante ne
sono state prodotte? E ancora, sono solo litografie o ci sono anche
incisioni? Attendo con calma un suo
riscontro, chiedendole anche di esprimere un giudizio di valore su quest'
opera seriale e su quale, secondo Lei, bisognerebbe "puntare" in
caso d'acquisto. 33 del 1966 litografia lastra 38,2 x 53,7 cm 125 + 12 + VIII + 5 esemplari firmati e
numerati editore Mann (Monaco) stampatore Caprini (Roma) 34 del 1966 acquatinta e calcografia a secco lastra 38,2 x 53,7 cm 70 + VIII + 3 esemplari firmati e
numerati timbro a secco Romero editore Romero (Roma) stampatore Romero (Roma) Io punterei all'acquatinta (tecnica
esecutiva e timbro a secco). Muffa
1957 di Alberto Burri Gent. Dott. Peruzzi, Mi è stata recentemente
proposta una storica grafica di Burri titolata Muffa (veda l'immagine
allegata) e che dovrebbe essere del 1957 o del 1959. Sicuramente è meno
"popolare" rispetto a combustioni, cretti, bianchi e neri,
ecc... Lei cosa ne pensa di questo
lavoro? Intendo dire se possa considerarsi un lavoro significativo o
"minore" rispetto ai citati cicli ben più noti. Ringrazio. "Muffa 1957" è la prima opera grafica catalogata e riprodotta,
la seconda realizzata da Burri (la prima è una litografia del 1950 di cui
esiste un unico esemplare presso la Fondazione). E' un'
acquaforte e litografia a colori di 31,5x39,5 (foglio 44,5x51,5), tirata in
150 + 12 + XXV esemplari numerati e firmati, Edita da Castelli (Roma) nel
1957. Esistono due varianti: una tirata in 12 esemplari e l'altra in 2
esemplari, ambedue numerate e firmate. Quest' opera
è fondamentale e molto ricercata, anche se meno "incisiva" di
altre, per il fatto di essere la prima. Non se la
faccia scappare. Incisione
acquaforte acquatinta del 1986 di Salvador Dalì Buongiorno, le scrivo su consiglio avuto
sul forum di finanzaonline per avere un parere sopra un'incisione acquaforte
acquatinta di Dalì realizzata a Roma presso una grafica d'arte, la quale
possiede ancora la matrice. Cercando su internet ho trovato
un forum dedicato all'arte dove rispondono esperti su ogni singolo autore. Grazie in anticipo. Nel
dettaglio poi, trattandosi della riproduzione di una litografia di Dalì,
anche ammesso che Dalì abbia poi firmato i fogli dell'edizione, questa non
può sicuramente definirsi una stampa originale di Dalì, ma una semplice
riproduzione di una litografia di Dalì. Il valore commerciale è nullo. La
tiratura effettiva eseguita dalla 2RC di "Vite" di Lucio Fontana
del 1968 Da
tempo desidererei acquistare un' incisione di Fontana che Lei conosce bene,
si intitola Vite ed è del 1968 (forse). L'esemplare
che mi è stato proposto a € 3100 è in buon stato di conservazione (non ha
segni di incollaggio, non è rifilato, ecc...) ma abbastanza sbiadito e
spento sullo sfondo; direi ridottosi al 50% rispetto l'intensità della
gradazione originaria. Il
gallerista (forse tira acqua al proprio mulino) mi ha detto che è del tutto
naturale poichè il soggetto è una carta assorbente che ha più di
quarant'anni... Fin lì
ci arrivo anche io, ma gradirei sapere se per Lei vale la pena acquistarla o
cambiare "rotta"... Inoltre,
l'esemplare in questione è l'83 di 99 ma ho scoperto recentemente che il
catalogo della 2RC indica per questo lavoro (vds. pag. 245) una tiratura di
95 + XV p.a. anzichè, come sapevo io, 99 + 21 p.a. Altri errori, come spesso
accade, di stampa?! Amo
l'arte ma ho disponibilità contenute e non amo buttare via soldi, perciò
chiedo numi a Lei che di sicuro ne sa più di me... Sulle ultime
2 acqueforti acquetinte eseguite da Lucio Fontana con la 2RC nel 1968, anno
della morte, c'è sempre stata confusione: il primo
catalogo 2RC, quello "Big Prints from Rome" del 1989, per Vite
indica una tiratura di 80 + XXV; il sito web
2RC indica 95 + XXV; Ruhé - Rigo
indica 99 + XXI. Io ritengo
che il problema sia legato alla confusione che si è generata con la morte di
Fontana sulle edizioni in corso. Lo stesso accadde ad Afro con "L'isola
di Cleopatra", lavoro in corso alla sua morte, per cui il gruppo di
esemplari che aveva in casa sono firmati ma non hanno il timbro a secco della
2RC. Poichè Ruhè
- Rigo rappresenta oramai il catalogo riconosciuto da tutti per le opere
seriali di Fontana, ritengo che vada considerata come definitiva la tiratura
indicata di 99 + XXI. L'esemplare
in possesso della Collezione Peruzzi è il 58/99 e quando lo acquistai era
nota la problematica. Per quanto
riguarda la saturazione del colore, il gallerista ha ragione: soprattutto se
le opere sono esposte (ma perchè comprare un lavoro per tenerlo in una
cartella senza goderselo?), i colori diminuiscono di saturazione con il
tempo. Ma questo accade a tutte le opere d'arte. Io ritengo che i segni del
tempo facciano parte dell'opera, ma io sono tra quelli che non amano il
restauro effettuato sulla Cappella Sistina. Come sua
consolazione, gli esemplari di Vite che ho visto, compreso il mio, hanno una
tonalità di verde marcio molto dissimile alle riproduzioni fotografiche che a
mio avviso sono anche influenzate da un eccessivo entusiasmo
nell'elaborazione con Photoshop. Serigrafie
non numerate di Cattelan spacciate come opere singole Gent.mo
Vittorio Peruzzi, ho
appena ricevuto il suo libro "Maurizio Cattelan: grafiche e
multipli", ordinato on-line. Vorrei chiederle
il suo parere su quanto segue. Ho acquistato ultimamente quattro opere di
Cattelan, riprodotte nel suo testo alle pagine 41/43/45/47 che mi sono state
dichiarate; "pennarello su cartoncino" le prime due, "
pennarello su carta di agenda fissata su cartoncino" la terza e
"pennarello su carta da musica fissata su cartoncino" la quarta. In
effetti, ad una esamina diretta sembrano opere originali (non serigrafie: la
carta d'agenda è carta d'agenda davanti e dietro, la carta da musica à carta
da musica davanti e dietro). Contemporaneamente
mi sono state consegnate le schede tecniche delle opere che corrispondono
perfettamente agli originali (disegno, firma, particolari vari); però sulla
foto delle schede compare in basso a destra un numero di tiratura (16/30),
che non c'è sugli originali. E' possibile che sia stato cancellato nelle
opere in mio possesso? Le
medesime opere riportate sul suo testo sono lievemente differenti nella firma
e nella posizione sulla carta da musica e su quella di agenda: ma la
differenza fondamentale è che la carta di agenda riporta nella mia opera i
giorni 20-21-22 febbraio e in quella del suo testo i giorni 30-31-1 (non si
legge il mese). Quindi,
in sintesi: 1) Le opere da me acquistate non sono classificate come
serigrafie
2) Non hanno il numero di tiratura che
compare sulle loro schede tecniche perfettamente corrispondenti
3) Non corrispondono a
quelle riportate nel suo testo come serigrafie Le
chiedo: cosa significa tutto questo? Qual è la sua interpretazione? La
ringrazio per l'attenzione e resto in attesa di una sua cortese risposta, a
disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Cattelan nei
primi anni d'attività ha avuto comportamenti disordinati: le opere
moltiplicate sono state firmate e gestite in maniera confusa e le edizioni
sono spesso state tirate in più copie di quelle dichiarate e alcune copie
sono state solo firmate e non numerate. Le opere a cui lei si riferisce sono
senza dubbio serigrafie e come tali vengono vendute dalle più importanti case
d'asta. Purtroppo, nel caso la stampa sia solo firmata e non numerata, può
essere spacciata per opera singola. Ancora
sul contenitore in plastica del libro su Fontana realizzato dopo la sua morte
e venduto come suo multiplo Buongiorno, posseggo
un esemplare in PVC bianco di quel Concetto Spaziale del 1968 di cui Lei ha
recentemente parlato e "criticato" con un
corrispondente sul sito della sua Collezione . Concordando
sul fatto che le stime ed aggiudicazioni di quel multiplo siano alte ed
ancora più all'estero che in Italia, arrivando anche a toccare, diritti
d'asta inclusi, gli oltre 18.000 € !!! Detto
questo però, l'opera (o scultura-oggetto se preferisce), è pubblicata sul
Catalogo Ruhé - Rigo del 2006 a pag. 165 nella categoria multipli, testo
edito a livello internazionale, tra l'altro riconosciuto dalla stessa
Fondazione Fontana che ha fornito ai due autori le informazioni necessarie
per la sua realizzazione. Inoltre
Sergio Tosi affermò che Fontana avrebbe desiderato creare un multiplo di quel
genere affinchè ogni italiano ne potesse avere uno come il frigorifero.... Insomma,
che Fontana abbia fatto qualcosa oppure no, il punto a mio avviso è che anche
questo esemplare un mercato ce l'ha e non è tanto in discussione la bellezza,
rarità e qualità dell'opera, bensì il nome e basta. In fondo lo sappiano
tutti che di bello in un taglio o in un buco c'è poco o nulla. La gente
ancora oggi diffida molto su Fontana e nell'arte contemporanea in generale.
Io credo che ciò che fa bello questo o quello si nasconda essenzialmente nel
prezzo che si è disposti a pagare per possedere qualcosa. Fontana
costa tanto? E allora Fontana è interessante. Lei ha messo in dubbio
l'intenzione che Fontana avesse di realizzare quel multiplo? Ebbene la
medesima perplessità l'ho avuta anche io. E sa perchè? Perchè il libro che
accompagna l'opera riporta anche la data di morte dell'artista. Quindi
mi sono detto: ma allora è quello che si dice un d'après ?! Credo
proprio sia così... Tuttavia
credo anche che il pezzo in questione venga e verrà
considerato ancora per molto tempo e che le sue aggiudicazioni non
scenderanno, anzi... E mi
chiedo inoltre una cosa: Cosa ne sappiamo noi se tra cento o duecento anni si
ricorderanno ancora del secolo ventesimo? Di certo, per quanto io ami
l'arte contemporanea e non solo per il suo valore commerciale, son convinto
che essa sia gran poca cosa rispetto a quella dei secoli che l'hanno
preceduta. Fatico
enormemente a pensare che un Michelangelo o un Caravaggio vengano
dimenticati; un pò meno Fontana, Castellani; Bonalumi & C.... Considerando
la difficoltà nel rispondermi.... ne riparleremo tra due o trecento anni.... Che ne
dice? Avrà tempo?.... Arrivederci.
Nel 1968, dopo la morte di Fontana avvenuta nel medesimo anno, due
editori, Sergio Tosi (Milano) e Gustavo Gili (Barcellona), hanno realizzato
un libro su di lui che come contenitore aveva l'oggetto in discussione: una
termofusione in plastica di dimensioni 29,5x29,5 cm con un taglio che
riprende uno dei segni caratteristici di Fontana. Ciascuna delle due edizioni
è di tiratura non certificata, ma sicuramente superiore ai 2000 esemplari. I
contenitori sono assolutamente identici, ne esistono di rossi e di bianchi,
non hanno alcuna firma o numerazione (d'altronde, sono dei semplici
contenitori di un libro) e vengono venduti come multiplo di Fontana (senza
alcuna evidenza certificata anche solo della volontà di Fontana di
realizzarlo). Se i due editori si siano rivolti allo stesso fornitore non è
dato di sapere. In questo momento ce ne sono in vendita 3 esemplari su
Artprice al prezzo di circa 3000 euro. Fino a pochissimi anni fa i libri, con
il relativo contenitore, si potevano comperare nelle librerie d'arte e nei
bookshops dei musei intorno ai 100 euro. Questi contenitori non possono assolutamente essere definiti
multipli di Lucio Fontana, ma semplici oggetti realizzati alla moda di Lucio
Fontana. Se dovessi attribuirgli un valore affettivo direi non più di 300
euro. Se avessi 3000-4000 euro da investire in un'opera di Fontana
comprerei una delle acqueforti acquetinte della 2RC, firmate e numerate da
Fontana, con tiratura certificata di 80 copie più pda. Ringrazio
per la Sua risposta, confermando le indicazioni che mi ha fornito. Tuttavia,
prima di procedere al mio acquisto avvenuto nel 2007, contattai personalmente
la Fondazione milanese la quale mi confermò la volontà (risalente forse al
1965) di Lucio Fontana di creare un multiplo con un solo taglio e medesima
dimensione, così che tutti potessero "permettersi" di avere in casa
un Concetto Spaziale. Tale
volontà viene riportata anche in una dichiarazione al riguardo rilasciata da
Sergio Tosi. Ora, poiché Lei come il mondo in genere si affida alle
dichiarazioni rilasciate da Mauri e Colombo circa la tiratura del
libro/oggetto; ritengo conseguentemente logico, che ci piaccia o no,
affidarsi alle parole di Sergio Tosi per individuare almeno la volontà
dell'artista di creare un giorno quell'oggetto. Non le pare? Leggenda
o meno, prove oggettive o semplici dichiarazioni di seconda mano, altro non
ci resta. Se è vero che Fontana non fece nulla per creare quella scultura in
PVC ma eventualmente si limitò a pensarla, il mercato, gli amanti dell'arte o
tutti quanti assieme, l'hanno accettata e ricondotta quale opera di Fontana e
per questo disposti a pagarla molto. Ricordo
inoltre che a una mia obiezione circa l'assenza di numerazione e firma, la
signora della Fondazione (non ricordo il suo nome) si risentì un poco... mi
fece insomma intendere che nessuno più di loro potevano essere in grado di
dare una risposta certa ed esaustiva. Inoltre,
e questo mi fece riflettere un poco, mi disse che se l'oggetto in questione
fosse stato di dubbia attribuzione o legittima provenienza, la
Fondazione avrebbe intentato causa a chiunque avesse commercializzato un
falso o alla maniera di... Che
dire? Io all'epoca pagai il mio esemplare 800 euro. Ad oggi credo di poter
affermare di aver fatto un affare che senza voler fare "affari", lo
tengo appeso impreziosito da una bella cornice e devo dirlo, la sua bella
figura comunque lo fa. Saluti
cari... La questione non è se l'oggetto sia bello o se sia un affare
acquistarlo a certi prezzi (si ricordi comunque che i mercanti fanno affari,
i collezionisti validano culturalmente). La questione è lo scorretto modo di
vendere un oggetto come se, invece di un semplice contenitore di un libro,
fosse un multiplo di Fontana, equivocando maliziosamente sui termini,
inducendo i collezionisti in errore e stravolgendo la correttezza di mercato. L'annosa
questione se copertine di libri e manifesti possano considerarsi opere
seriali d'autore Colgo
l'occasione per porle un quesito che mi arrovella da tempo. Ho
acquistato (a caro prezzo) una copia del romanzo "Obsoleto" di
Vincenzo Agnetti del 1968 edito da Vanni Scheiwiller di Milano a 1000
esemplari (il mio è il N.13). La
copertina è una estroflessione di Enrico Castellani. Trattandosi
di copie numerate perchè l'opera di Castellani non è inclusa nella raccolta
"Enrico castellani - Opera Grafica 1960-1995" edito da Corraini ? A parer
suo non si tratta anche questa di un'opera multipla di Castellani, peraltro
del '68 e a corredo di una importante opera di Vincenzo Agnetti ? La
saluto cordialmente. L'opera che lei ha acquistato come copertina di Obsoleto, libro che
non conosco, investe un problema di mercato ricorrente. A mio avviso, al di
là che la firma e/o la numerazione siano apposte sull'opera e al di là della
tecnica di esecuzione (offset, calcografia, fotografia) ciò che rende una
stampa un'opera "moltiplicata" è l'intenzione da parte dell'artista
di realizzarla come tale, cioè come opera seriale, e questo deve essere
dichiarato e rintracciabile nel libro, sulla stampa o in un certificato. Nel suo
caso, il fatto che la copertina di un libro a tiratura limitata, anche se
realizzata con tecniche calcografiche, sia da considerarsi un'opera seriale
di Castellani deve essere riportato nel libro e sottoscritto dall'artista,
altrimenti è e rimane la raffinata copertina di un libro di cui ci sono 1000
esemplari. A suo conforto, comunque, le segnalo che in questo momento vengono
aggiudicati in asta anche a 4000 / 8000 euro, come opere multiple di Fontana
non firmate e non numerate, i contenitori stampati in plastica (rossa o
bianca) di un libro edito dopo la morte di Fontana in non meno di 2000
esemplari. Pensi che le più belle acqueforti acquatinte con strappi di
Fontana della 2RC, le più belle opere seriali mai realizzate, passano di mano
a quel prezzo! Certo il tempo sistemerà la questione lasciando il cerino
acceso in mano agli sprovveduti. E il
Manzoni va Questo
link dovrebbe consentirle di vedere alcune foto di lavori grafici che mi sono
stati richiesti, quelli di cui vorrei conoscere qualche dettaglio in più sono
la Cartella MILANO 72 (completa) e il Manzoni. Secondo i 2
cataloghi generali ragionati dell'opera di Piero Manzoni, ovvero Celant edito
da Prearo del 1975/1989 e Battino-Palazzoli edito da Scheiwiller del 1991,
Manzoni ha realizzato solamente 9 fogli di grafica seriale: · -
Impronta Sughero allegata al volume La lune en rodage, Editions Panderma,
Carl Lazlo (Basilea 1960), impressione su carta vellutata, non numerata e
tirata in 150 + 65 esemplari firmati e datati, dimensioni 22 X 17. · - 8
serigrafie su carta contenute nella cartella 8 Tavole di Accertamento
Edizioni Scheiwiller del 1962 e realizzate da Manzoni tra il 1958 e il 1962,
tirate in 60 esemplari firmati, datati e numerati, dimensioni 50 X 35. Tra queste 8 vi è Linea del 1959 che sembra assomigliare alla sua,
ma non tornano la forma della linea, la numerazione, il timbro a secco e le
dimensioni. Trattandosi
di un artista storicizzato e ben catalogato, è assolutamente inverosimile che
possa esserci un'opera non catalogata. Prendo nota della
sua segnalazione che l'opera è riportata nel nuovo catalogo di Celant edito
da Skira realizzato su incarico della Fondazione Manzoni nel 2004 e che
riporta la dizione "Linea, 1959, 66 x 46, inchiostro su carta. Di questa
linea l'artista ha autorizzato una fotolitografia (tiratura esemplari
150)". Ritengo si tratti di una riproduzione postuma, di un'opera
singola di Manzoni, quindi un manifesto in 150 esemplari, dove per
"l'artista" debba intendersi gli eredi. 2 fogli
simili al suo sono stati aggiudicati in asta nel 2010 a 1.100 e 1.200 euro,
ma è la prima ed unica volta che sono apparsi. Segnalo
anche l'esistenza sul mercato di una incredibile fotolitografia di merda
d'artista, firmata (da chi ?) e numerata, in cui la scatoletta è talmente
arrugginita da denunciare implacabilmente di come la fotografia sia
recentissima. Il
multiplo di Cattelan della squadra di calcio A.C. Forniture Sud Buongiorno, vi
scrivo in quanto ho ricevuto tempo fa la mail per eventuali segnalazioni da
fare. Io ho un multiplo di Maurizio Cattelan
A.C. FORNITURE SUD
TORNEO LIBERI E FORTI 1990-91 espositore
stampato in mille copie per l'operazione "Sponsor" di Maurizio
Cattelan. In questo momento sono sfornito dell'immagine digitale, appena
posso invierò il file. Cordiali
saluti. Buongiorno, ecco le
immagini del multiplo di Maurizio Cattelan. Provenienza
Galleria (omissis). Per le
immagini ad alta risoluzione potrei fare un invio con we transfer in modo da
non bloccare la ricezione della vostra mail box. Attendo
vostre. Cordiali
saluti. Ho esaminato le immagini che mi ha inviato e sono rimasto molto
perplesso. L'edizione della ESSEGI di A.C. Forniture Sud è di 1000 esemplari.
75 di questi 1000 sono stati assemblati in un multiplo contenuto in una
scatola di Plexiglass insieme ad un fischietto da arbitro. I 75 multipli sono
stati numerati : 50 con il loro numero progressivo da 1/50 a 50/50 e 15 da
I/XV a XV/XV e firmati a matita ed inoltre è stato apposto il timbrino a
secco di Cattelan. Non sono a conoscenza di altri multipli firmati a penna e senza
numerazione. Confrontando bene anche la firma con quelle apposte su varie opere
da Cattelan, ritengo che si tratti di un assemblaggio successivo (del resto
la stampa offset non assemblata e senza numerazione vale 800 Euro mentre il
multiplo edito in 75 esemplari ne vale 8.000). Primi
lavori di Maurizio Cattelan a Forli' ... il loro valore di mercato Salve, non ci
conosciamo e mi scuso in anticipo se reco disturbo con questa email. Negli
anni 80 Maurizio Cattelan giunse a Forlì (la mia città) e conobbe alcuni
artisti locali, fra i quali mio fratello, il quale lo ospitò per diversi anni
nel suo laboratorio mettendogli a disposizione tutte le proprie attrezzature
nonché la voglia di condividere la passione per l'arte con un nuovo collega
che veniva da fuori. Non mi dilungo oltre perché la storia ormai la
conosciamo tutti, fatto sta, che, quando Maurizio se ne andò a Milano prima,
e a New York poi, lasciò "in regalo" a mio fratello alcune opere,
prototipi, prove, che sono qui a sottoporvi. Distinti
saluti. Le
opere seriali e le stampe di Cattelan hanno il problema che molte, sopratutto
quelle a cavallo del 1990, hanno tiratura incerta, non certificata e firmate,
datate, numerate in maniera diversa per la stessa opera (tipico il caso di
Gratis del 1987 dove esistono fogli firmati e numerati, fogli solo firmati a
volte spacciati come opere uniche, fogli senza alcuna apposizione).
certificate con firma e
numerazione dell'edizione vengono aggiudicati intorno ai 1.500 euro sia che
si tratti di stampe offset, fotografiche e litografie / serigrafie (come
Bregenz del 2008, Picasso del 1998, Senza Titolo del 2000, Stefano Tutolo :
scrivere non è il mio mestiere del 1991, Gratis del 1987) o intorno agli
8.000 - 12.000 euro nel caso di multipli sempre di edizione certificata,
firmata e numerata (come Souvenir di Milano del 1994 e A.C. Forniture Sud del
1991). Nel caso di stampe di edizioni firmate ma non numerate (come Marcire
non Marciare del 1992) intorno agli 800 euro. Nel caso di opere grafiche
effettivamente uniche, certificate come tali e non spacciate a volte come
tali mentre si tratta in realtà di stampe offset non numerate e solo firmate,
dipende dalla qualità e dimensione ("Fare la Lotta di Classe è
pericoloso" del 1991 vale 14.000 euro). Un
manifesto di una mostra di Cattelan firmato dall'autore è un multiplo
d'artista ? Spett.Le
Collezione PERUZZI, Vi
disturbo perché avrei bisogno di un vostro parere data l' esperienza e
la competenza che vi distingue. Un
privato mi ha proposto l' acquisto di un lavoro di Maurizio Cattelan. Quando
Maurizio Cattelan viveva a Forlì ( metà anni '80 ) organizzo una Mostra e
fece stampare dei Manifesti per reclamizzarla dalle dimensioni di circa 50 X
70 cm. Alcuni
Manifesti li firmo anche a mano, altri no, ma tutti riportavano un timbrino (
a forma di scorpione ) che era un suo modo di firmare di allora. Mi
chiedo quindi, se pur essendo “solo” timbrato e non firmato si può
considerare il Manifesto come “Multiplo d’Autore” ??? Concludo
segnalando il PERFETTO stato di conservazione del Manifesto ( lungimirante è
stato chi c’è l’ha e… ) Non vi
disturbo per questioni di prezzo e stima del quadro, ma per sapere dall' alto
della vostra esperienza se tale lavoro si deve considerare come un
multiplo d' Autore oppure se sia "semplicemente" un Manifesto o
similare. Certo
di una vostra cortese risposta, colgo l' occasione per complimentarmi per il
Lavoro da voi svolto e porgervi i miei più cordiali saluti. La questione è interessante. Trattandosi di un manifesto, anche se firmato (lo scorpioncino non
lo ho mai visto), rimane un manifesto. Ciò che può definire una stampa offset
un'opera d'arte è l'intenzione dell'artista di crearla (nel suo caso si
voleva solo fare un manifesto). Il carattere aggiuntivo, che ne determina il
valore, è se sia numerato e/o firmato. In questo caso si può definire l'opera
un multiplo. Cattelan ha realizzato alcune opere con la tecnica della stampa
offset: alcune solo firmate (quindi dalla tiratura incerta), altre numerate e
firmate. Il valore attuale di mercato è nel primo caso poche centinaia di
euro e nel secondo caso poche migliaia di euro. Ritengo che nel caso descritto il foglio si debba definire un
semplice manifesto dal valore affettivo e testimoniale. Gentilissimo
Sig. Peruzzi, incuriosito
dal suo interesse, ho voluto sottoporre la domanda anche a Giancarlo Politi
direttore di Flash Art e molto amico di Cattelan. Stranamente
il quesito è stato subito girato dal gentilissimo Giancarlo Politi
direttamente a Cattelan, e poi di nuovo a me. Maurizio
Cattelan ha risposto: Caro
Giancarlo, la cosa
migliore è sempre fare lavorare le Gallerie ! Cattelan,
come immaginavo non ha quindi né confermato ma nemmeno smentito la paternità
del Lavoro. Dico
Lavoro e non Manifesto perché sono certo che Cattelan non ha mai fatto niente
"non di proposito o con un fine". Ma la
cosa interessante che le chiedo è questa, avere un Lavoro con la firma
applicata con timbro "a forma di scorpione" non è quindi una rarità
nella produzione di Cattelan se nemmeno Politi ne conosceva l'esistenza ? Scusi
se l'annoio con questa forse banale discussione, ma mi piacerebbe
collezionare un Lavoro di Cattelan seppur di poco valore ma Autentico. Sono
piacevolmente sorpreso che Politi abbia trovato la questione interessante. Rimango del
mio parere: un manifesto realizzato per propagandare una mostra è e rimane un
manifesto proprio perché l'intenzione dell'artista o, meglio, del suo
gallerista era quella; quanto poi il fatto che come omaggio agli intervenuti
alla vernice sia stato apposto uno scorpioncino ad alcune copie del manifesto
non fa diventare quei fogli un lavoro multiplo di autore di Cattelan. La ringrazio
per aver sollevato l'interessante questione. |