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Depero

 

Egregio Dott. Peruzzi,

Le scrivo in ragione delle Sue competenze e ricerche in materia di acqueforti, incisioni e litografie perché son in possesso da un po’ di anni di un interessante acquaforte a firma di Depero.

Ho eseguito delle ricerche, ma non anticipo nulla, mi limito a inviarLe delle foto (talune anche sottoposte a luce) al fine di sentire la Sua preziosa opinione e magari confrontarci.

 

Immagine che contiene arte, Rettangolo, schizzo, disegno

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Non esistendo un catalogo ragionato dell'opera grafica di Depero, non è possibile alcuna valutazione scientifica della stampa.

I vendita pubblica non è mai apparsa una stampa simile.

La firma, a mio avviso, è apocrifa.

Ho notato che la stampa di cui allega le immagini è stata posta in vendita su Subito a Gennaio.

 

 

 

Multiplo PVC Castellani

 

Buongiorno,

Facendo tesoro delle considerazioni da Lei espresse tempo addietro sull'oggetto in pvc di Fontana, ritenendolo sostanzialmente un mero progetto editoriale.

Cosa ne pensa dell'oggetto in pvc di Enrico Castellani?

A mio avviso, salvo il fatto che nel 68 l'autore fosse in vita, mi pare si possa giungere alla medesima conclusione riguardante il progetto editoriale su Fontana. Tra l'altro parliamo del medesimo editore e relativo progetto, o sbaglio?

 

 

Le confermo che anche in questo caso l’oggetto è un mero allegato, a solo scopo descrittivo dell’opera di Castellani, incluso nel libro di Vincenzo Agnetti “Enrico Castellani pittore. Milano, Achille Mauri editore, s.d. (1968) edito in 1.000 esemplari” e non può essere considerato un multiplo di Castellani, non tanto perché non sia numerato e firmato, ma perché né nel libro né da altra parte è riportata la volontà di Castellani di eseguire un tale multiplo.

 

 

L’esempio riportato per il contenitore del libro di Fontana è corretto se non per il fatto che il libro ed il contenitore spacciato per multiplo postumo furono realizzati da due editori, Sergio Tosi (Milano) e Gustavo Gili (Barcellona), alcuni contenitori bianchi e altri rossi.

 

Gentile Peruzzi,

sul PVC di Castellani devo contraddirla. Il fatto che non sia stato firmato e numerato dall'autore non gli toglie la classificazione di multiplo. E' stato realizzato con Enrico Castellani in vita quindi certamente autorizzato. Tant'è che è anche pubblicato sul catalogo ragionato dei multipli di Castellani edito da Corraini. Il catalogo ragionato dei multipli è stato anch'esso pubblicato con Castellani in vita con la supervisione di Renata Wirz (direttrice dell'Archivio Castellani). Va da se che non ci sono dubbi sul fatto che sia un multiplo e che ne fosse stata autorizzata la realizzazione. La prego di pubblicare questo appunto nel seguito della sua corrispondenza.

 

Il libro di Agnetti non riporta alcun accenno al fatto che sia accompagnato da un multiplo originale di Castellani. L’aggiunta di un multiplo con proprio portfolio separato, senza alcuna dichiarazione di Castellani o di Agnetti, è un’iniziativa autonoma dell’editore Mauri. Il fatto che non sia firmato e/o numerato conferma la tesi della mera operazione editoriale. Il fatto che l’operazione e la citazione nel catalogo di Corraini sono avvenute con Castellani ancora in vita e “quindi certamente autorizzato” e “che ne fosse stata autorizzata la realizzazione” sono mere supposizioni non essendoci alcun riscontro (anche il catalogo di Corraini non dà alcuna indicazione sull’argomento registrando solamente l’esistenza di questo multiplo con tiratura 1.000). Considerando che ce ne sono numerose copie in vendita su eBay al prezzo anche di 3.000 Euro (e chissà quante ce ne sono in circolazione: mancando la firma, la numerazione e qualsivoglia certificazione i falsi non editi da Mauri abbonderanno), il collezionista che desidera un’opera seriale originale di Castellani consideri che sul mercato per quel prezzo ne esistono molte firmate, numerate e catalogate da Corraini.

Alla pagina consigli del sito vi è un’ampia trattazione di ciò che si può definire opera seriale originale di un artista.

 

 

 

Delocazione di Claudio Parmiggiani

 

Egregio Ing. Peruzzi,

la contatto perché vorrei chiederle, se non fosse troppo disturbo, un chiarimento su di un'opera che ho acquistato recentemente a un'asta, e che è presente anche nella sua collezione, anche se in forma diversa come suppongo. Ho acquistato una litografia di Claudio Parmiggiani, del 1970, che presumo (poiché non c'erano indicazioni, ma credo di avere scoperto in internet) sia una Delocazione, del 1970 appunto. Cercando in rete vedo che qualcuno vende una litografia della stessa serie a una cifra sostenuta (su ebay). Nell'annuncio è riportato che quest'opera è presente anche nel catalogo della Collezione Peruzzi, che non conoscevo. Allora mi imbatto in rete nel sito della sua bellissima collezione, che sicuramente verrò a visitare, e vedo che effettivamente l'opera è presente nel suo catalogo, ma mi accordo che non di tratta di una litografia, ma di una fotoserigrafia (se non erro). Bene. Vorrei chiederle se mi può chiarire le differenze, e se mi può anche dare qualche indicazione sull'opera, che io ho acquistato quasi per caso con la curiosità di approfondire il lavoro di Parmiggiani nel suo insieme. Le allego delle foto della mia lito. Vorrei ringraziarla di persona, magari al telefono, nel caso possa dedicare del tempo alla mia richiesta. La ringrazio in anticipo e le auguro una buona giornata e un buon lavoro nella sua collezione.

 

Immagine che contiene Rettangolo, Prodotto di carta, carta, arte

Descrizione generata automaticamente

 

Di quest’opera esistono 2 versioni: una fotolitografia in 10 esemplari realizzata dalla Ed. Christian Stein, Torino ed una fotoserigrafia (erroneamente definita da alcune case d’asta fotolitografia) realizzata in 100 esemplari dalla Edition La Nuova Foglio, Pollenza di Macerata che ha apposto il proprio timbro a secco. Il valore di mercato è ovviamente diverso (dalle migliaia alle decine di euro) come certificano i risultati d’asta che le riporto per documentazione. Consideri comunque che conta il valore di aggiudicazione e non le stime dei lotti non aggiudicati. Come vedrà, chi ha tentato di accomunare il risultato d’asta della tiratura da 10 con quello da 100, proponendo la stessa stima, è rimasto all’asciutto.

Quindi, anzitutto, si tratta di fotolitografie o fotoserigrafie: ovvero una stampa fotografica realizzata con tecniche litografiche o serigrafiche, accomunabile ad un manifesto stampato in offset (quindi nulla a che spartire con una litografia o serigrafia originale).

Mi sembra di capire che il suo esemplare sia quello battuto nella recente asta dello Studio d’Arte Borromeo di Senago dove la stima dell’opera era 10 Euro ma non viene comunicato il valore di aggiudicazione.

Se si tratta di una fotolitografia o di una fotoserigrafia è accertabile osservando la parte inchiostrata con una lente d’ingrandimento: se si vedono i forellini della tela serigrafica attraverso cui è passato l’inchiostro si tratta di una fotoserigrafia.

Comunque, dato che si tratta in ambedue i casi di realizzazioni fotografiche,  quello che incide sul valore è la tiratura. Nel suo caso 100 esemplari.

 

Claudio PARMIGGIANI (1943) 

Senza titolo (1970)

Lotto n° 2

Stampa-Multiplo

Litografia

Ed. 39 / 100

50 x 70 cm

Non comunicato

Prezzo di partenza: 10 € (10 € )

Arte Moderna e Contemporanea

29/05/2023

Studio d'Arte Borromeo

Senago MI, Italia

Dettagli

Firmato datato

senza titolo

 

Claudio PARMIGGIANI (1943)

Senza titolo (1970)

Lotto n° 514

Stampa-Multiplo

Litografia

Ed. 15 / 100

50 x 70 cm

Non venduto

Prezzo di partenza: 1.000 € (1.000 € )

Stima: 1.000 € - 1.500 €

Grafica internazionale e Multipli d'Artista

20/05/2022

Finarte

Roma, Italia

Dettagli

Firmato alla mano Timbro « Edition La Nuova Foglio, Pollenza di Macerata » basso a destra

Riproduzione pagina 140-141 del catalogo

 

senza titolo

 

 

Claudio PARMIGGIANI (1943) 

Delocazione

Lotto n° 16

Stampa-Multiplo

Fotolitografia/pellicule transparente

Ed. 1 / 10

40 x 50 cm

Prezzo di aggiudicazione: 2.200 €

Prezzo incluso spese : 2.640 €

Prezzo di partenza: 1.000 € (1.000 € )

18/06/2019

Studio d'arte Martini

Brescia, Italia

Dettagli

basso a destra

Provenienza: Prov. Galleria Multimedia Arte Contemporanea, Brescia  Prov. Collezione Privata

Riproduzione pagina 7 del catalogo

 

delocazione

 

Buonasera ing. Peruzzi la ringrazio tanto per la sua celere ed esaustiva risposta. Si, le confermo che ho acquistato quella che lei mi dice essere una fotoserigrafia dalla Casa d'aste Borromeo. In realtà la loro stima era 300-400 euro con base d'asta di 10 euro. Alla fine l'ho pagata 250,00 compresi i diritti d'asta, perché sostenevano fosse una litografia. Dunque, potrebbe almeno valere i soldi che ho speso, se non ho capito male. La ringrazio tanto per la sua disponibilità e la sua competenza. Spero di venire al più presto a visitare la sua collezione.

 

 

 

Mini-multipli Edizioni Flaviana

 

Gentile Ingegnere Peruzzi,

Gradirei sapere cosa ne pensa dei mini-multipli edizione Flaviana di Locarno; ossia se si possano definire davvero multipli originali o solo un progetto editoriale storico.

Nello specifico, sarei interessato a un multiplo di Gianni Colombo che le allego in foto, dato anche che dell'artista non trovo nulla di storico e "piacevole".

Ringrazio anticipatamente e saluto.

 

 

I mini-multipli della Edizioni Flaviana di Lugano sono dei multipli non firmati né numerati dall’artista la cui tiratura è sconosciuta. Non è dichiarato sull’edizione che l’artista abbia partecipato in alcun modo alla sua ideazione. Ritengo, quindi, debbano considerarsi una mera operazione editoriale illustrativa dell’artista. Sicuramente non un multiplo originale dell’artista.

 

 

 

Litografia di Afro

 

Buongiorno dott. Peruzzi,

mi sono imbattuta "felicemente" nel suo sito riscontrando un sincero amore per l'arte e la grafica di artisti Italiani. Cosa non comune in un mondo ormai compromesso e sporcato da interessi di critici e galleristi narcisi. Le scrivo per chiederle un suo parere su una litografia di Afro che abbiamo da tempo e su una sua possibile valutazione. E' stata stampata da Erker Press St-Gallen come da timbro a secco su carta BFK Rives. Misura 65,5x50,3 cm incorniciata. Le allego qualche foto dell'opera. La ringrazio infinitamente per l'aiuto e la sua disponibilità, voglia ricevere i miei migliori saluti.

 

Immagine che contiene testo, interni, finestra, galleria

Descrizione generata automaticamente

 

La sua opera è illustrata e catalogata nel Enrico Crispolti : Afro - Catalogo Ragionato delle Incisioni e Litografie (Top Graphic 1986) al n.24.

Di seguito la scheda.

Verifichi che tutti i dati corrispondano al foglio in Suo possesso, soprattutto le dimensioni del foglio e della parte impressa.

Io, purtroppo, dalla sua immagine sul foglio leggo 20/40 quando la tiratura è di 50. Ma è una mia interpretazione della pessima calligrafia. Verifichi ed interpreti anche Lei.

Un esemplare della sua litografia non è mai stato posto in vendita pubblica e, quindi, non vi è un riferimento certo.

A mio avviso, ammesso che tutti i dati corrispondano, inclusa la tiratura, alla scheda di catalogo, stimerei il il risultato ottenibile in una vendita pubblica in una forchetta tra 850 – 1.100 Euri (a cui detrarre i diritti d’asta).

 

Gentilissimo dott. Peruzzi,

la ringrazio infinitamente per l'aiuto, è stato veramente un amico! Ho controllato tutte le misure e concordano con il catalogo. Sono solo un po' perplessa perchè si parla di litografia e come supporto è indicata lastra (come per incisioni acquaforte...).

Ho guardato con attenzione poi la numerazione ed effettivamente il 4 è un 5 perchè si intravvede come un ricciolo nella parte superiore. La persona che me la vendette la acquistò direttamente dalla Erker Press e quindi non ho dubbi sulla sua autenticità.

 

Per lastra, in questo caso, s’intende lastra di pietra litografica.

 

 

 

Valutazione cretto nero calcografia Burri

 

Buongiorno Dott. Peruzzi,

innanzi tutto mi voglio complimentare con Lei per la competenza e professionalità per i numerosi consigli dispensati ai tanti collezionisti che costantemente richiedono un suo parere. Inoltre è da lodare il notevole impegno profuso per il sito, il museo e innumerevoli servizi collegati.

Con l'occasione le allego alcune foto e certificato di garanzia di una grafica che ho ereditato da mio padre che acquistò nel 1987 presso ITALARTE FINEPRINT di ROMA. Le chiedo cortesemente un suo parere in merito all'opera e, se fosse possibile, una valutazione sull'originalità e valore commerciale.

In attesa di un suo commento mi è gradita l'occasione per porgere i migliori saluti.

 

 

 

 

Sono estremamente perplesso dalle immagini e dal certificato che mi ha inviato.

L’opera potrebbe essere il Cretto Nero C - 1971 (cartella Cretti 1971 - 7 neri e 1 bianco) di Alberto Burri , ma dalle sue immagini non appaiono né la firma di Burri né la numerazione del foglio che devono essere ben visibili sulla parte inferiore dell’opera. L’opera dovrebbe essere un’acquaforte e acquatinta di Alberto Burri edita dalla 2RC nel 1971 e tirata in 90 esemplari + 15 prove d' artista, tutti numerati e firmati. Le dimensioni dell’opera dovrebbero essere 67 X 96,5 cm.

Il certificato di ITALARTE FINEPRINT riporta dati completamente errati rispetto all’edizione 2RC: definisce l’opera un Monotipo e le dimensioni indicate sono 65 X 95.

Allo stato delle immagini e del certificato che mi ha inviato, ritengo che l’opera non sia attribuibile all’edizione della 2RC di Alberto Burri a meno che l’opera non sia stata rifilata tagliando la parte inferiore dove sono apposte la firma e la numerazione: anche in questo caso, comunque, l’opera non ha alcun valore commerciale.

 

la ringrazio per la tempestiva risposta. Non vorrei abusare della sua disponibilità e soprattutto pazienza; mi sono reso conto che le immagini che le ho inviato (conservate da qualche anno nel computer) non consentono una lettura ottimale. Dopo la sua "sentenza" ho tolto la grafica dalla cornice per verificare alcuni dei suoi commenti; vale a dire:

-il foglio è stato ritagliato!!!!

-sul foglio in basso a destra ho notato la firma di Burri ma sulla sinistra manca la numerazione (monotipo?)

-la misura del foglio è di 65 x 95 anzichè come giustamente indicato da Lei 67 x 96,5 cm.

Mi permetto di inoltrare ulteriori immagini compresi due ingrandimenti della firma per un eventuale sua conferma definitiva della "sentenza".

 

 

 

Ritengo che, vedendosi la firma , ma non la numerazione, essendo ambedue poste in linea al fondo dell’opera, il fondo dell’opera sia stato tagliato (infatti il foglio è 2 cm più piccolo in verticale e 1,5 cm in orizzontale) per eliminare la numerazione, che avrebbe dimostrato trattarsi di un’opera seriale, e sia stata aggiunta una firma falsa. Il tutto per tentare di farla passare come opera unica. Monotipi calcografici di cretti di Burri, oltretutto identici alla serie della 2RC, non esistono.

Le confermo che il foglio non ha alcun valore commerciale.

 

 

 

Richiesta parere

 

Gentile Vittorio Peruzzi,

Ho beneficiato in passato di una Sua consulenza, e spero non importunarLa con questa nuova, rispettosa richiesta.

Ho acquisito di recente in asta (omissis) l’esemplare 88/90 del Cretto A di Alberto Burri, della famosa serie di multipli del 1971. Nell’entusiasmo del momento mi sono fidato delle note della casa d’aste, con cui peraltro ho da tempo un buon rapporto, e non ho verificato le dimensioni dell’opera in asta con il catalogo ragionato dell’opera grafica del Maestro. (Errore, spero, che non finirà per essere imperdonabile…)

Come per le suddette note l’opera è difatti in ottime condizioni, ma scopro soltanto ora che le misure - cm 95,3 x 66,3 - differiscono da quelle originali dell’edizione (cm 96,5 x 67). Il dubbio della discrepanza mi è venuto dopo aver visto, come per la foto in allegato, che il numero 90 era soltanto parzialmente visibile in basso a sinistra.

Le chiedo se tale probabile rifilatura, operata chissà quando, comporti un necessario ridimensionamento dell’opera sia dal punto di vista collezionistico che da quello economico. Ovviamente la somma dedicata all’opera - diecimila euro circa - e’ stata notevole, in linea credo con il valore commerciale della stessa ove le condizioni fossero dignitose. Secondo Lei quei 7 e 12mm di differenza ne intaccano il valore? Il suo parere mi sarà utile anche al fine di interloquire con cognizione di causa con la casa d’asta.

Grato per la cortese attenzione, porgo i più distinti saluti.

 

Immagine che contiene testo, nero

Descrizione generata automaticamente

 

Premettendo che è normale trovare delle piccole discrepanze tra le dimensioni dei fogli e quelle riportate sui cataloghi, discrepanze dovute al naturale deformarsi nel tempo della carta, secondo quanto riportato dal Maurizio Calvesi : Burri - Grafica - Opera completa (Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri 2003), le dimensioni dei Cretti sono cm. 67 x 96,4. Dalle dimensioni che rileva, 66,3 x 95,3, in cui le discrepanze sono in questo caso eccessive, nonché dall’immagine che mostra la mancanza di parte dell’apposizione numerica, risulta evidente che l’opera è stata rifilata.

Occorre, anzitutto, considerare che l’intero foglio è parte impressa e che, quindi, la rifilatura è intervenuta sull’opera e non solo sul foglio (come sarebbe stato se la parte impressa dell’opera fosse stata di dimensioni inferiori a quella del foglio); la rifilatura ha, inoltre, interessato parte dell’apposizione numerica. Ritengo, quindi, che il danno apportato all’opera dalla rifilatura sia da considerarsi rilevante, con tutte le logiche conseguenze sul suo valore commerciale.

 

 

 

Informazioni su manifesto / litografia di Afro 1974

 

Spettabile Signor Vittorio Peruzzi,

posseggo questo manifesto/litografia di Afro Basaldella che qui di seguito descrivo: stampato su carta Fabriano molto spessa, dimensioni 67x91 centimetri. Firmato in basso a destra Afro 74 e numerato in basso a sinistra 95/145.

Vorrei sapere se è autentico, se proviene proprio dalla galleria 2RC, e se si deve considerare solo un manifesto od una vera e propria litografia e se è pubblicato.

Ho contattato l'archivio Afro a Roma ma sono caduti dalle nuvole e la Galleria 2RC non mi ha nemmeno risposto...

Può darmi tutte le informazioni del caso per cortesia?

Grazie infinite.

 

Immagine che contiene testo, lettera, schermata, design

Descrizione generata automaticamente

 

Sono rimasto perplesso:  si tratta indubbiamente di un manifesto stampato in litografia offset della mostra della 2RC del 1974 (testo critico di Nello Ponente) che rappresenta un’opera grafica originale di Afro che però non è riportata nel Afro - Catalogo ragionato delle incisioni e litografie, come non è riportato il manifesto. Il fatto che il manifesto sia firmato, datato e numerato non lo rende un’opera grafica originale: è e rimane un manifesto (a volte accade, in occasione delle mostre, che alcune copie del manifesto della stessa vengano firmate e date in omaggio ai partecipanti della vernice; la numerazione, se apposta, certifica solamente il numero delle copie firmate, ma non la tiratura effettiva che è sconosciuta e può raggiungere anche le migliaia di copie).

In ogni caso ho trovato che una copia del manifesto è stata aggiudicata in una vendita all’asta. Le allego la scheda.

 

Buongiorno Signor Peruzzi,

Lei quindi sostiene che non è una opera grafica originale però è stampato su carta Fabriano molto spessa, ha la tiratura 95/145 ed è firmato a matita AFRO 74.

Se fosse solo un semplice manifesto sarebbe stampato su carta comune sottile e senza ne firma ne tiratura; allora si che forse ne avrebbero stampate migliaia di copie.

Inoltre ho trovato un altro esemplare del mio stesso manifesto, però tagliato della parte inferiore, messo in vendita da Ambrosiana Casa d'Aste Via Sant'Agnese 18, 20123 Milano

Asta N. 23 - Arte Moderna e Contemporanea Prima Sessione - dal lotto 1 al lotto 149 martedì 6 novembre 2018 ore 18:00

Stima 1.500,00 / 2.000,00 € Base d'asta 1.000,00 €

Basaldella AFRO (Udine 1912-03-04 Zurigo 1976-07-24) Senza titolo 1974 fotolitografia cm. 70 x 67N. Ponente "Afro. Opere grafiche 1970-1974", 2RC, Roma 1976, copertina del catalogoEdizione di 145 esemplari Numerazione "81/145" (in basso a sinistra); firma "Afro" (in basso a destra) Etichetta della Galleria Apax, Roma (al retro) Edizione di 145 esemplari Numerazione "81/145" (in basso a sinistra); firma "Afro" (in basso a destra) Etichetta della Galleria Apax, Roma (al retro).

Infine è addirittura pubblicato sulla copertina del catalogo Afro Opere Grafiche 1970-1974 edito nel 1975 dalla Van Straaten Gallery di Milano.

Le allego tutte le foto che provano le mie ricerche!

Come vede il mio pezzo non è un semplice manifesto, ma una vera e propria opera d'arte con tanto di tiratura, pubblicazioni e aggiudicazioni d'asta.

Alla luce mie ricerche, cosa ne pensa lei?

Mi faccia sapere per favore, grazie.

 

La carta su cui è stata stampata in offset non ha alcuna importanza, se non quella di favorire le truffe di chi taglia la parte della scritta per spacciare il manifesto come stampa originale, salvo chiarire, per prudenza, nella descrizione dell’opera che si tratta di una fotolitografia (una riproduzione stampata in offset, un manifesto) e non una stampa originale. E’ probabile che i manifesti da destinare ad omaggio, firmati e numerati, siano stati stampati sulla carta Fabriano e quelli per l’attacchinaggio su carta normale. Le ricordo l’assoluta assenza di tale opera dal catalogo ragionato delle opere di Afro e, da quanto da Lei riportato, dall’archivio Afro.

Le confermo il mio parere, ulteriormente confortato da quanto da Lei riportato nelle sue due emails.

 

 

 

Opera M. Cattelan

 

Gentilissimo Vittorio Peruzzi, ci siamo già sentiti qualche anno fà (a ottobre 2012 per la precisione) riguardo alcune opere di Cattelan ("Acchiappamosche", "Fisica dolce", "Tavolo mi girano le palle" e "Canta Napoli") per le quali mi aveva dato delucidazioni preziose.

Ora mi capita in visione l' opera (ma non ho immagini) di Maurizio Cattelan del 1989 "Antico Adagio" - (ferro, due ampolle di vetro, specchio, ossigenatori, tubo in plastica  -  cm. 57x36x36,5 ciascuna struttura), firmata e datata a retro,  che sarebbe stata fatta in occasione di una inaugurazione di un centro commerciale, poi esposta in mostra presso la Galleria Neon di Bologna (Catalogo Essegi) nello stesso anno e poi chiusa in casa del proprietario fino a quest'anno. Nel 2021 esposta in una mostra collettiva sugli anni 80.

Cosa ne pensa? Può essere un multiplo (anche se mi sembra improbabile considerando la complessità dell'opera)?

La ringrazio per la attenzione e la cortesia. Attendo sua risposta.                      Un cordiale saluto

 

Immagine che contiene testo, parete, interni, nero

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Poiché questa segnalazione di una nuova opera di Cattelan mi ha incuriosito moltissimo, ho verificato a fondo il catalogo generale delle opere, tutto lo storico delle aste, i cataloghi della personale e della collettiva alla Galleria Neon, ma non ho trovato alcun riferimento od immagine. Escludo nella maniera più assoluta che possa trattarsi di un multiplo. Le primissime opere di Cattelan, anni 86, 87, 88, 89, sono estremamente semplici e si contano sulle dita di una mano: Dama (sopra riprodotta ed esposta alla Neon), Trifidi (sopra riprodotta ed esposta alla Neon), Rulo, Vesuvia, Untitled, Ripetente, quindi non complesse come quella che descrive. Dalla descrizione direi che non si tratti di un oggetto d’arredamento (settore in cui Cattelan ha realizzato i primi lavori). E’ quindi quantomeno strano che appaia all’improvviso, dopo 30 anni, un’opera che, se avesse dei riferimenti storici/bibliografici, potrebbe valere tra i 20.000 e i 120.000 Euri. Sarei molto cauto.

 

 

 

Chagall

 

Gent.mo Dott. Peruzzi,

ho potuto apprezzare la sua collezione e il suo sito.

Volevo sapere , affidandomi alla sua cortesia, cosa ne pensa di un'opera che ho preso su Catawiki.it e mi interesserebbe un suo parere anche sullo stesso sito.

Una litografia di Marc Chagall con timbro dell'artista.

Secondo lei quanto può valere? E il timbro d'artista e affidabile? E la certificazione?

Le invio foto dell'opera e della certificazione.

Grazie.

Cordiali saluti.

 

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Si tratta di una riproduzione fotografica di un’opera di Chagall stampata con tecnica litografica offset (la firma è quella dell’opera che viene riprodotta e stampata dalla fotografia). E’ un semplice manifesto realizzato per una mostra. Non si tratta di una litografia originale. Il suo valore è quello di un manifesto (qualche decina di euro).

 

 

 

Capogrossi

 

Gentile dottore Peruzzi,

avendo per anni comperato molta grafica del gruppo Transavanguardia (Chia e Cucchi, ma ho tralasciato Palladino, chissà se ho fatto bene, però?) e del gruppo di San Lorenzo (Ceccobelli e gli altri) Di questo secondo gruppo mi intriga la rarità dei loro lavori grafici chi può vantare una grafica di Marco Tirelli in effetti? Da un pò di tempo sto spostando la mia attenzione su due autori Bonalumi e Capogrossi. Le scrivo, in effetti, per questo ultimo autore, ma mi dica pure un suo giudizio sugli altri autori che sto collezionando e se secondo lei avranno una rivalutazione. Vorrei comprare una grafica di Capogrossi in galleria specializzata, il prezzo è buono considerando i risultati dei pezzi unici.

Ma le volevo chiedere se l'opera è pubblicata nel catalogo di riferimento, perchè ahimè non riesco a reperirlo e ho letto molto riguardo all'importanza di cui lei parla riguardo alla pubblicazione dei multipli in catalogo. Grazie, buona giornata.

 

 

Prendendo in esame i risultati d’asta di Giuseppe Capogrossi (1900-1972), i valori di aggiudicazione, quindi il reale valore di mercato, nel 2020 della serie i Quarzi del 1970 variano tra i 240 e gli 800 Euri (media circa 400 Euri).

La serie è considerata la più brutta tra quelle eseguite da Capogrossi e i due lavori che Le vengono proposti lo testimoniano.

Io sconsiglio sempre l’acquisto di esemplari che non facciano parte della tiratura approvata dall’autore e, quindi, con la numerazione dell’edizione. I fogli prova d’autore, come sono quelli che Le vengono proposti, sono delle prove, appunto, giudicate dall’autore non valide per iniziare la tiratura dell’edizione, possono differire anche in maniera sostanziale dalla tiratura approvata e la loro quantità presente sul mercato è indeterminata. Inoltre, è proprio tra questi fogli che si annidano con più probabilità i falsi, non essendoci una numerazione di riferimento. Tutto ciò a detrimento del loro valore.

Verifichi attentamente la misurazione della parte impressa dei fogli che, secondo il catalogo Erker, deve essere 45,8 X 40,2 cm per il Quarzo Nr. 2 e 46,4 X 40,2 cm per il Quarzo Nr. 10.

Mi spiace dover essere così negativo con Lei, ma la Transavanguardia e le due scuole romane, che io non ho mai amato, hanno quotazioni in costante discesa e, ritengo, visto il giudizio della critica d’arte internazionale su questi movimenti, che sarà così anche per il futuro.

 

Gentile dottor Peruzzi,

accipicchia....da 3.000 a 400 euro mi sembra una differenza veramente sostanziale. Grazie per il suo interessamento. Non ho capito come fanno i prezzi le gallerie...rispetto alle aste, e io che pensavo che fosse meglio la galleria al mare magnum delle varie aste online. Ma forse mi sbagliavo.  Non si preoccupi per il suo giudizio, la sua franchezza è ben accetta. IL suo giudizio è negativo anche sul lavoro di Bonalumi? ho visto che anche lei ne ha uno in collezione.

grazie. Buona giornata.

 

Purtroppo (o per fortuna per chi acquista) il mercato si è notevolmente depresso in questi ultimi anni, tranne naturalmente per i grandi maestri come Fontana, Burri, Afro, Castellani, Vedova, Manzoni, l’Arte Povera, Cattelan, Beecroft. Ma è sempre stato così: solo gli artisti internazionalmente riconosciuti (presenti in tutti i musei del mondo) mantengono il loro valore e gli italiani contemporanei annoverabili in questo gruppo si contano sulle dita di 2 mani e poco più.

I risultati d’asta che Le ho riportato sono quelli di tutte le case d’aste mondiali, dalle più importanti alle minori.

E’ evidente che tra il prezzo di mercato fissato dalle aste e il prezzo di un gallerista serio ci può essere un moltiplicatore di 2 – 2,5 , ma non di più.

Le consiglio di abbonarsi ad ARTPRICE che riporta tutti i risultati d’asta aggiornati.

Io ho sempre acquistato in asta o da privati.

 

 

 

Tamara De Lempicka

 

La ho già contattata per avere un Suo parere e giudizio su un'incisione di Lucio Fontana (concetto spaziale 1963 - visto si stampi - carta Fabriano - 2RC) che alla fine, dopo lunga trattativa ,ho acquistata a un prezzo abbastanza elevato (Suo parere) ma  che soddisfaceva i miei desideri poco razionali.

Vorrei sottoporle un altro quesito del tutto inusuale ma interessante.

Ho contattato una prestigiosa galleria franco-svizzera per chiedere il prezzo di una opera seriale (litografia - acquatinta in verità) di Tamara De Lempicka.

Bellissima, entusiasmante ma sempre opera seriale: hanno chiesto 45.000 eu.!!!

Ho trovato un disegno (deliziosa testina) matita e acquarello di un dealer che forniva tutte le garanzie del caso. Richiesta 40.000 eu.!!!

Domanda: pur sapendo che De Lempicka è autrice affermata e di "moda" si può trovare una acquatinta sul mercato qualche cosa (opera seriale)che abbia un prezzo più normale pur con la documentazione del caso? Mi interessa la sua opinione come sempre perché validissima. La ringrazio molto.

 

Le allego alcuni risultati d’asta del 2019 (nel 2020 ci sono state aste solo in Polonia con risultati proposti da operatori incerti).

 

Immagine che contiene testo, schermata

Descrizione generata automaticamente

 

Tenga conto che al prezzo di aggiudicazione va aggiunta la commissione della casa d’aste (circa il 25 %).

Non esistendo un catalogo ragionato delle opere seriali c’è poi molta confusione sulla tecnica esecutiva, la datazione e le dimensioni delle opere (la stessa opera viene descritta in maniera differente). Le sconsiglio in queste condizioni l’acquisto di un’opera della De Lempicka (artista di secondo piano).

Comunque a queste cifre in asta si comprano le opere dei massimi maestri internazionali da Mirò a Bacon, da Chagall a Fontana.

 

Carissimo Peruzzi,

Come sempre impeccabile (non si può mai obbiettare nulla alla sua concisa chiarezza) e  veloce nelle risposte.

Seguirò i suoi suggerimenti. Mi asterrò (pur affascinato da una donna come Tamara). La ringrazio per i suoi inputs non discutibili.

 

 

 

Un consiglio

 

Egregio Dott. Peruzzi,

un consiglio volante: mi scuso se approfitto della Sua competenza.

Mi trovo nella condizione di acquistare on line questa Litografia di G. de Chirico "La Musa della Storia" (catalogo ediz. Bora  1967-1977 n. 10). Chi la vende è un mercante francese, che mi ha fornito queste foto, senza però documentazione della stamperia Caprini. Possiedo altre incisioni del Maestro, acquisite in forme più tradizionali e certificate. A me, questa litografia, parrebbe (per quanto concerne timbri e firma) autentica, ma mi aiuterebbe un Suo parere. Ovviamente, comprendo che la "distanza" e la qualità non eccelsa delle foto potrebbero essere di ostacolo.

La ringrazio in anticipo.

 

Immagine che contiene testo

Descrizione generata automaticamente

 

 

La cosa più importante quando si acquista una stampa originale è che, come in questo caso, l’opera sia catalogata.

A questo punto, l’importante è che tutti i dati riportati dal catalogo corrispondano esattamente a quelli rilevabili sull’opera: dimensioni del foglio, dimensioni della parte impressa, numerazione, apposizioni (firma e titolo), timbri a secco.

Ovviamente, poi, la presenza di una certificazione, verificabile con l’estensore della stessa, è un valore aggiunto.

Faccia le verifiche sul catalogo, se incontra discordanze, mi scriva che le valutiamo.

 

Egregio Dottor Peruzzi,

anzitutto La ringrazio per la Sua cortesia e competenze. Poiché Lei stesso me lo chiede, mi permetto di fornirLe altri dettagli. Il venditore dichiara quanto sotto: 

 

La Musa Della Storia 1970

Color Engraving

Hand-signed in pencil by Artist

Reference: Catalogo Dell-Opera Grafica 1969-1977 Edoardo Brandani N9

Stamped by Printer Alberto Caprini Roma

Size: 70 x 49 cm

 

Tutto è conforme all'edizione Bora (di cui allego foto, ce l'ho in casa) ma penso che il venditore si sbagli sulla serie: De Chirico ha fatto 3 serie diverse da 48 esemplari l'una di questo soggetto, e quello in vendita non è il 9 (come dichiarato)  ma il 10 (parrebbe dal colore, ma ancor più dal particolare del timpano del tempietto sullo sfondo, che appare leggermente diverso). 

Sulla valutazione non saprei. Chiede 850 euro (che penso trattabili...). In realtà, come Lei sa, non è semplice valutare la grafica, anche perché da ultimo - soprattutto nelle aste - le valutazioni di partenza sono sempre abbastanza basse. Ma al li là del prezzo (ovviamente proverò a chiedere uno sconto) mi interessava un parere sui timbri, che a me paiono quelli consueti di Caprini stampatore (e che ho visto però malamente imitati in qualche esemplare...). Capisco comunque che il "parere a distanza" solo con immagini (neppure eccellenti) non possa essere del tutto preciso.

Grazie davvero per il tempo che ha voluto e vorrà dedicarmi.

 

Io credo Lei abbia ragione e l’esemplare sia lo stato 10 : la matrice è molto più incisa rispetto allo stato 9 (veda il cielo e tutte le parti in ombra). La colorazione conta poco perché dipende anche dai settaggi fotografici, dal tempo e dallo stato di conservazione (esposizione alla luce nel tempo).

Le allego i timbri di Caprini come dovrebbero apparire sul foglio: non ho capito perché quelli che mi ha inviato sono in negativo; appaiono così sul fronte del foglio secondo il venditore ?

Le allego l’ultima aggiudicazione (le stime dell’invenduto non contano) della opera stato 10. Questo è il valore attuale di mercato.

Oltre che la dimensione del foglio è necessario verificare anche la dimensione della parte impressa.

Come giudizio finale direi che, se i timbri appaiono in negativo invece che leggibili correttamente, e considerando il prezzo troppo basso per un venditore professionale che sbaglia anche l’identificazione dello stato, non sarei tranquillo nell’acquistare quest’opera.

 

 

Immagine che contiene statico, busta, arte, design

Descrizione generata automaticamente  Immagine che contiene testo

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Immagine che contiene testo

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Grazie ancora, davvero, Lei è gentilissimo.

Forse mi sono espresso male: certamente è lo stato 10 (il venditore aveva detto 9) della litografia. Io Le avevo segnalato un particolare, ma ce ne sono altri.

Quanto al timbro a secco, avevo allegato il "negativo" perché la foto era migliore. Ho ingrandito e un po' contrastato con photoshop il lato in rilievo (glielo allego, con immagine timbro de Chirico e veduta d'insieme della lito). Da questo punto di vista mi paiono "corretti" entrambi i timbri.

Quanto alla valutazione, l'asta è su ebay, dove Lei sa si annidano veri e proprio negozi "professionali" a venditori "eclettici" (come quello che ha questa lito). Non mi pareva troppo bassa, ma forse mi sbagliavo.

A me interessa questo soggetto (che non è frequentissimo), e dunque accetto da Lei anche qualche consiglio sul reperimento (quella di Boetto non l'avevo vista...).

Grazie. Per farmi perdonare della "scocciatura" plurima, Le mando (in altra mail) un mio articolo abbastanza recente su Giovan Battista Piranesi, incisore di altra epoca di cui sono appassionato, collezionista e - dato che mi occupo di antichità classiche - anche (almeno un po') studioso.

Un piacere, davvero, questo confronto.

 

 

 

Parere su opera di Afro

 

Gentile dott. Peruzzi,

Mi scuso per il disturbo, non ci conosciamo, sono un appassionato da non molto tempo di grafica d’arte. Ho letto e apprezzato molto i suoi articoli che denotano una competenza vastissima sulla grafica contemporanea.

Mi permetto di disturbarla su questo tema: ho la possibilità di acquisire da gallerista un foglio de L’isola di Cleopatra, una delle mie opere preferite di quel periodo di Afro (purtroppo l’ultimo) che lo vede collaborare con 2RC in autentici capolavori (a mio gusto) dell’acquaforte e acquatinta. L’esemplare ha corretta numerazione, firma, timbro a secco dell’editore/stampatore, condizioni piuttosto buone (alcune pieghe non evidentissime nella carta più piccolissime macchie).

Quale potrebbe essere a suo avviso una forbice di prezzo, anche ampia, per pagarla una cifra abbastanza in linea con il mercato?

Non le chiedo una stima alla cieca, solo se possibile un’indicazione molto generale.

La ringrazio in anticipo se vorrà/potrà darmi un riscontro indicativo.

 

Immagine che contiene cappello, borsa, maglietta

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“L’isola di Cleopatra” è stata l’ultima opera seriale eseguita da Afro (è morto durante la finalizzazione dell’edizione e 50 esemplari sono rimasti senza timbro a secco della 2RC).

E’ molto famosa in quanto frontespizio del catalogo generale delle opere grafiche di Afro.

In questo momento il mercato delle opere seriali è generalmente depresso e le aggiudicazioni in vendita pubblica sono molto ballerine.

La serie delle acqueforti acquetinte realizzate da Afro con 2RC vengono attualmente aggiudicate in asta con una forchetta tra i 1.500 e i 2.500 Euri.

Il massimo che L’isola di Cleopatra ha realizzato in vendita pubblica è stato di 5.000 Euri nel 2008 alla Finarte, ma erano altri tempi.

Credo che il valore di riferimento di mercato (che è quello della vendita pubblica) per quest’opera si possa affermare essere 2.500 – 3.000 Euri.

 

Gentilissimo,

Grazie molte, siamo dunque nella cifra che mi è stata richiesta.

Non voglio abusare della sua cortesia, ma le dico che l’ultimo dubbio me lo ha fatto venire parlando di ben 50 esemplari non timbrati a secco. Quello che mi è stato proposto ha una sorta di doppio timbro a secco 2RC, in parte sovrapposto, come se, chi lo ha eseguito, avesse visto che non era riuscito bene e lo abbia ripetuto, in parte sovrapponendolo. È possibile? Sembra operazione un po’ grossolana.

In sostanza dovrei pensare che si tratta di una delle poche con timbro a secco in commercio. Anche la firma di Afro mi pare un po’ diversa da altre che ho visto. La carta riporta a secco logo e scritta Fabriano, che può essere un indizio di autenticità.

Più che confrontare misure e tutti i parametri del catalogo Afro a Ravenna (quello cui fa riferimento edito da Top Graphic è per me irreperibile, nonostante molte ricerche) non posso fare, e un timore di incorrere in un falso un po’ mi rimane. Cosa ne pensa?

Mi spiacerebbe restare bloccato da timori, magari non giustificati, ma anche espormi a una truffa, anche se inconsapevole, del gallerista.

Se ho abusato della sua gentilezza, non si preoccupi, mi ha già molto aiutato.

 

Nel timbro a secco 2RC la C è parzialmente sovrapposta alla R.

 

In effetti probabilmente mi sono espresso male, quello che intendevo è una sorta di doppia timbratura, poi le giro la foto.

 

Immagine che contiene interni, sedendo, stanza, porta

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Effettivamente lascia perplessi. Potrebbe anche essere che lo stampatore, visto il cattivo risultato della timbratura, l’ abbia ripetuta. Fossi in Lei chiederei un parere alla 2RC. Aggiungo che la valutazione di quotazione che Le ho inviato è per un’opera scevra di difetti.

 

Buongiorno dott. Peruzzi,

ho avuto risposta da 2RC, rapidi e gentilissimi, e mi hanno confermato che il timbro è il loro originale e può succedere il caso di una sorta di doppia timbratura.

Questo dovrebbe sgombrare il campo da ogni dubbio di originalità.

È rimasto tuttavia un ultimo aspetto dell’opera che non so come interpretare. Dalle mie misurazioni artigianali, le misure del foglio corrispondono al catalogo (50 x 70) mentre l’immagine è più piccola, anche se di poco, rispetto a quanto dichiarato a catalogo: 32,5 invece di 33, 43 invece di 44,4.

Non so se il catalogo si riferisce alla misura della lastra (leggermente più grande dell’immagine) o proprio all’immagine finale e quindi ci sia da preoccuparsi.

Grazie per il suo parere.

 

La carta nel tempo subisce deformazioni (allargamenti o restringimenti). E’ quindi normale trovare piccole differenze dalle dimensioni originali.

 

 

 

Mimmo Rotella serigrafia

 

Gentilissimo ing. Peruzzi, approfitto ancora della sua disponibilita'. Ho in collezione da un po' di anni una serigrafia e collage di Mimmo Rotella, edita nel 1987, tratta da un'opera del 1962. Acquistata da me presso una nota galleria lombarda. L'opera è su carta acquerello Fedrigoni, edizioni Triperti, stampato da Ellea' serigrafia di Bernacchia e Ciaschini. Ho acquistato questo esemplare poco prima che il maestro utilizzasse in modo esagerato o quasi sproporzionato questa tecnica. Alla luce dei fatti avrei evitato di mettere in collezione una sua grafica. Ma il motivo per il quale le scrivo non è questo: da qualche mese ed in modo quasi repentino ho notato un marcato dissolvimento del colore rosso della scritta HEROS e dell'interno delle fauci della tigre (ho indicato nella foto con la freccia la parte più rossa che è rimasta perché protetta dal pezzo di carta del collage). Ho sempre avuto cura di non esporla alla luce diretta e di tenerla ad una certa distanza dai caloriferi. L'opera è stata sempre alla parete da quando nel 2002 l'ho acquistata. Volevo chiederle se la perdita del colore è fisiologico oppure dipende da un mio involontario errore. La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e la saluto cordialmente.

 

Immagine che contiene scatola, fotografia, tavolo, computer

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Purtroppo, la perfetta conservazione di una stampa la si ottiene solamente tenendola riposta protetta dalla carta velina in una cartelletta dentro un cassetto. Se la stampa è esposta alla luce, anche se non diretta e in condizioni di umidità accettabili, si degrada inevitabilmente.

La scelta è tra godersela continuamente appesa ad un muro di casa, accettando l’inevitabile degrado, o saltuariamente, estraendola dalla cassettiera per ammirarla e poi riporla, ma conservando così la sua sostanziale integrità.

 

 

 

Fotolitografia Guttuso

 

Gentilissimo ing. Peruzzi, approfitto della sua competenza e gentilezza, per avere alcune notizie riguardo ad una Fotolito di Renato Guttuso, facente parte di una serie di 12 fotolito da 6 e 18 colori dal titolo "LO ZODIACO" del 1977, tutte con tiratura di 240 esemplari con numeri arabi XXX esemplari con numeri romani e 30 prove d'artista. Stampatore ed editore Sigart Roma tutta la serie misura mm. 500x700 (il foglio) e 360x500 mm. (la parte disegnata). Questa dicitura è riportata sul catalogo "Guttuso opera Grafica di Paolo Bellini, edit. Club amici dell'arte. L'esemplare in mio possesso e': LO SCORPIONE , pubblicato a pag 152 del Bellini, tavola nr.350.  E' una pda e firmato a matita a destra e timbro a secco Sigart di Franco Cioppi. Ho acquistato questo esemplare in una piccola ma nota casa d'aste italiana  e contemporaneamente all'aggiudicazione, ho prenotato il catalogo di Paolo bellini. Premetto che  la casa d'aste dichiarava sul catalogo on-line che l'opera fosse una litografia, ho scoperto che si trattava di una fotolitografia quando ho avuto l'opportunità di controllare sul Bellini, ma purtroppo dopo avere fatto l'acquisto. Ho anche riscontrato che le misure del disegno dell'esemplare in mio possesso sono leggermente diverse da quelle dichiarate sul Libro (mm. 360x500 sul Bellini contro i 361x530 mm. sul foglio in mio possesso) mentre sono corrette (500x700 mm.) quelle dell'intero foglio. Le chiedo se questa piccola differenza riguardante le misure può essere un indizio di contraffazione. La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e la saluto cordialmente.

 

 

L’apposizione “pda” (prova d’artista) significa, appunto, che si tratta di una prova che differisce, a volte anche in maniera sostanziale, dall’esemplare con l’apposizione “bonne à tire” che, terminate le prove, avvia la stampa dell’edizione ufficiale. Nel suo caso, trattandosi di una fotolitografia, è molto semplice variare le dimensioni dell’immagine da stampare.

Di solito, le pda di una litografia su matrice da pietra litografica, se vere prove, sono numericamente pochissime e, certo, non variano le dimensioni dell’area stampata, ma solo dettagli o colori. L’elevato numero di pda è un’indicazione di poca serietà nell’edizione (che vuole commercialmente sfruttare la falsa diceria che le pda, in quanto diverse, valgano di più della tiratura normale, mentre, invece, è esattamente il contrario).

In questo caso, essendo dichiarata dal catalogo la tiratura delle 30 pda, ritengo altamente probabile, differendo in maniera sostanziale la misura della parte impressa (non giustificabile dalle normali piccole differenza tra un foglio e l’altro dovute al restringersi o allargarsi nel tempo della carta), che si tratti di un falso. Sconsiglio sempre l’acquisto di una pda, non solo perchè è dove più facilmente si annidano i falsi, ma, soprattutto, perché si tratta, appunto, di una prova non ritenuta un risultato valido dall’artista per l’edizione.

 

 

 

Christo

 

Buonasera ing. Peruzzi, non essendo un esperto di grafica, faccio tutt'altro nella vita, mi rivolgo a lei in quanto uno dei massimi esperti in Italia in questo settore. Sono un grande ammiratore del lavoro dell'artista Christo e avrei deciso di regalarmi un lavoro grafico del maestro per il mio compleanno:

 

Immagine che contiene edificio, esterni, automobile, bianco

Descrizione generata automaticamente

 

Non avendo io gli strumenti necessari, e dopo aver letto sul suo sito l'importanza dei cataloghi e delle pubblicazioni, volevo chiederle se è effettivamente pubblicata. Visto che comunque sarebbe anche un piccolo investimento. Grazie, mi scuso per il tempo che le ho rubato.

 

 

Non sono al corrente che esista un catalogo generale dell’opera seriale di Christo.

Il prezzo di 2.500 Euri che chiedono per l’opera è assolutamente spropositato.

Le elenco i risultati d’asta per “Wrapped Fountain, Spoleto (1968/2002)” : le aggiudicazioni in Europa variano tra i 300 e i 600 Euri (a cui vanno aggiunti i diritti d’asta, mediamente 25%).

Le sconsiglio vivamente l’acquisto. Si ricordi che il valore di un’opera lo stabilisce il mercato delle aggiudicazioni in asta (a cui deve aggiungere circa un 25% di diritti d’asta).

L’opera acquistata da un gallerista /mercante non può valere più di 500-800 Euri.

Come sempre, consiglio in ogni caso l’acquisto in asta.

 

 

 

Domanda studentessa laureanda

 

Buonasera sig. Peruzzi,

 

sono una studentessa  laureanda della scuola di Specializzazione in beni artistici. Sto scrivendo una tesi sulle grafiche di Alberto Burri (mi volevo in particolare soffermare sulla questione di Burri a Firenze dove realizza una mostra ad Orsanmichele esponendo però solo le opere pittoriche e sculture e soprattutto nel 1994 regala al Gabinetto di stampe e disegni di Uffizi tre cicli della sua opera grafica - una scelta abbastanza inconsueta in quanto si separava molto difficilmente dalle sue opere e soprattutto una scelta non chiara perchè proprio Firenze e perchè non regala un quadro ma la opera grafica).

 

Mi dispiace disturbarla ma visti i tempi in cui ci troviamo con le biblioteche e università chiuse speravo di chiederLe alcune cose  se in possibilità di aiutarmi per la mia ricerca:

 

1. Ho visto che la collezione Peruzzi conta tantissime opere di Alberto Burri: è stato davvero così sperimentale con l'arte grafica come si sostiene molto spesso nelle monografie?

2. La sua diversità è nella tecnica impegnata e stravolta in tanti casi; Oppure la peculiarità di Burri nella grafica è di distaccarsi proprio dalla sua attività pittorica (sacchi, plastiche, ferri vs. serigrafie coloratissime, serie di bianchi e neri ecc.)

3. ci sono altri artisti che hanno sperimentato in questo senso quanto lui dentro la vostra collezione (ho visto l'articolo molto interessante sulla mostra organizzata da voi che mette in confronto le opere sulla carta di Burri e Fontana - premesso che non ho studiato molto la grafica di Fontana ma le sue opere mi sembrano abbastanza simili a quelle pittoriche ossia facilmente etichettate sotto il nome di Fontana; al contrario vedere un opera grafica di Burri di primo impatto non è immediatamente associabile a lui da un occhio abbastanza laico - eccezione fatta ovviamente per i Cretti, Muffe e Combustioni che sono immediatamente attribuibili al Burri)?

 

Mi scuso un'altra volta per il disturbo e per il tempo impegnato,

La ringrazio tantissimo,

Cordiali saluti.

 

Immagine che contiene fotografia, bianco, sedendo, torta

Descrizione generata automaticamente           Immagine che contiene stella, cielo, pioggia

Descrizione generata automaticamente

 

Sia Burri che Fontana sono stati altrettanto rivoluzionari rispetto all’arte grafica quanto lo sono stati nelle opere uniche.

Nel caso di Burri fondamentale, per i risultati strabilianti raggiunti, è stata la cooperazione con l’editore 2RC (Valter ed Eleonora Rossi) e la sua stamperia Vigna Antoniniana. Collaborazione che ha espresso il massimo nelle acqueforti acquetinte delle serie Cretti, Combustioni e Cellotex Bianchi e Neri raggiungendo risultati impareggiabili nell’innovazione ed espressione artistica.

Certo, Fontana è più facilmente riconoscibile, ma altrettanto, gli strappi e i tagli nelle acqueforti acquetinte hanno rappresentato una rivoluzione nelle opere seriali su carta. Pensi che il catalogo delle stampe originali della collezione del MOMA ha come copertina l’immagine di una acquaforte acquatinta nera con strappi di Fontana edita da 2RC.

 

 

 

Collezione

 

Gentile sig. Peruzzi,

complimenti per la sua collezione.

Ho da poco iniziato anche io una piccola collezione e vorrei chiederle un suo parere. Per il momento mi sto muovendo con gli artisti legati al Gruppo Forma 1 ( Dorazio, Accardi, Perilli), ma non è facilissimo e c'è solo un catalogo su Dorazio, nemmeno completo (Dorazio, L'opera Incisa). La mia idea sarebbe anche quella di vendere ogni tanto qualche pezzo per rifinanziarla, e forse questi autori non sono un buonissimo investimento visto il grande numero di opere su ebay e in aste nazionali. Comunque mi piacerebbe fare una bella collezione e vorrei arrivare anche a Burri, Fontana e Capogrossi. Per il momento Capogrossi forse è quello più abbordabile. Sono ancora una studente. Ho visto questo bel lavoro su ebay e vorrei acquistarlo.

 

Immagine che contiene cibo

Descrizione generata automaticamente

 

 

Per quanto riguarda la grafica internazionale invece ha qualche consiglio da darmi? Io pensavo ad Hartung e Tàpies,  Sonia Delaunay e Max Ernst. Perchè non posso permettermi gli americani, Picasso, Hockney o gli atri. Grazie in anticipo.

 

 

il mio consiglio è quello di evitare gli acquisti su Ebay: i prezzi sono sempre fuori mercato. Il valore di mercato delle opere lo fissano i lotti realmente venduti (non stimati) nelle case d’asta. Opale n.2 è una delle più brutte opere seriali di Capogrossi ed il prezzo proposto è assurdo. Negli ultimi anni la quotazione media di una litografia di Capogrossi è compresa tra i 250 e i 450 Euri per i lotti aggiudicati in asta (più diritti). Ti consiglio di abbonarti ad Artprice per essere aggiornato sui valori di mercato ed essere informato sulle prossime aste a cui ti consiglio di rivolgerti per gli acquisti. Il rivendere opere acquistate per finanziare nuovi acquisti ed incrementare il numero delle opere in collezione è illusorio: le nuove opere costeranno come quelle già in possesso, anzi, di più perché, proseguendo nella collezione, si cerca di aumentare il livello e la qualità degli acquisti.

Per quanto riguarda la scelta degli autori, Capogrossi è un buon inizio (molto meno lo sono Dorazio, Perilli ed Accardi).

Gli autori esteri di livello sono più costosi rispetto agli affermati internazionalmente autori informali italiani  come Fontana, Burri, Afro, Castellani, Capogrossi, Vedova….. o come quelli dell’Arte Povera.

 

 

 

Litografie Campigli

 

Le scrivo perché la seguo e la ritengo una voce professionale nel campo della grafica d'autore.

Posseggo il libro originale delle Poesie di Verlaine illustrato da 20 litografie originali di Massimo Campigli. Volevo gentilmente sapere se le litografie originali sono quelle applicate al testo o quelle a parte su carta zender.

La ringrazio infinitamente.

Buona giornata.

 

Immagine che contiene fotografia, stanza

Descrizione generata automaticamente

 

 

Di ciascuna litografia, catalogate dal Meloni/Tavola dal n.71 al n.86, a parte alcune prove in parte firmate, sono stati tirati 55 esemplari su carta Pescia per il Volume “Verlaine - Poesie” e 52 esemplari su cartoncino  Zender allegati a ciascun volume.

Un esemplare del volume (numerato A) è stato firmato da Massimo Campigli e dall’Editore ed ha allegati 10 studi originali di Campigli oltre alle 52 litografie ripetute su cartoncino Zender;

un esemplare del volume (numerato B) è stato firmato dall’illustratore ed ha allegati 2 studi originali di Campigli oltre alle 52 litografie ripetute su cartoncino Zender;

50 esemplari del volume (numerati da 1 a 50) con allegate le 52 litografie ripetute su cartoncino Zender;

3 esemplari fuori commercio con allegate le 52 litografie ripetute su cartoncino Zender.

 

Ritengo si potrebbe affermare che ambedue le serie, quella facente parte del corpo del volume su carta Pescia e quella allegata a fogli sciolti su cartoncino Zender, siano ambedue “originali”: certo che quelle del volume, essendo numerate dal volume stesso e stampate su carta Pescia, hanno una dignità ben maggiore (semplificando: il valore di un volume è estremamente superiore al valore di una serie su cartoncino Zender senza numerazione).

 

 

 

Parere su multipli Giuseppe Penone

 

Buongiorno,

inizio subito con i complimenti, doverosi, per la sua splendida collezione; mi è molto dispiaciuto non aver potuto visitare la sua casa-museo a Milano, spero quanto prima di poterlo fare nella nuova location, parimenti interessante.

Le chiedo, se possibile, un parere su una serie di opere che ho visto far parte della sua collezione, cioè la raccolta di Giuseppe Penone "33 erbe"; potrei acquisire una parte della cartella (6 opere) ma sono dubbioso su una simile operazione: possiedo alcune cartelle complete di artisti che colleziona anche lei, ma non ho mai trovato nulla di Penone, quindi sarei portato ad acquisire qualcosa di suo; parimenti non sono sicuro che possa aver senso prendere solo una parte di tale cartella.

Il discorso ovviamente è estensibile a tutte le occasioni (innumerevoli, purtroppo) in cui ci si trova cartelle o raccolte parziali facenti parte di un corpus che l'artista ha pensato come unico.

A margine, poichè possiede la cartella, le volevo chiedere se le opere sono firmate e numerate singolarmente o solo in frontespizio (non ho trovato nessuna indicazione certa al riguardo), visto che mi sono state proposte incorniciate ma non ho trovato ispezionandole nessuna firma o numerazione visibile.

 

 

Immagine che contiene shoji, edificio

Descrizione generata automaticamente

 

 

Le “33 erbe” di Giuseppe Penone non sono una raccolta di opere diverse, ma costituiscono un’opera unica

indivisibile che, infatti, è titolata, firmata e numerata su una litografia apposita, la 34. L’acquisto di singole litografie non avrebbe alcun senso, sia artistico che commerciale.

 

 

 

Paolini

 

Volevo cortesemente abusare della tua pazienza per chiederti una consulenza :

Oggi sono andato da Marconi per vedere una grafica di Paolini  visto che di lui non ho nulla ma tu mi insegni che ciò non è un peccato veniale .

Sicuramente tu hai il catalogo delle grafiche " Impressions Graphiques di Noire anno 1992 " e volevo chiederti se è presente su tale catalogo e se eventualmente ci sono delle info che io non ho e che nemmeno la ragazzina  del negozio di Marconi sapeva

E' una litografia ,serigrafia e collage del 1984 dal titolo "trionfo della rappresentazione" (ce ne sono alcune versioni diverse con lo stesso titolo ) tirata in 100 esemplari.

Ti allego un'immagine dell'opera.

Se quando avrai tempo e voglia mi fai questo favore ,

ti ringrazio infinitamente.

 

Immagine che contiene cielo

Descrizione generata con affidabilità elevata

 

 

L’opera è catalogata sul Noire al numero 52 con la seguente descrizione:

 

Trionfo della rappresentazione

litografia e collage

tiratura di cento esemplari numerati e firmati

cm 91.5 x 72

Studio Marconi ed.

Milano 1984

 

 

 

Afro

 

Buon giorno

ho recentemente acquistato dagli Stati Uniti un opera di Afro Basaldella dal titolo Sagra degli uccelli del 1961.

Non sono riuscito a reperire materiale riguardante questa litografia.

Il foglio si presenta in ottime condizioni e misura 77.5 x 52 cm., i colori sono,a mio parere, vividi e non scoloriti, la carta sembra fatta a mano.

Potrebbe aiutarmi ?

Scusi l'ignoranza in materia ma mi piace l'arte.

Ringrazio moltissimo.

Immagine che contiene schizzo, disegno, dipinto, Opera d'arte

Descrizione generata automaticamente

L’immagine che mi allega corrisponde all’opera catalogata al numero 17 con il titolo “Sagra degli uccelli” dell’ Afro – catalogo ragionato delle incisioni e litografie curato da Enzo Crispolti.

I dati di catalogo riportano:

1962

Litografia

Lastra 430 x 560

Foglio 515 x 675

Edizione:

90 esemplari numerati da 1/90 a 90/90

15 esemplari numerati da I/XV a XV/XV con la scritta “prova d’artista”

16 esemplari numerati da 1/16 a 16/16 con la scritta “prova di stampa”

Tutti gli esemplari sono numerati a matita in basso a sinistra e firmati a matita in basso a destra

Stampatore ed Editore: Enrico Castelli – Roma

 

Verifichi che le caratteristiche della stampa corrispondano ai dati di catalogo (la data ad esempio…….)

 

 

 

Serigrafia Lucio Fontana 1965 concetto spaziale ovale rosso S 4 libro Ruhé Rigo pag. 121

Gentile Sig Peruzzi,

la disturbo con questa e mail, se puo' dedicarmi qualche minuto del suo tempo libero, per chiederle, in quanto esperto nazionale sulle litografie di Fontana e di altri artisti, un parere sulla litografia del maestro Lucio Fontana, del 1965, pubblicata sul libro Ruhé Rigo a pagina 121, S 4, serigrafia su carta 70 x 50 cm, ovale rosso con strappi, esemplare 66/100, che ho acquisito  in asta. 

Cosa ne pensa?   Si puo' sapere chi la pubblico' nel 1965? Ha altri dati al riguardo?

Immagine che contiene rosso, cerchio, arte

Descrizione generata automaticamente 

 

Purtroppo, a mio avviso, l’opera da Lei acquistata non è la serigrafia S4 menzionata a pag. 121 del catalogo Ruhé Rigo. La serigrafia di cui mi allega le immagini non risulta catalogata in alcuna parte del  Ruhé Rigo.

 

       

Le allego la pagina 121 del catalogo dove è riprodotta l’immagine della serigrafia S3, con buchi apposti manualmente, e dove è catalogata anche la S4, senza immagine della stessa, ma con la descrizione della serigrafia che dichiara come la stessa sia di identico colore e immagine della S3, ma con la differenza che i buchi, invece di essere apposti a mano, sono riprodotti a stampa (incisione). La sua serigrafia ha apposti tagli, non buchi, non ho capito se apposti a mano o riprodotti stampati.

Buonasera Dr Peruzzi,

dal libro Ruhé la serigrafia S4 dovrebbe essere la stessa della S2 a pagina 120, con tagli di Fontana, in colore blu,  solo che in colore rosso, cosa  che corrisponde alla perfezione con l'esemplare in mio possesso. L'esperto è lei ma non ho dubbi ragionevoli sul fatto che non sia un'esemplare della S4. La corrispondenza tra l'esemplare in mio possesso e la S 4   è perfetta.

Attendo sue notizie

La descrizione del catalogo della S4 a pag.121, a cui fa riferimento anche la casa d’aste, mi sembra univoca: dice che la S4, di cui non riporta l’immagine, è identica nel colore alla S3 e con i fori stampati invece che apposti a mano.

gentile sig Peruzzi,

una buona notizia a completamento delle e mail alle quali ha pazientemente  e gentilmente risposto: la Fondazione Lucio Fontana ha registrato favorevolmente a mio nome nella cartella insieme alle altre opere, la serigrafia ovale rosso 70 x 50 cm, esemplare 66/100 con tre stappi del 1965 descritta a pag 121 del libro Ruhè Rigo come S4. 

Purtroppo non rilascia archivio scritto. Ma direi che può andare bene lo stesso; l'opera ha il benestare della galleria Boetto di Genova e quindi della ANCA (associazione casa d'asta italiane)  e il parere favorevole con registrazione a mio nome nella Fondazione Lucio Fontana di Milano.

Credo che possa valere metterla in collezione.

Ringrazio ancora per la cortesia e la pazienza.

 

 

Libro di poesie di Catullo con litografie di Cassinari

 

Alla Gent. Attenzione del Sig. Peruzzi

Buongiorno, le scrivo perchè sono in possesso di una raccolta di poesie di Catullo dove al suo interno vi sono 10 Litografie di Cassinari, sono libri in possesso dalla mia famiglia da anni. 

Gradirei, sempre se possibile, avere una valutazione della raccolta.

Rimango a disposizione per eventuali delucidazioni e chiarimenti.

Attendendo vostra risposta, vi ringrazio anticipatamente  e chiedo scusa per il disturbo.

Buona Serata

 

 

Il libro a cui Lei si riferisce dovrebbe essere:

 

Catullus, Gaius Valerius

Dal libro di Catullo, a cura di Mario Ramous, con dodici litografie di Bruno Cassinari

Bologna 1966

137 p., 12 litografie, 33 cm        

Ed. di 150 esempl. num. 1-150 più 15 f. c. num. I-XV

[BNI] 6613329

 

in cui però sono contenute 12 litografie e non 10 come da Lei indicato.

 

 

 

L’unica aggiudicazione in vendita pubblica risale al 2008 ed è stata di 1.200 Euri al netto dei diritti d’asta.

Un’aggiudicazione recente di un’opera comparabile, “Per via di cavalli” del medesimo Editore e tiratura, con scritti di Vittorio Alfieri e con 12 litografie a colori (va segnalato che l’esemplare in vendita conteneva un disegno a china e acquarello pezzo unico) ha realizzato nel 2015 650 Euri al netto dei diritti d’asta.

 

Considerando che le stampe originali di Cassinari di dimensione 70 X 50, siano esse acqueforti acquetinte o litografie, vengono aggiudicate tra i 50 e i 100 Euri, ammesso che il libro e le litografie siano in buone condizioni (e che siano 12), credo che il valore di mercato si possa collocare tra i 600 e i 900 Euri.

 

 

 

Enrico Castellani "The Life And Death Of Julius Caesar"

 

Salve Ing. Peruzzi,

le scrivo per avere la seguente consulenza, se possibile.

Possiedo un volume (libro d'artista) edito da Colophon Arte nel 2012 dal titolo "The Life And Death Of Julius Caesar" contenente due incisioni di Enrico Castellani tirate in 50 esemplari delle dimensioni di 50x35.

Il libro è esaurito presso l'editore. Quale è a suo parere il valore dell'opera?

Grazie mille.

 

 

Considerando che le estroflessioni multiple di piccola dimensione, storiche, anni 70 - 90, vengono attualmente aggiudicate in asta tra i 500 e i 1000 Euri, considerando che il libro è del 2012 e le estroflessioni sono minuscole, credo che il valore di vendita pubblica non possa superare gli 800 - 1000 Euri.
Va segnalato che un mercante vende il volume su Artprice all' incredibile prezzo di 10.000 Euri.

 

Grazie delle informazioni.

Per quanto riguarda i prezzi dei mercanti, non avevo dubbi che avessero molto fantasia.

 

 

 

Riproduzioni di opere di Picasso definite litografie originali

 

Buongiorno,

ho ricevuto in eredità queste due litografie di Pablo Picasso, di cui allego dettagli e foto.

Sarei interessato alla vendita e vorrei sapere se fossero di vostro interesse e che valutazione dare.

Grazie mille

 

LITOGRAFIA "FIGUERES"

Edizione limitata - 250 copie

Provenienza: collezione privata Nizza, Francia

Dimensioni: 28,2 x 38,2 cm

 

LITOGRAFIA "TORROS"

Edizione limitata - 250 copie

Provenienza: collezione privata Oxnard, California

Dimensioni: 39,5 x 49,5 cm (litografia) - collocata all'interno di una cornice nera con passe-partout da 73 x 63 cm

 

Entrambe firmate e numerate in basso a sinistra e corredate da certificati che ne attestano la piena autenticità.

 

Immagine che contiene dipinto, disegno, schizzo, arte

Descrizione generata automaticamente

 

Come chiaramente desumibile dai dati riportati nei certificati allegati alle due opere non si tratta di litografie originali di Pablo Picasso, ma di riproduzioni postume eseguite in tiratura limitata con tecnica foto litografica di opere di Pablo Picasso: nei fatti sono dei manifesti/posters stampati in offset in tiratura limitata. Il valore di mercato è quello dei manifesti/posters incorniciati.

Il mercato è pieno di queste riproduzioni, non solo di Picasso, ma di tutti i grandi maestri, dove mercanti con pochi scrupoli giocano con il termine litografia, originale, tiratura limitata, distruzione delle matrici vendendo dei manifesti/posters. In questo caso almeno è stata dichiarata la data di esecuzione della stampa, 1990 in un caso e 2008-2009 nell'altro, quando ricordo che Picasso è morto nel 1973.

 

 

 

Acquatinta Afro

 

Buonasera Dott. Peruzzi,

sono un giovane collezionista di grafica di 30 anni. Ho iniziato fin dall'adolescenza a comprare opere grafiche per continuare la collezione di mio nonno.

Recentemente mi hanno proposto una acquatinta di Afro ma ho qualche esitazione.

Nonostante abbia tutte le caratteristiche indicate nel catalogo generale (formato, numerazione, tipo di carta e filigrana), non presenta il timbro a secco dello stampatore 2RC.

Puó trattarsi di una dimenticanza?

Secondo lei come mi dovrei comportare?

Afro mi piace molto come artista e non ho ancora nulla di lui.

 

 

Io sono a conoscenza di una sola opera di Afro edita dalla 2RC in cui metà dell'edizione manca del timbro a secco:  si tratta di Isola di Cleopatra, ultima opera di Afro che vide la morte del Maestro durante la sua edizione che trovò metà di essa firmata ancora a casa di Afro e su cui 2RC non appose il timbro a secco. Tale circostanza è certificata dall' Archivio Afro.

Fossi al suo posto eviterei l'acquisto, non fosse altro che per la difficoltà che avrebbe poi in caso volesse rivenderla.

 

 

 

Grossolano falso di Alighiero Boetti

 

Buongiorno Dr. Vittorio Peruzzi,

mi sono innamorato di questo pezzo che mi è stato presentato come un’opera di Alighiero Boetti chiamata “Buchstabentafel” 1980/86.

Solo ad un esame attento e ravvicinato mi sono accorto che il solo passe-partout è firmato e numerato 1/16 mentre l’acquerello è attaccato al retro dello stesso. La provenienza è austriaca e mi è stato garantito più volte che il vecchio proprietario dell’opera, un grande collezionista di grafica moderna internazionale, lo teneva con sé da svariati anni nella libreria antiquaria che adesso è chiusa dopo la sua morte.

La ringrazio per il suo parere.

Grazie e buona giornata.

 

 

Boetti non ha mai realizzato opere simili e la firma non è sua (Boetti ha sempre firmato in corsivo e mai in stampatello).

La tecnica poi non può essere un acquarello (che senso avrebbe mettere un passe-partout con una numerazione progressiva ad un'opera unica). Probabilmente si tratta di una stampa, ma certamente non di Alighiero Boetti.

Su ebay  http://www.ebay.pl/itm/Alighiero-Boletti-Ital-Buchstabentafel-AQ-Papier-sign-guter-Zust-um-1980-86-/371552999529?hash=item568248d869:g:rbUAAOSwe7BWvghg stanno vendendo quest'opera smaccatamente falsa nell'attribuzione.

 

 

 

Interventi manuali di Fontana sulle edizioni

 

Gent.Le Dott. Peruzzi,
Le sarei grato se mi illuminasse su un dettaglio non secondario che riguarda il catalogo Ruhè/Rigo che ad oggi costituisce l'unico riferimento dell'opera seriale di Fontana. Mi riferisco ad alcune opere che nel catalogo riportano la specifica dicitura "taglio di Fontana", "buco di Fontana" o "strappo di Fontana".
Addetti ai lavori (venditori) vorrebbero far credere che Fontana abbia davvero svolto un intervento manuale sui fogli in questione, ovviamente considerandolo un valore aggiunto rispetto ad altri lavori laddove tale indicazione manca.
Le mie son solo congetture, ma credo fortemente che il Maestro non abbia fatto nulla di ciò che viene detto, ovvero interventi diretti su fogli destinati alla serialità; altrimenti ci troveremmo dinnanzi a pezzi unici (peraltro riservati in un apposito capitolo del volume).
Aldilà di errori o imprecisioni, Lei cosa ne pensa? Io ritengo che opere seriali con interventi manuali o successivi alla tiratura, dovrebbero essere dichiarati in qualche modo ufficialmente e non sulla base di ipotesi o testimonianze fantasiose...
Credo che il tema sia di estremo interesse per tutti i collezionisti, posto che il prezzo di acquisto di un Fontana seriale non è una passeggiata comunque e il denaro ha sempre la sua rispettabilità.

 

Immagine che contiene testo, arte

Descrizione generata automaticamente

 

Gli strappi i tagli sulle opere seriali di Fontana sono parte del loro processo realizzativo. Che siano stati eseguiti direttamente da Fontana o dallo stampatore non fa alcuna differenza.

Non ho informazioni, ma non credo proprio che Fontana, dopo aver eseguito gli interventi sull'esemplare bonne à tirer, passasse le sue giornate a fare strappi e tagli sui fogli dell'edizione.

 

 

 

Emilio Vedova - Immagine del tempo

 

Egregio dottor Peruzzi
Queste le altre immagini della lito di Emilio Vedova che le avevo annunciato. Mi dica anche qui se la definizione potrebbe andare bene.
Qua si tratta di opera su cartoncino, che dovrebbe corrispondere alla caratteristiche che ho trovato su questa serie.
Trattasi della figura 18 chiamata Immagine del tempo di Emilio Vedova, 1959, esemplare n 29 di 40. Presenta una piccola rottura o sovrapposizione nel lato sinistro, mea culpa purtroppo, provocata dalla precedente ed inavvertita rottura del vetro di riparo. Per il resto proviene dalla stessa collezione dell'Afro. Un collezionista le ha viste entrambe e mi Ha offerto una cifra, ma ho preferito non darle, anche perché stavo cercando di capire meglio il loro reale valore. L'opera misura secondo metro da sarta in mio possesso 58,5 cm di larghezza e 42 cm di altezza. Più di questo non so dirle. Non vi ho riscontrato timbro o loghi particolari impressi sul retro, dopo averla smontata. Ma mi affido a lei grande esperto in materia. Anche qui mi interesserebbe sapere se l'opera possa essere certificabile o meno.
In attesa di sue
Cordialmente

 

 

Anzitutto le consiglio vivamente di sostituire al più presto la cornice perchè l'attuale lascia passare la sporcizia, i parassiti e l'umidità.

I fogli del ciclo "Immagine del tempo" tirato nel 1959 in 40 esemplari hanno una dimensione di 47,5 x 64,5 cm. Lei invece misura 42 x 58,5. Io credo che la spiegazione, osservando l'attuale cornice del foglio che avrebbe dovuto lasciar rovinare in maniera palese tutto il contorno del foglio e che, invece, appare perfetto, sia che il foglio sia stato rifilato per eliminare la parte ammalorata che probabilmente, se era stato incorniciato nel medesimo modo, si evidenziava.

Il valore di mercato già scarso, in questo momento, di queste litografie di Vedova crolla in maniera sostanziale in caso di rifilature.

 

 

 

L. Fontana E-2

Gent.Le Dott. Peruzzi,
Le sottopongo all'attenzione questo esemplare di Fontana nella versione prova d'artista.
Il catalogo ragionato indica la sola tiratura di 50 esemplari in numeri arabi e una prova di dimensione superiore e senza strappo conservata presso la Fondazione.
Ritenendo senz'altro genuino l'esemplare (vedasi la calligrafia, il soggetto e le dimensioni del foglio), come comportarsi di fronte a questi casi "non censiti" ?
Soprassedere o lasciarsi tentare ?
Cordialmente.

 

 

Da quanto si può giudicare dalla immagine fotografica, l'impressione è che l'opera sia "buona".

Il fatto che il catalogo delle opere seriali di Fontana di Camillo Rigo e Harry Ruhé, l'unico esistente, non riporti la tiratura delle prove in numeri romani, e che tale tiratura altrettanto non risulti alla Fondazione, è però un fatto importante che sconsiglia, a mio avviso, l'acquisto da parte di un collezionista in quanto, all'atto di una eventuale futura cessione dell'opera, questo elemento peserebbe molto negativamente.

 

 

 

Per valutazione Litografia Afro, Sottobosco, numerata e firmata

 

Gentile dottor Peruzzi

Le scrivo da Roma. Sono in possesso di una litografia firmata Afro, numerata, 55/90 che da una sommaria analisi dovrebbe intitolarsi Sottobosco del 1959. La stessa identica che ho trovato dopo una certa ricerca nel suo sito. Avendo constatato la sua perizia in materia e disponibilità, mi chiedevo se fosse possibile inviargliene una qualche immagine per avere intanto una sommaria indicazione in merito. Il pezzo risale agli anni 60, con cornice d’epoca e alquanto ben conservato. Lo posseggo da diverso tempo e mai prima mi ero deciso a farlo valutare. L’ho smontata e ho potuto constatare la strana carta, mi pare in tre/quattro colori. Poi, ultimamente, grazie al consiglio di un amico appassionato, mi son detto perché no! come potrei procedere nel caso lei fosse interessato a visionarlo?

Un cordiale saluto.

 

 

 

Le invio l'immagine e la scheda del catalogo ragionato di Sottobosco. Verifichi tutti i dati (compresi quelli dimensionali). Se tutto corrisponde l'opera è certificabile.

Se le condizioni di conservazione del foglio sono buone (assenza di macchie, fioriture, spiegazzamenti, impronte di nastro adesivo, incollaggi), l'attuale possibile prezzo di aggiudicazione in vendita pubblica si colloca in un intervallo tra i 1.000 e i 1.800 Euro, diritti d'asta esclusi.

 

 

 

Galera

 

Gentile Dott.Peruzzi,

Le invio un pò di immagini di un soggetto a Lei ben noto e che amo particolarmente.

L'esemplare che mi è stato offerto presenta però parecchi piccoli puntini di foxing lungo il margine frontale del foglio ( poco visibili nelle foto). Il retro, a parte l'ondulazione tipica delle incisioni, è perfetto.

Mi chiedevo se il foglio, nelle condizioni in cui si trova, valga la pena dell'acquisto, anche nella prospettiva conservativa futura...

Cordialmente.

 

Immagine che contiene testo, Rettangolo, portafotografie, arte

Descrizione generata automaticamente

 

Galera è una splendida acquaforte acquatinta di Afro e l'esemplare di cui mi invia l'immagine mi sembra molto ben conservato, considerando che è stato stampato nel 1974. Gli inevitabili difetti minori indotti dal tempo non compromettono il valore dell'opera.

 

 

 

Informazioni su multiplo di Jannis Kounellis

 

Buonasera,
sono un collezionista d'arte ed in particolare grafica e multipli d'autore: innanzitutto volevo complimentarmi per la collezione ed il lavoro così approfondito che svolge su una materia spesso bistrattata come questa; mi auguro al più presto di poter visitare la sua collezione.
Spero che questo sia l'indirizzo corretto per chiedere un informazione riguardo un'opera che mi è stata proposta;
l'opera in questione è un (presunto?) multiplo di Jannis Kounellis, con una base litografica a cui è annessa una foto; non conoscendo a fondo i multipli dell'autore e poichè ho visto che ha scritto e collezionato molto di questa corrente le chiedo se possibile un parere sull'opera.
Ringraziando anticipatamente,
cordiali saluti

 

 

Senza titolo 1977-1987

Serigrafia in B/N su cartoncino compensato bianco da cartotecnica con una cartolina a 2 battute di colore assemblata mediante fermaglio.

Cm 68x91

firmata e numerata dall'artista sul fronte.

Edizione in 100 esemplari ed alcune P.A

Opera facente parte della cartella "Contrappunti - 7 notazioni visive di Accardi, Boetti, Buren, Kounellis, LeWitt, Paolini e Pistoletto" edita da A.E.I.O.U Edizioni d'arte (Roma) a cura di Bruno Corà , stamperia Multiplo Serigrafico di Città di Castello.

 

 

Aldo Spoldi

 

Salve,

come posso fare per avere una stima delle serigrafie su pannelli di Aldo Spoldi ?

 

Mi mandi le immagini, il titolo, dimensioni, anno di edizione, editore.

 

Ecco le foto credo si tratti di Sell Brother's di Aldo Spoldi, 1988, 135 x 200 cm circa, Serigrafia su carta, in n. 7 pannelli.

Cordialità.

 

 

Aldo Spoldi ha un mercato estremamente ristretto, ancor di più nell'opera seriale dove le vendite pubbliche degli ultimi anni si contano sulle dita di una mano e i valori di aggiudicazione sono ridicoli (anche se mai sono sono state bandite opere seriali della qualità di "Sell Brother's" o della consorella "I giochi di Shakespeare" ambedue edite da Marconi).

L'unica aggiudicazione che può aiutare nella valutazione è la seguente opera unica:

 

Lotto numero 239

Maestro Pulce   (1981) 

Pittura , Tempera/carta ,  195 cm x 205.0 cm,  in 10 pannelli

Stima:  3.300 € - 3.600 €   

Prezzo di aggiudicazione:  3.000 €    

Il Ponte Casa D'aste Srl, Milano 

ITALIA, 16/12/2014

 

Io direi che l'opera seriale  Sell Brother's potrebbe essere proposta alla vendita pubblica, purché in perfette condizioni di conservazione, a 900 euro.

 

 

 

Libri d'artista

 

Gradirei conoscere  la sua opinione circa i libri d'autore che riportano allegate o all'interno litografie firmate e numerate dall'autore. Queste  litografie hanno un reale valore artistico o possono essere considerate piacevoli riproduzioni ? Credo inoltre che gli specialisti del settore tendano a vendere singolarmente le litografie contenute nel libro per incrementare i profitti o per aumentare le possibilità' di vendita.Grazie per una sua risposta. Cordialità'.

 

Per i libri d'artista la casistica è varia: ci sono quelli in cui le grafiche contenute fanno effettivamente parte dell'opera costituendone un corpus unico essenziale ed inscindibile per la costruzione del significato dell'opera (ed il dividerle dal libro costituisce uno sfregio dell'opera ed una inaccettabile mutilazione) ed altri in cui fin dall'origine l'accoppiamento libro con opere grafiche è una banale (e spesso volgare) operazione mercantile volta solo ad incrementare le vendite dell'opera, semplicemente accostando due nomi famosi, includendo una grafica che nulla ha a che vedere con il testo del libro.

 

Per meglio chiarirmi le porto un esempio per ciascuno dei due casi con due libri d'artista che fanno parte della mia Collezione e che possono ben rappresentare i due limiti estremi della casistica:

 

Immagine che contiene testo, carta, Pubblicazione, Prodotto di carta

Descrizione generata automaticamente

 

"Das Reich" libro d'artista con testo di H. Heibenbuttel e 10 serigrafie di V. Adami, Maeght (Parigi) 1974 - 150 + 25 (hdc) + 450 + 10 esemplari numerati e firmati, in cui le grafiche illustrano splendidamente la genesi storica del Terzo Reich;

 

 

"Ero e Leandro" con testo di C. Marlowe e litografia (recto) con superficie specchiante (verso) di M. Pistoletto, Edizioni Rizzardi (Milano) 1990 - 120 + XXX esemplari numerati e firmati, in cui l'accostamento tra il testo e l'autoritratto fotografico di Pistoletto nulla c'entra con il mito greco della tragica storia d'amore tra la sacerdotessa di Afrodite ed il giovane Leandro. Questo naturalmente nulla toglie al valore artistico delle due singole opere.

 

 

 

Edizione notturna di Kounellis

 

Buongiorno Dott. Peruzzi,
Reduce da alcuni acquisti "storici" di Capogrossi, Vedova e Griffa, mi sto imbattendo in un Kounellis del 1986/87 c.d. "Edizione notturna".
Secondo Lei è un valido acquisto? Inoltre, sa per caso se è pubblicato da qualche parte?
A me piace molto, inoltre è un'opera commemorativa legata alla morte del grande artista J.Beyus.
Ringrazio.

 

 

Possiedo anch'io l'opera.

Dimensioni : 76 X 57 cm.

Editore : Galerie Kluser + Editions Schellmann (Monaco) 1987 - 90 + XXX + 10 esemplari numerati e firmati.

Pubblicato :  al N.199 del catalogo Art Editions 4 delle Editions Schellmann (Monaco 2004) e al N.21 del catalogo Kounellis 1972-1990 (Editions Schellmann 1991).

 

 

 

Multipli di Bonalumi e Castellani

 

Egregio dottor Peruzzi,

ho notato (con piacere) - visitando il suo sito - che spesso e volentieri presta la sua competenza al servizio di appassionati che intendono confrontarsi con lei su tematiche connesse a multipli, quotazioni e stampe d'arte.

Sono stato ospite nella sua bellissima casa un paio di anni fa (un sabato mattina) ed ho avuto modo, anche se per poco tempo, di apprezzare la sua collezione (sicuramente non ricorderà, ma all'epoca le chiesi se fosse interessato a cedere il Giovenale I - stamperia Carini di Zorio, ricevendo un cortese ma ovvio diniego), ma anche la sua persona.

Ciò premesso, in questi giorni sto valutando l'idea di acquistare dei multipli riconducibili ad una corrente (spazialismo) e ad un supporto (plastica/pvc.. credo che renda al meglio l'idea del movimento artistico): ho letto la sua opinione riguardo al controverso "portalibro" di Fontana e ho accantonato il proposito.

Viceversa, volevo conoscere la sua opinione sul multiplo di Castellani annesso al volume "Enrico Castellani Pittore", Achille Mauri 1968 (me ne hanno offerto uno ben montato a € 1.800) ma, soprattutto, sapere da Lei se ha notizie del multiplo di Bonalumi che si vede in questa pagina:

 

 

io lo trovo bellissimo ma in rete non trovo nessuna ulteriore corrispondenza.

La ringrazio per tempo che vorrà dedicarmi.

Un caro saluto.

 

Il multiplo di Bonalumi è molto bello: le allego il riferimento che ho trovato.

Il multiplo di Castellani è grazioso ma lo trovo molto caro per un'edizione di 1000 esemplari non firmata e non numerata.

 

 

 

Rotella - La bella Monica

 

Gent.le Dott. Peruzzi,

In questi giorni una galleria mi ha proposto un esemplare di un decollage di Rotella appartenente al ciclo "Vanity fair"...

Il soggetto è molto bello e accattivante, recente nella produzione del Maestro ma di sicuro effetto e certamente meno scontato rispetto ai classici manifesti cinematografici.

Lei pensa che il soggetto sia meritevole d'attenzione oppure trascurabile?

 

Rotella nei due anni che hanno preceduto la sua morte ha realizzato 50.000 stampe con tecniche fotolitografiche di opere precedenti screditando completamente il suo lavoro di artista seriale. Se l'opera appartiene a quei lotti di opere le sconsiglio vivamente l'acquisto.

Il soggetto di questa opera è tratto dalla copertina del primo numero del periodico Vanity Fair che risale al 2003.L'opera in questione quindi non replica alcun vecchio soggetto di Rotella se non il suo originale che assieme ad altri soggetti rappresentò una specifica mostra del 2004. Esiste, ma Lei credo lo sappia, una pubblicazione specifica al riguardo.

Il catalogo di Paola Jacobbi e Pierre Restany della mostra Vanity Fair che si è tenuta alla Triennale di Milano nel 2004 riporta i decollages originali di Rotella realizzati per la mostra. Le fotolito dei decollages originali che sono state realizzate negli anni successivi, rappresentanti Monica Bellucci, Penelope Cruiz e altre stars, non sono a mio avviso definibili opere seriali originali ma semplici manifesti numerati e firmati.

La questione dei manifesti firmati che non possono considerarsi vere e proprie opere seriali l'ho letta sul suo sito e ne condivido il ragionamento ma in questo caso non vedo come poter definire questi soggetti dei meri manifesti dal momento che l'autore non si è solo limitato ad apporre una firma, bensì ne ha stabilito una tiratura e ha fatto (o ha fatto fare) degli interventi manuali su di essi affinché ogni esemplare fosse in parte diverso l'uno dall'altro.

Se l'originalità di un soggetto passa attraverso il fatto che esso non sia stato precedentemente eseguito come pezzo unico (così mi pare di intendere), allora gran parte delle opere seri-litografiche di vari autori sono dei semplici poster o manifesti.

Che dire ad esempio di Giuseppe Capogrossi? Quasi tutti i suoi soggetti discendono da una superficie pezzo unico e l'elenco di opere ed artisti potrebbe continuare....

 

La questione è effettivamente complessa ed è in questa complessità e mancanza di univocità di giudizi, regole e comportamenti che si inseriscono le operazioni commerciali come quelle create sull'opera di Rotella da editori e mercanti disinvolti che determinano la distruzione del mercato della stampa originale - opera seriale d'autore - in Italia.

L'artista contemporaneo ha a disposizione una estrema varietà di tecniche per la realizzazione di un'opera seriale: dalle più tradizionali fino all'utilizzo della foto litografia e foto serigrafia (e qui i puristi della tradizione inorridiscono); ma non è la tecnica utilizzata a decretare se la realizzazione sia un'opera seriale dell'autore o una semplice riproduzione: è la volontà  di ciò che vuole realizzare l'artista che decreta se sia stata prodotta un'opera seriale o una semplice riproduzione di un'opera singola.

Nel caso delle 50.000 stampe realizzate negli ultimi due anni prima di morire da Rotella, in cui sono state foto litografate/serigrafate opere singole firmate realizzate nel passato, foto ritoccandole per nascondere la firma (che avrebbe reso palese l'origine del lavoro), siamo senza dubbio di fronte a semplici riproduzioni/manifesti firmati e stampati in tiratura limitata. Questa operazione ha purtroppo distrutto il mercato dell'opera grafica originale di Rotella e costituisce uno degli esempi più eclatanti di pratiche commerciali al limite della correttezza avvenute in Italia nel campo della grafica d'arte.

Sconsiglio vivamente l'acquisto di queste stampe che si trovano in vendita a migliaia a prezzi accattivanti sul web e, purtroppo, presso mercanti e gallerie. Nel mondo dell'arte il tempo è un giudice infallibile e impietoso nel decretare il valore artistico e commerciale delle opere degli artisti.

 

 

 

Per Mann di Afro

 

Da tempo, tra i miei vari interessi, c'è  quello rivolto all'opera grafica di Afro  intitolata "Composizione per Mann".

Ciò che però mi frena dalla sua acquisizione è la questione non molto chiara circa la sua tiratura e natura realizzativa.

In buona sostanza: quante ne sono state prodotte? E ancora, sono solo litografie o ci sono anche incisioni?

Attendo con calma un suo riscontro, chiedendole anche di esprimere un giudizio di valore su quest' opera seriale e su quale, secondo Lei, bisognerebbe "puntare" in caso d'acquisto.

 

 

"Per Mann" è stata eseguita in due tecniche di stampa differenti: con numero di catalogazione 33 la litografia, 34 per l'acquatinta e calcografia a secco.

 

33 del 1966

litografia

lastra 38,2 x 53,7 cm

125 + 12 + VIII + 5 esemplari firmati e numerati

editore Mann (Monaco)

stampatore Caprini (Roma)

 

34 del 1966

acquatinta e calcografia a secco

lastra 38,2 x 53,7 cm

70 + VIII + 3 esemplari firmati e numerati

timbro a secco Romero

editore Romero (Roma)

stampatore Romero (Roma)

 

Io punterei all'acquatinta (tecnica esecutiva e timbro a secco).

 

 

 

Muffa 1957 di Alberto Burri

 

Gent. Dott. Peruzzi,

Mi è stata recentemente proposta una storica grafica di Burri titolata Muffa (veda l'immagine allegata) e che dovrebbe essere del 1957 o del 1959.

Sicuramente è meno "popolare" rispetto a combustioni, cretti, bianchi e neri, ecc... 

Lei cosa ne pensa di questo lavoro? Intendo dire se possa considerarsi un lavoro significativo o "minore" rispetto ai citati cicli ben più noti.

Ringrazio.

 

Immagine che contiene schizzo, Arte bambini, arte, pittura

Descrizione generata automaticamente

 

"Muffa 1957" è la prima opera grafica catalogata e riprodotta, la seconda realizzata da Burri (la prima è una litografia del 1950 di cui esiste un unico esemplare presso la Fondazione).

E' un' acquaforte e litografia a colori di 31,5x39,5 (foglio 44,5x51,5), tirata in 150 + 12 + XXV esemplari numerati e firmati, Edita da Castelli (Roma) nel 1957. Esistono due varianti: una tirata in 12 esemplari e l'altra in 2 esemplari, ambedue numerate e firmate.

Quest' opera è fondamentale e molto ricercata, anche se meno "incisiva" di altre, per il fatto di essere la prima.

Non se la faccia scappare.

 

 

 

Incisione acquaforte acquatinta del 1986 di Salvador Dalì

 

Buongiorno,

le scrivo su consiglio avuto sul forum di finanzaonline per avere un parere sopra un'incisione acquaforte acquatinta di Dalì realizzata a Roma presso una grafica d'arte, la quale possiede ancora la matrice.
L'opera è "l'elefante celestiale" ed inizialmente è stata realizzata come litografia nel 1979 e pubblicata nel catalogo ufficiale.
L'incisione in questione (74 x 54) del 1986 è firmata a matita in basso a destra ed è numerata in basso a sinistra 11/250, ovviamente la galleria che attualmente la vende fornisce la certificazione.
Vorrei sapere quanto posso fidarmi della autenticità della firma ed eventualmente il suo valore economico.

Cercando su internet ho trovato un forum dedicato all'arte dove rispondono esperti su ogni singolo autore.
Nella risposta al follow-up l'esperto dice esplicitamente che Dalì ha firmato una dichiarazione giurata nel dicembre 1980 dichiarando di aver smesso di firmare stampe dopo tale data.
Ora, come mai l'incisione fatta nel 1986 è firmata "Dalì" a matita?
Inoltre, se vede l'immagine, in basso a destra c'è una pietra con incisa la sigla Dalì. Questa scritta non è presente nella litografia originale del 1979.
Quindi, come si può considerare una grafica di questo tipo?
Secondo la legge le grafiche dovrebbero essere sempre firmate dal maestro (in questo caso Dalì) o può firmarle il maestro incisore?
In questo caso, secondo la legge, la grafiche autorizzata può essere non firmata a matita ma bastava l'aggiunta della sigla "Dalì" nella matrice (nel particolare della pietra in basso a sinistra) per essere comunque considerata a tutti gli effetti un'opera di Dalì?
Ed in questo caso allora la firma a matita non doveva esserci?
Non so se sono stato chiaro, spero di si.

Grazie in anticipo.

 

 

Fossi in lei non mi avventurerei. E' da sempre risaputo che ci sono centinaia di migliaia di "false" stampe di Dalì (non firmate da lui o non incise da lui o dalla tiratura inveritiera). Il mercato è quindi sospettosissimo anche di quelle che sembrerebbero "buone". Se poi i fondamentali già non corrispondono..... corre il rischio quasi certo  di comprare un foglio che non ha alcun mercato nel caso lo volesse rivendere. Questo al di là della buona fede, su cui non metto dubbio alcuno, di chi gliela sta proponendo.

Nel dettaglio poi, trattandosi della riproduzione di una litografia di Dalì, anche ammesso che Dalì abbia poi firmato i fogli dell'edizione, questa non può sicuramente definirsi una stampa originale di Dalì, ma una semplice riproduzione di una litografia di Dalì. Il valore commerciale è nullo.

 

 

 

La tiratura effettiva eseguita dalla 2RC di "Vite" di Lucio Fontana del 1968

 

Da tempo desidererei acquistare un' incisione di Fontana che Lei conosce bene, si intitola Vite ed è del 1968 (forse).

L'esemplare che mi è stato proposto a € 3100 è in buon stato di conservazione (non ha segni di incollaggio, non è rifilato, ecc...)  ma abbastanza sbiadito e spento sullo sfondo; direi ridottosi al 50% rispetto l'intensità della gradazione originaria.

Il gallerista (forse tira acqua al proprio mulino) mi ha detto che è del tutto naturale poichè il soggetto è una carta assorbente che ha più di quarant'anni...

Fin lì ci arrivo anche io, ma gradirei sapere se per Lei vale la pena acquistarla o cambiare "rotta"...

Inoltre, l'esemplare in questione è l'83 di 99 ma ho scoperto recentemente che il catalogo della 2RC indica per questo lavoro (vds. pag. 245) una tiratura di 95 + XV p.a. anzichè, come sapevo io, 99 + 21 p.a. Altri errori, come spesso accade, di stampa?!

Amo l'arte ma ho disponibilità contenute e non amo buttare via soldi, perciò chiedo numi a Lei che di sicuro ne sa più di me...

 

 

Sulle ultime 2 acqueforti acquetinte eseguite da Lucio Fontana con la 2RC nel 1968, anno della morte, c'è sempre stata confusione:

il primo catalogo 2RC, quello "Big Prints from Rome" del 1989, per Vite indica una tiratura di 80 + XXV;

il sito web 2RC indica 95 + XXV;

Ruhé - Rigo indica 99 + XXI.

Io ritengo che il problema sia legato alla confusione che si è generata con la morte di Fontana sulle edizioni in corso. Lo stesso accadde ad Afro con "L'isola di Cleopatra", lavoro in corso alla sua morte, per cui il gruppo di esemplari che aveva in casa sono firmati ma non hanno il timbro a secco della 2RC.

Poichè Ruhè - Rigo rappresenta oramai il catalogo riconosciuto da tutti per le opere seriali di Fontana, ritengo che vada considerata come definitiva la tiratura indicata di 99 + XXI.

L'esemplare in possesso della Collezione Peruzzi è il 58/99 e quando lo acquistai era nota la problematica.

Per quanto riguarda la saturazione del colore, il gallerista ha ragione: soprattutto se le opere sono esposte (ma perchè comprare un lavoro per tenerlo in una cartella senza goderselo?), i colori diminuiscono di saturazione con il tempo. Ma questo accade a tutte le opere d'arte. Io ritengo che i segni del tempo facciano parte dell'opera, ma io sono tra quelli che non amano il restauro effettuato sulla Cappella Sistina.

Come sua consolazione, gli esemplari di Vite che ho visto, compreso il mio, hanno una tonalità di verde marcio molto dissimile alle riproduzioni fotografiche che a mio avviso sono anche influenzate da un eccessivo entusiasmo nell'elaborazione con Photoshop.

 

 

 

Serigrafie non numerate di Cattelan spacciate come opere singole

 

Gent.mo Vittorio Peruzzi,

ho appena ricevuto il suo libro "Maurizio Cattelan: grafiche e multipli",  ordinato on-line.

Vorrei chiederle il suo parere su quanto segue. Ho acquistato ultimamente quattro opere di Cattelan, riprodotte nel suo testo alle pagine 41/43/45/47 che mi sono state dichiarate; "pennarello su cartoncino" le prime due, " pennarello su carta di agenda fissata su cartoncino" la terza e "pennarello su carta da musica fissata su cartoncino" la quarta.

In effetti, ad una esamina diretta sembrano opere originali (non serigrafie: la carta d'agenda è carta d'agenda davanti e dietro, la carta da musica à carta da musica davanti e dietro).

Contemporaneamente mi sono state consegnate le schede tecniche delle opere che corrispondono perfettamente agli originali (disegno, firma, particolari vari); però sulla foto delle schede compare in basso a destra un numero di tiratura (16/30), che non c'è sugli originali. E' possibile che sia stato cancellato nelle opere in mio possesso?

Le medesime opere riportate sul suo testo sono lievemente differenti nella firma e nella posizione sulla carta da musica e su quella di agenda: ma la differenza fondamentale è che la carta di agenda riporta nella mia opera i giorni 20-21-22 febbraio e in quella del suo testo i giorni 30-31-1 (non si legge il mese).

 

Quindi, in sintesi: 1) Le opere da me acquistate non sono classificate come serigrafie 

                            2) Non hanno il numero di tiratura che compare sulle loro schede tecniche perfettamente corrispondenti

                            3) Non corrispondono a  quelle riportate nel suo testo come serigrafie

 

Le chiedo: cosa significa tutto questo? Qual è la sua interpretazione?

La ringrazio per l'attenzione e resto in attesa di una sua cortese risposta, a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

 

 

Cattelan nei primi anni d'attività ha avuto comportamenti disordinati: le opere moltiplicate sono state firmate e gestite in maniera confusa e le edizioni sono spesso state tirate in più copie di quelle dichiarate e alcune copie sono state solo firmate e non numerate. Le opere a cui lei si riferisce sono senza dubbio serigrafie e come tali vengono vendute dalle più importanti case d'asta. Purtroppo, nel caso la stampa sia solo firmata e non numerata, può essere spacciata per opera singola. 

 

 

 

Ancora sul contenitore in plastica del libro su Fontana realizzato dopo la sua morte e venduto come suo multiplo

 

Buongiorno,

posseggo un esemplare in PVC bianco di quel Concetto Spaziale del 1968 di cui Lei ha recentemente parlato e "criticato" con un corrispondente sul sito della sua Collezione .

Concordando sul fatto che le stime ed aggiudicazioni di quel multiplo siano alte ed ancora più all'estero che in Italia, arrivando anche a toccare, diritti d'asta inclusi, gli oltre 18.000 € !!!

Detto questo però, l'opera (o scultura-oggetto se preferisce), è pubblicata sul Catalogo Ruhé - Rigo del 2006 a pag. 165 nella categoria multipli, testo edito a livello internazionale, tra l'altro riconosciuto dalla stessa Fondazione Fontana che ha fornito ai due autori le informazioni necessarie per la sua realizzazione.

Inoltre Sergio Tosi affermò che Fontana avrebbe desiderato creare un multiplo di quel genere affinchè ogni italiano ne potesse avere uno come il frigorifero....

Insomma, che Fontana abbia fatto qualcosa oppure no, il punto a mio avviso è che anche questo esemplare un mercato ce l'ha e non è tanto in discussione la bellezza, rarità e qualità dell'opera, bensì il nome e basta. In fondo lo sappiano tutti che di bello in un taglio o in un buco c'è poco o nulla. La gente ancora oggi diffida molto su Fontana e nell'arte contemporanea in generale. Io credo che ciò che fa bello questo o quello si nasconda essenzialmente nel prezzo che si è disposti a pagare per possedere qualcosa.

Fontana costa tanto? E allora Fontana è interessante. Lei ha messo in dubbio l'intenzione che Fontana avesse di realizzare quel multiplo? Ebbene la medesima perplessità l'ho avuta anche io. E sa perchè? Perchè il libro che accompagna l'opera riporta anche la data di morte dell'artista.  Quindi mi sono detto: ma allora è quello che si dice un d'après ?! Credo proprio sia così...

Tuttavia credo anche che il pezzo in questione venga e verrà considerato ancora per molto tempo e che le sue aggiudicazioni non scenderanno, anzi...

E mi chiedo inoltre una cosa: Cosa ne sappiamo noi se tra cento o duecento anni si ricorderanno ancora del secolo ventesimo? Di certo, per quanto io ami l'arte contemporanea e non solo per il suo valore commerciale, son convinto che essa sia gran poca cosa rispetto a quella dei secoli che l'hanno preceduta.

Fatico enormemente a pensare che un Michelangelo o un Caravaggio vengano dimenticati; un pò meno Fontana, Castellani; Bonalumi & C....

Considerando la difficoltà nel rispondermi.... ne riparleremo tra due o trecento anni....

Che ne dice? Avrà tempo?.... Arrivederci.

 

Immagine che contiene ago, piccone/stuzzicadenti

Descrizione generata automaticamente      

 

Nel 1968, dopo la morte di Fontana avvenuta nel medesimo anno, due editori, Sergio Tosi (Milano) e Gustavo Gili (Barcellona), hanno realizzato un libro su di lui che come contenitore aveva l'oggetto in discussione: una termofusione in plastica di dimensioni 29,5x29,5 cm con un taglio che riprende uno dei segni caratteristici di Fontana. Ciascuna delle due edizioni è di tiratura non certificata, ma sicuramente superiore ai 2000 esemplari. I contenitori sono assolutamente identici, ne esistono di rossi e di bianchi, non hanno alcuna firma o numerazione (d'altronde, sono dei semplici contenitori di un libro) e vengono venduti come multiplo di Fontana (senza alcuna evidenza certificata anche solo della volontà di Fontana di realizzarlo). Se i due editori si siano rivolti allo stesso fornitore non è dato di sapere. In questo momento ce ne sono in vendita 3 esemplari su Artprice al prezzo di circa 3000 euro. Fino a pochissimi anni fa i libri, con il relativo contenitore, si potevano comperare nelle librerie d'arte e nei bookshops dei musei intorno ai 100 euro.

Questi contenitori non possono assolutamente essere definiti multipli di Lucio Fontana, ma semplici oggetti realizzati alla moda di Lucio Fontana. Se dovessi attribuirgli un valore affettivo direi non più di 300 euro.

Se avessi 3000-4000 euro da investire in un'opera di Fontana comprerei una delle acqueforti acquetinte della 2RC, firmate e numerate da Fontana, con tiratura certificata di 80 copie più pda.

 

Ringrazio per la Sua risposta, confermando le indicazioni che mi ha fornito.

Tuttavia, prima di procedere al mio acquisto avvenuto nel 2007, contattai personalmente la Fondazione milanese la quale mi confermò la volontà (risalente forse al 1965) di Lucio Fontana di creare un multiplo con un solo taglio e medesima dimensione, così che tutti potessero "permettersi" di avere in casa un Concetto Spaziale.

Tale volontà viene riportata anche in una dichiarazione al riguardo rilasciata da Sergio Tosi. Ora, poiché Lei come il mondo in genere si affida alle dichiarazioni rilasciate da Mauri e Colombo circa la tiratura del libro/oggetto; ritengo conseguentemente logico, che ci piaccia o no, affidarsi alle parole di Sergio Tosi per individuare almeno la volontà dell'artista di creare un giorno quell'oggetto. Non le pare?

Leggenda o meno, prove oggettive o semplici dichiarazioni di seconda mano, altro non ci resta. Se è vero che Fontana non fece nulla per creare quella scultura in PVC ma eventualmente si limitò a pensarla, il mercato, gli amanti dell'arte o tutti quanti assieme, l'hanno accettata e ricondotta quale opera di Fontana e per questo disposti a pagarla molto.

Ricordo inoltre che a una mia obiezione circa l'assenza di numerazione e firma, la signora della Fondazione (non ricordo il suo nome) si risentì un poco... mi fece insomma intendere che nessuno più di loro potevano essere in grado di dare una risposta certa ed esaustiva.

Inoltre, e questo mi fece riflettere un poco, mi disse che se l'oggetto in questione fosse stato di dubbia attribuzione o legittima provenienza, la Fondazione avrebbe intentato causa a chiunque avesse commercializzato un falso o alla maniera di...

Che dire? Io all'epoca pagai il mio esemplare 800 euro. Ad oggi credo di poter affermare di aver fatto un affare che senza voler fare "affari", lo tengo appeso impreziosito da una bella cornice e devo dirlo, la sua bella figura comunque lo fa.

Saluti cari...

 

La questione non è se l'oggetto sia bello o se sia un affare acquistarlo a certi prezzi (si ricordi comunque che i mercanti fanno affari, i collezionisti validano culturalmente). La questione è lo scorretto modo di vendere un oggetto come se, invece di un semplice contenitore di un libro, fosse un multiplo di Fontana, equivocando maliziosamente sui termini, inducendo i collezionisti in errore e stravolgendo la correttezza di mercato.

 

 

 

L'annosa questione se copertine di libri e manifesti possano considerarsi opere seriali d'autore

 

Colgo l'occasione per porle un quesito che mi arrovella da tempo.

Ho acquistato (a caro prezzo) una copia del romanzo "Obsoleto" di Vincenzo Agnetti del 1968 edito da Vanni Scheiwiller di Milano a 1000 esemplari (il mio è il N.13).

La copertina è una estroflessione di Enrico Castellani.

Trattandosi di copie numerate perchè l'opera di Castellani non è inclusa nella raccolta "Enrico castellani - Opera Grafica 1960-1995" edito da Corraini ?

A parer suo non si tratta anche questa di un'opera multipla di Castellani, peraltro del '68 e a corredo di una importante opera di Vincenzo Agnetti ?

La saluto cordialmente.

 

Immagine che contiene rosso, illustrazione, arte

Descrizione generata automaticamente con attendibilità media

 

L'opera che lei ha acquistato come copertina di Obsoleto, libro che non conosco, investe un problema di mercato ricorrente. A mio avviso, al di là che la firma e/o la numerazione siano apposte sull'opera e al di là della tecnica di esecuzione (offset, calcografia, fotografia) ciò che rende una stampa un'opera "moltiplicata" è l'intenzione da parte dell'artista di realizzarla come tale, cioè come opera seriale, e questo deve essere dichiarato e rintracciabile nel libro, sulla stampa o in un certificato. Nel suo caso, il fatto che la copertina di un libro a tiratura limitata, anche se realizzata con tecniche calcografiche, sia da considerarsi un'opera seriale di Castellani deve essere riportato nel libro e sottoscritto dall'artista, altrimenti è e rimane la raffinata copertina di un libro di cui ci sono 1000 esemplari. A suo conforto, comunque, le segnalo che in questo momento vengono aggiudicati in asta anche a 4000 / 8000 euro, come opere multiple di Fontana non firmate e non numerate, i contenitori stampati in plastica (rossa o bianca) di un libro edito dopo la morte di Fontana in non meno di 2000 esemplari. Pensi che le più belle acqueforti acquatinte con strappi di Fontana della 2RC, le più belle opere seriali mai realizzate, passano di mano a quel prezzo! Certo il tempo sistemerà la questione lasciando il cerino acceso in mano agli sprovveduti.

 

 

 

E il Manzoni va

 

Questo link dovrebbe consentirle di vedere alcune foto di lavori grafici che mi sono stati richiesti, quelli di cui vorrei conoscere qualche dettaglio in più sono la Cartella MILANO 72 (completa) e il Manzoni.

 

 

Secondo i 2 cataloghi generali ragionati dell'opera di Piero Manzoni, ovvero Celant edito da Prearo del 1975/1989 e Battino-Palazzoli edito da Scheiwiller del 1991, Manzoni ha realizzato solamente 9 fogli di grafica seriale:

·     - Impronta Sughero allegata al volume La lune en rodage, Editions Panderma, Carl Lazlo (Basilea 1960), impressione su carta vellutata, non numerata e tirata in 150 + 65 esemplari firmati e datati, dimensioni 22 X 17.

·     - 8 serigrafie su carta contenute nella cartella 8 Tavole di Accertamento Edizioni Scheiwiller del 1962 e realizzate da Manzoni tra il 1958 e il 1962, tirate in 60 esemplari firmati, datati e numerati, dimensioni 50 X 35.

Tra queste 8 vi è Linea del 1959 che sembra assomigliare alla sua, ma non tornano la forma della linea, la numerazione, il timbro a secco e le dimensioni.

Trattandosi di un artista storicizzato e ben catalogato, è assolutamente inverosimile che possa esserci un'opera non catalogata.

Prendo nota della sua segnalazione che l'opera è riportata nel nuovo catalogo di Celant edito da Skira realizzato su incarico della Fondazione Manzoni nel 2004 e che riporta la dizione "Linea, 1959, 66 x 46, inchiostro su carta. Di questa linea l'artista ha autorizzato una fotolitografia (tiratura esemplari 150)". Ritengo si tratti di una riproduzione postuma, di un'opera singola di Manzoni, quindi un manifesto in 150 esemplari, dove per "l'artista" debba intendersi gli eredi.

2 fogli simili al suo sono stati aggiudicati in asta nel 2010 a 1.100 e 1.200 euro, ma è la prima ed unica volta che sono apparsi.

Segnalo anche l'esistenza sul mercato di una incredibile fotolitografia di merda d'artista, firmata (da chi ?) e numerata, in cui la scatoletta è talmente arrugginita da denunciare implacabilmente di come la fotografia sia recentissima.

 

 

 

 

 

Il multiplo di Cattelan della squadra di calcio A.C. Forniture Sud

 

Buongiorno,

vi scrivo in quanto ho ricevuto tempo fa la mail per eventuali segnalazioni da fare. Io ho un multiplo di Maurizio Cattelan

                                                     A.C. FORNITURE SUD

                                                     TORNEO LIBERI E FORTI 1990-91 

 

espositore stampato in mille copie per l'operazione "Sponsor" di Maurizio Cattelan. In questo momento sono sfornito dell'immagine digitale, appena posso invierò il file.

Cordiali saluti.

 

Buongiorno,

ecco le immagini del multiplo di Maurizio Cattelan.

Provenienza Galleria (omissis).

Per le immagini ad alta risoluzione potrei fare un invio con we transfer in modo da non bloccare la ricezione della vostra mail box.

Attendo vostre.

Cordiali saluti.

Ho esaminato le immagini che mi ha inviato e sono rimasto molto perplesso.

L'edizione della ESSEGI di A.C. Forniture Sud è di 1000 esemplari. 75 di questi 1000 sono stati assemblati in un multiplo contenuto in una scatola di Plexiglass insieme ad un fischietto da arbitro. I 75 multipli sono stati numerati : 50 con il loro numero progressivo da 1/50 a 50/50 e 15 da I/XV a XV/XV e firmati a matita ed inoltre è stato apposto il timbrino a secco di Cattelan.

Non sono a conoscenza di altri multipli firmati a penna e senza numerazione.

Confrontando bene anche la firma con quelle apposte su varie opere da Cattelan, ritengo che si tratti di un assemblaggio successivo (del resto la stampa offset non assemblata e senza numerazione vale 800 Euro mentre il multiplo edito in 75 esemplari ne vale 8.000).

 

 

 

Primi lavori di Maurizio Cattelan a Forli' ... il loro valore di mercato

 

Salve,

non ci conosciamo e mi scuso in anticipo se reco disturbo con questa email.

Negli anni 80 Maurizio Cattelan giunse a Forlì (la mia città) e conobbe alcuni artisti locali, fra i quali mio fratello, il quale lo ospitò per diversi anni nel suo laboratorio mettendogli a disposizione tutte le proprie attrezzature nonché la voglia di condividere la passione per l'arte con un nuovo collega che veniva da fuori. Non mi dilungo oltre perché la storia ormai la conosciamo tutti, fatto sta, che, quando Maurizio se ne andò a Milano prima, e a New York poi, lasciò "in regalo" a mio fratello alcune opere, prototipi, prove, che sono qui a sottoporvi.

Distinti saluti.

 

Le opere seriali e le stampe di Cattelan hanno il problema che molte, sopratutto quelle a cavallo del 1990, hanno tiratura incerta, non certificata e firmate, datate, numerate in maniera diversa per la stessa opera (tipico il caso di Gratis del 1987 dove esistono fogli firmati e numerati, fogli solo firmati a volte spacciati come opere uniche, fogli senza alcuna apposizione).

 

    

 

In generale si può dire che fogli di edizioni certificate con firma e numerazione dell'edizione vengono aggiudicati intorno ai 1.500 euro sia che si tratti di stampe offset, fotografiche e litografie / serigrafie (come Bregenz del 2008, Picasso del 1998, Senza Titolo del 2000, Stefano Tutolo : scrivere non è il mio mestiere del 1991, Gratis del 1987) o intorno agli 8.000 - 12.000 euro nel caso di multipli sempre di edizione certificata, firmata e numerata (come Souvenir di Milano del 1994 e A.C. Forniture Sud del 1991). Nel caso di stampe di edizioni firmate ma non numerate (come Marcire non Marciare del 1992) intorno agli 800 euro. Nel caso di opere grafiche effettivamente uniche, certificate come tali e non spacciate a volte come tali mentre si tratta in realtà di stampe offset non numerate e solo firmate, dipende dalla qualità e dimensione ("Fare la Lotta di Classe è pericoloso" del 1991 vale 14.000 euro).

 

 

 

Un manifesto di una mostra di Cattelan firmato dall'autore è un multiplo d'artista ?

 

Spett.Le Collezione PERUZZI,

Vi disturbo perché avrei bisogno di un vostro parere data l'  esperienza e la competenza che vi distingue.

Un privato mi ha proposto l' acquisto di un lavoro di Maurizio Cattelan.

Quando Maurizio Cattelan viveva a Forlì ( metà anni '80 ) organizzo una Mostra e fece stampare dei Manifesti per reclamizzarla dalle dimensioni di circa 50 X 70 cm.

Alcuni Manifesti li firmo anche a mano, altri no, ma tutti riportavano un timbrino ( a forma di scorpione ) che era un suo modo di firmare di allora.

Mi chiedo quindi, se pur essendo “solo” timbrato e non firmato si può considerare il Manifesto come “Multiplo d’Autore” ???

Concludo segnalando il PERFETTO stato di conservazione del Manifesto ( lungimirante è stato chi c’è l’ha e… )

Non vi disturbo per questioni di prezzo e stima del quadro, ma per sapere dall' alto della vostra esperienza se tale lavoro si deve  considerare come un multiplo d' Autore oppure se sia "semplicemente" un Manifesto o similare.

Certo di una vostra cortese risposta, colgo l' occasione per complimentarmi per il Lavoro da voi svolto e porgervi i miei più cordiali saluti.

 

La questione è interessante.

Trattandosi di un manifesto, anche se firmato (lo scorpioncino non lo ho mai visto), rimane un manifesto. Ciò che può definire una stampa offset un'opera d'arte è l'intenzione dell'artista di crearla (nel suo caso si voleva solo fare un manifesto). Il carattere aggiuntivo, che ne determina il valore, è se sia numerato e/o firmato. In questo caso si può definire l'opera un multiplo.

Cattelan ha realizzato alcune opere con la tecnica della stampa offset: alcune solo firmate (quindi dalla tiratura incerta), altre numerate e firmate. Il valore attuale di mercato è nel primo caso poche centinaia di euro e nel secondo caso poche migliaia di euro.

Ritengo che nel caso descritto il foglio si debba definire un semplice manifesto dal valore affettivo e testimoniale.

 

Gentilissimo Sig. Peruzzi,

incuriosito dal suo interesse, ho voluto sottoporre la domanda anche a Giancarlo Politi direttore di Flash Art e molto amico di Cattelan.

Stranamente il quesito è stato subito girato dal gentilissimo Giancarlo Politi direttamente a Cattelan, e poi di nuovo a me.

 

Maurizio Cattelan ha risposto:

 

Caro Giancarlo,

la cosa migliore è sempre fare lavorare le Gallerie !

 

Cattelan, come immaginavo non ha quindi né confermato ma nemmeno smentito la paternità del Lavoro.

Dico Lavoro e non Manifesto perché sono certo che Cattelan non ha mai fatto niente "non di proposito o con un fine".

Ma la cosa interessante che le chiedo è questa, avere un Lavoro con la firma applicata con timbro "a forma di scorpione" non è quindi una rarità nella produzione di Cattelan se nemmeno Politi ne conosceva l'esistenza ?

Scusi se l'annoio con questa forse banale discussione, ma mi piacerebbe collezionare un Lavoro di Cattelan seppur di poco valore ma Autentico.

 

Sono piacevolmente sorpreso che Politi abbia trovato la questione interessante.

Rimango del mio parere: un manifesto realizzato per propagandare una mostra è e rimane un manifesto proprio perché l'intenzione dell'artista o, meglio, del suo gallerista era quella; quanto poi il fatto che come omaggio agli intervenuti alla vernice sia stato apposto uno scorpioncino ad alcune copie del manifesto non fa diventare quei fogli un lavoro multiplo di autore di Cattelan.

La ringrazio per aver sollevato l'interessante questione.